Il 20 agosto è morto un lavoratore. L’hanno visto a terra e hanno pensato a un malore. C’è voluta l’autopsia per scoprire che aveva “lesioni interne sospette e un quadro non sovrapponibile in modo univoco a quello di un decesso per cause naturali”. In maniera più diretta: è caduto perché colpito da qualcosa che l’ha ucciso mentre era al lavoro ma l’indagine dovrà accertare se qualcuno ha ricostruito la scena perché sembrasse un malore. Si trovava in un’azienda del porto, era di Ravenna e aveva 60 anni. Era un precario inviato a lavorare da un’agenzia di intermediazione. Dopo 6 giorni sarebbe andato in pensione.
Le morti per cause intervenute durante il lavoro fatte passare per malori o incidenti di altro genere sono sempre più frequenti. E non sono “solo” lavoratori irregolari, magari irregolari anche rispetto al permesso di soggiorno, ad essere spostati o perfino nascosti. Succede anche a lavoratori regolarmente assunti, anche nella “civile” Ravenna.
È successo anche a Lorenzo, sempre al porto, dentro un altro magazzino portuale di Ravenna. Aveva 58 anni e gli mancava solo un anno per andare in pensione. Lavorava di notte e l’hanno trovato da solo, a terra. Lì per lì sembrava un malore. Ma c’erano troppi elementi che portavano ai due coil, pesantissime bobine di acciaio: non aveva avuto scampo. Anche nel suo caso non lavorava per il proprietario del magazzino portuale: l’intermediario era una cooperativa di facchinaggio. A febbraio il processo ha visto l’assoluzione di tutti gli imputati. Non è stato ucciso da nessuno. Accolta la tesi della difesa: mancavano sufficienti riscontri e la dinamica dell’incidente presentava troppe lacune, al punto da far venir meno i presupposti di causalità e di colpa. Non c’erano le condizioni per raggiungere un profilo di certezza dal punto di vista della responsabilità penale, han detto i giudici.
È poi successo anche all’operaio caduto da una palazzina in ristrutturazione a Punta Marina, a cui era stato tolto il giubbetto con il logo della ditta con l’intenzione di spostarlo abbastanza distante per poter simulare un incidente stradale. Lui però si è salvato e ha raccontato tutto. Quante volte succede? Quante volte si scoprono? Quante volte si arriva alla condanna? E quelle rare volte in cui la sentenza di colpevolezza diventa definitiva la pena è eseguita? Nel caso di Punta Marina le sanzioni sono divenute definitive grazie al patteggiamento: pene tra i 6 e i 21 mesi. Sospese, però.
Va avanti da anni, per cui non stupisce “l’incidente” dello scorso agosto. Nella stessa azienda dove 10 anni fa era morto, schiacciato sotto il peso degli enormi sacchi che stava movimentando, un operaio 51enne di origine senegalese. Lavorava lì ma era dipendente di un’azienda di Godo.
E, altra domanda, quanto incidono le “intermediazioni”, il fatto di lavorare per qualcuno e essere dipendente di qualcun altro, sul verificarsi degli incidenti? La morte arriva di soppiatto senza che le azioni, le proprietà, le catene di comando, le responsabilità che costituiscono il contesto in cui i lavoratori sono colpiti e uccisi possano ricondursi a nomi e cognomi. A dei colpevoli.
Per noi di Ravenna in Comune tutto questo è significativo della deriva a cui è giunto il sistema. Finché i padroni dei luoghi dove avvengono le morti non sono condannati a pene effettivamente eseguite, le morti continueranno. Qualche volta le chiameranno malori. Qualche altra volta incidenti. Rischi del mestiere in cui il rischio è solo del lavoratore. Noi da che parte stare lo sappiamo: con le lavoratrici e i lavoratori. E pretendiamo la loro tutela. Gli altri partiti rappresentati in consiglio comunale preferiscono dire che stanno con “i produttori”. E da che parte stanno lo vediamo tutti i giorni.
[nella foto: ennesimo “incidente” al porto. Banchina di fronte allo stabilimento Bunge il 19 luglio 2020]
#RavennainComune #MassimoManzoli #Ravenna #lavoro #infortuni
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Ravenna, aperta inchiesta sulla morte di un lavoratore al porto
Fonte: Il Corriere di Romagna del 7 settembre 2020
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Morì schiacciato dai coil: tutti assolti. Manzoli (RiC): “Così i lavoratori muoiono da soli”
Fonte: RavennaToday del 6 febbraio 2020
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Messinscena per coprire un incidente sul lavoro: in quattro a giudizio
Fonte: RavennaToday del 9 novembre 2013
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Ravenna, travolto da diversi sacchi di fertilizzanti. Operaio perde la vita al porto
Osservazioni più che fondate; in provincia di RE l’altro ieri è morto un operaio caduto da 9 metri; stava facendo manutenzione elettrica ; aveva 62 anni; dalle sommarie ricostruzioni giornalistiche si sarebbe “mossa la piattaforma sotto i suoi piedi per un movimento accidentale (non provocato da lui) del carro ponte” ; almeno questa volta non viene evocato il luogo comune dell’errore umano; comunque sia sulla sicurezza delle opere provvisionali che sulla effettiva idoneità al lavoro anche in relazione alla crescita della età media dei lavoratori OCCORRE INCREMENTARE LA VIGILANZA PUBBLICA E POTENZIARE LA ATTIVITA’ DEGLI RRLLSS ai quali devono essere garantiti maggiori strumenti anche di indagine.
FATE MOLTO BENE A DENUNCIARE CON FORZA TUTTI QUESTI EVENTI .
Vito Totire, medico del lavoro