Ravenna è in emergenza PM10 e lo è da anni. È un problema? Certo, visto che il particolato di diametro inferiore ai 10 micrometri, le cosiddette polveri fini, risulta tra le sostanze individuate come sicuramente cancerogene dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Non sono l’unica causa, naturalmente, per i tumori delle vie respiratorie. Amianto e fumo, attivo e passivo, fanno la loro parte, ad esempio, tuttavia un importante contributo è dato proprio dall’inquinamento e in particolare dalle polveri sottili.
L’Istat, che consente di elaborare i dati sia per causa che per territorio, riporta per il 2018 (dato più aggiornato) il numero di 271 morti nella nostra provincia per tumori maligni della trachea, dei bronchi e dei polmoni. Si tratta del tipo di tumore di gran lunga più diffuso sul nostro territorio che, pertanto, giustifica l’attenzione da parte di ARPAE alla qualità dell’aria mediante la raccolta di dati attraverso apposite centraline. Queste sono collocate in modo tale da rappresentare l’intero territorio provinciale. A Ravenna, la centralina rappresentativa del territorio ravennate di tipo urbano, con attenzione pertanto alle polveri derivanti da traffico e riscaldamento, è collocata in Via Zalamella.
Poco prima di Natale la Regione ha diffuso il rapporto sulla Qualità dell’ambiente in Emilia-Romagna nel 2020. Dall’annuario si apprende che, per quanto riguarda l’aria ed il particolato, la stazione di Via Zalamella ha rilevato il superamento del livello massimo consentito nella concentrazione giornaliera di PM10 (50 µg/m3) 58 volte nel 2020. È importante considerare che, per legge, il livello massimo non dovrebbe essere superato più di 35 volte in un anno. Questo dato va poi unito a quello fornito dalle stazioni di monitoraggio che, invece, sono state collocate per rappresentare inquinamenti più specifici delle singole zone. Ad esempio, a Ravenna una centralina di questo tipo, per identificare le emissioni di tipo industriale/produttivo è quella del porto San Vitale. Lo scorso anno ha visto il superamento del limite massimo per il PM10 69 volte. Significa che nel 2020, l’anno del lockdown, a Ravenna ogni 5/6 giorni in media si è superato il limite massimo di PM10 a seconda che si trattasse di zona urbana o industriale.
La letteratura medica riporta gli esiti degli studi che correlano cancro e PM10: per ogni incremento di 10 µg/m3 di PM10 il rischio di cancro del polmone aumenta del 22%, un incremento che arriva al 51% se si considerano solo gli adenocarcinomi. I risultati dicono anche che rientrare nel limite massimo di legge, per evitare di contrarre il cancro, non basta. Si sono infatti registrati incrementi dei casi di tumore al polmone in gruppi di controllo comunque esposti a questo tipo di inquinamento benché non venissero superati i limiti massimi di legge.
Per un utile riferimento, lo scorso anno in provincia di Ravenna le morti attribuite al Covid secondo l’Istat sono state 514, un po’ meno del doppio delle sole morti per tumore alle vie respiratorie. Andrebbero poi considerate le altre patologie, meno letali, ma comunque impattanti sulla qualità della vita: dalle bronchiti croniche alle più comuni malattie dell’apparato respiratorio. Tanti studi poi hanno cominciato a correlare il livello di conseguenze del Covid-19 rispetto alle condizioni dell’apparato respiratorio dei contagiati.
Come Ravenna in Comune auspichiamo che questo contributo possa servire a non considerare con indifferenza le sempre più frequenti notizie di sforamento del limite di PM10 che ci giungono dalla stampa. Le conseguenze in termini di salute per la cittadinanza sono più importanti del relativo disagio rappresentato da misure di contenimento che a nulla servono. Se il benessere del territorio sta a cuore al Sindaco come ci ha raccontato finché durava la campagna elettorale, dovrebbe prenderne atto. L’azione politica più sbagliata, in questo senso, sarebbe proprio il ritorno alla normalità precedente il Covid-19 perché si tratta di una “normalità” che ci uccide.
[nella foto: il tratto conclusivo di via Zalamella a Ravenna all’incrocio con via Canalazzo. La centralina di monitoraggio ARPAE è indicata da una freccia rossa]
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La qualità dell’ambiente in Emilia-Romagna