Come noto il Consiglio di Stato ha messo la parola fine al sistema di proroghe su proroghe che continuava a spostare in avanti nel tempo la scadenza delle concessioni delle spiagge ad uso stabilimento balneare. Con il 2023, invece, lo Stato sarà costretto a riprendere in mano le spiagge (tutte demaniali) riconsiderando le assegnazioni attraverso gare pubbliche. Di fatto il “mondo balneare” smetterà di godere di una situazione di eccezionalità rispetto alla regola generale. Come comprensibile da parte degli stabilimenti balneari attualmente concessionari sono intervenute molteplici obiezioni rispetto alla decisione. Tra le problematiche avanzate c’è stata anche quella del rischio che nel processo di riassegnazione possa aversi una infiltrazione da parte di mafia, camorra e simili.
Su questo specifico aspetto è stato chiesto il parere di Massimo Manzoli. Massimo, oltre ad essere stato Consigliere Comunale per Ravenna in Comune, può a buon diritto essere considerato a livello locale, e non solo, una delle voci più attendibili sul tema “mafie”. Di seguito riportiamo uno stralcio dell’intervista che riproduciamo integralmente sul nostro sito.
«Un bando ben scritto dovrebbe evitare infiltrazioni. C’è invece un rischio altissimo dovuto alla crisi economica e all’emergenza sanitaria ma questo è indipendente dal meccanismo delle concessioni, non legherei il tema all’interruzione delle deroghe. In questi anni dal mondo balneare non sono arrivate denunce o segnalazioni di un interesse diretto da parte delle mafie eppure solo dalla prefettura di Rimini sono arrivate una decina di interdittive per soggetti legali al settore turistico alberghiero. Ai fini della legalità è meglio avere concessioni che passano attraverso un bando o il meccanismo attuale che in piena crisi economica lascia aperta la possibilità a chiunque di avvicinare gli operatori in difficoltà proponendo attività illegali? Purtroppo un prestanome può partecipare a un bando oppure bussare alla porta di uno stabilimento in difficoltà, ecco che torna la necessità di un bando per le concessioni scritto con molta attenzione».
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Manzoli: «Le infiltrazioni della criminalità? Quelle ci sono già, il vero pericolo è la crisi»
L’attivista anti Mafia analizza la situazione e invita a non demonizzare il filtro rappresentato dai bandi
La prospettiva di un bando per l’assegnazione delle concessioni balneare non spaventa l’ex consigliere comunale Massimo Manzoli dell’associazione La banda Open Ddb che si occupa di divulgazione antimafia nel territorio regionale e cura il sito www.mafiesottocasa.com. Il tema del maggior pericolo di infiltrazioni mafiose in un sistema di concorrenza aperta sollevato in passato non convince Manzoli che spiega.
«Un bando ben scritto dovrebbe evitare infiltrazioni. C’è invece un rischio altissimo dovuto alla crisi economica e all’emergenza sanitaria ma questo è indipendente dal meccanismo delle concessioni, non legherei il tema all’interruzione delle deroghe. In questi anni dal mondo balneare non sono arrivate denunce o segnalazioni di un interesse diretto da parte delle mafie eppure solo dalla prefettura di Rimini sono arrivate una decina di interdittive per soggetti legali al settore turistico alberghiero».
Il caso Aemilia
Manzoli ricorda il processo Aemilia e il caso della tentata acquisizione di uno stabilimento di Marina di Ravenna finito nell’inchiesta e non sminuisce l’entità del problema ma si chiede: «Ai fini della legalità è meglio avere concessioni che passano attraverso un bando o il meccanismo attuale che in piena crisi economica lascia aperta la possibilità a chiunque di avvicinare gli operatori in difficoltà proponendo attività illegali? Purtroppo un prestanome può partecipare a un bando oppure bussare alla porta di uno stabilimento in difficoltà, ecco che torna la necessità di un bando per le concessioni scritto con molta attenzione».
Chiara Bissi
Fonte: Corriere Romagna dell’11 novembre 2021