Ravenna in Comune comprende bene la soddisfazione per la riapertura del ponte tra Torri e Grattacoppa, oggi primo luglio. Il Presidente del locale comitato cittadino ha parlato di “caduta del muro del Lamone”, con chiaro riferimento a quello che significa per il ricongiungimento di una intera comunità. Quello che continuiamo a non comprendere è come sia stato necessario aspettare tanto per completare un’opera normale, di quelle che facevano già i romani ben prima di fondare un impero. Parliamo di un ponte, non di una stazione spaziale. E ci sono ancora ponti romani in giro per l’Italia su cui si transita normalmente. La brutta storia che ha accompagnato il rifacimento di questo ponte l’abbiamo seguita da vicino fin dalle battute iniziali, presentando interrogazioni e incalzando la Giunta. Lo abbiamo fatto da dentro il Consiglio e poi da fuori. La storia inizia da lontano, da prima ancora della nostra costituzione come Lista, perché da tempo il ponte versava in condizioni pessime finché si è arrivati a dover limitare il traffico. Prima sono stati interdetti al passaggio i mezzi con peso superiore a 40 tonnellate. Poi il divieto è stato allargato a quelli superiori a 20 tonnellate. Finalmente nel 2018 il Comune inserì il rifacimento nel piano degli investimenti. L’inizio dei lavori era previsto per ottobre 2019. In realtà, di rinvio in rinvio, l’inizio è slittato sempre più in avanti nel tempo. L’affidamento a chi si era aggiudicato l’appalto è intervenuto a febbraio 2020, con l’obbligo di terminare i lavori per il mese di marzo 2021. In realtà, solo l’8 marzo di quell’anno è stata disposta la chiusura integrale al traffico del vecchio ponte per la sua successiva demolizione. Secondo il comunicato ufficiale diffuso dall’Amministrazione comunale, a quel momento il cronoprogramma dei lavori prevedeva la conclusione entro la fine del mese di marzo 2022. Siamo arrivati al 1° luglio 2023! Riapre dopo quasi due anni e mezzo dalla chiusura!
Nel frattempo la comunicazione diretta tra gli abitati di Torri, da una parte, e di Grattacoppa, Conventello e Savarna, dall’altra, è stata impossibile. Attività commerciali hanno azzerato gli introiti. E a moltiplicarsi sono stati invece i chilometri da percorrere per quello che prima era a portata di mano. Per andare da Mezzano a Sant’Alberto il requisito principale è diventato la pazienza.
E sarebbe “bello” poter parlare di un’eccezione, ma tutti i lavori sensibili per la cittadinanza (di quelli che non arrivano ai giornali non si parla, per cui è difficile tener dietro al rispetto dei tempi) non si concludono mai nei tempi previsti. I ponti, in particolare, si portano dietro una qualche oscura maledizione. Ci sono nomi che ancora fanno rabbrividire: il ponte a fianco del Mausoleo di Teodorico, gli attraversamenti di via Baiona, il ponte apribile sul Candiano… Siamo arrivati al punto che ci sono lavori a ponti che non vengono nemmeno iniziati per timore di non riuscire a concluderli. Ma è la maledizione di un qualche faraone o, piuttosto, la rivelazione di una incapacità amministrativa?
A fronte dell’enorme ritardo accumulato per completare il ponte sul Lamone, l’Assessora competente ai Capri Espiatori non ha trovato di meglio che lamentare “una forte strumentalizzazione” e il Sindaco, invece, se l’è presa “con il mondo” affermando che gli dispiaceva ma poiché succede dappertutto non poteva essere certo colpa della sua Amministrazione. La cittadinanza, secondo il Sindaco, dovrebbe prendersela piuttosto con «le note difficoltà di reperimento di materie prime, oltre che l’aumento vertiginoso dei prezzi». Ravenna in Comune ritiene, al contrario, che la cittadinanza abbia ampiamente ragione a pretendere da chi è a capo della macchina amministrativa comunale lo svolgimento dei compiti per cui si è candidato a Sindaco tra cui, ovviamente, le opere pubbliche in cui sono state investite importanti risorse di tutte e tutti noi. Ricordiamo che il ponte sul Lamone è costato quasi 3 milioni di euro. Se il Sindaco non capisce il profondo disagio in cui si trova chi abita questo Comune quando vede che all’abbandono in cui versa il forese, alla svalutazione del centro e agli errori commessi nei lidi si aggiunge l’assoluta incapacità di gestione degli appalti pubblici… allora è meglio che si trovi in fretta un altro lavoro. Prima si conclude questo secondo mandato e meglio sarà anche per lui!
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Sabato la riapertura del ponte di Savarna: “Per noi sarà come la caduta del Muro di Berlino”