SENZA ALLARMISMI, IL NITRATO DI AMMONIO È VICINO AL CANDIANO A 10 KM DA RAVENNA

Nei giorni scorsi abbiamo più volte richiesto al Sindaco di Ravenna chiarimenti e rassicurazioni, a seguito dell’esplosione di Beirut, in relazione agli stoccaggi di nitrato di ammonio presenti nel porto di Ravenna. Ci è parso opportuno dopo che il Presidente dell’Autorità Portuale aveva drasticamente escluso l’esistenza di depositi nei porti italiani. Lo stesso Rossi ha successivamente meglio precisato cosa intendeva dire, per il porto di Ravenna, escludendo stoccaggi sulle banchine e ammettendo che da queste comunque il prodotto transita durante le operazioni portuali di carico e scarico. Ha ulteriormente ammesso la presenza di stoccaggi all’interno degli stabilimenti, negando però che questi siano entro l’area portuale. Poiché a noi risultava che il nitrato di ammonio fosse una produzione storica del petrolchimico sin dagli anni “50 del secolo scorso, prima direttamente da parte di ENI ed ora da parte di Yara Italia, abbiamo reiterato al Sindaco la richiesta.

Questa la domanda: «Chiediamo al Sindaco di riferire con urgenza circa l’inserimento o meno di Yara (o altri che trattino tale prodotto entro il territorio di Ravenna) tra i siti soggetti ai controlli della “Seveso” e, in caso positivo, puntuale informativa circa le ispezioni che avrebbero dovuto essere svolte come disposto dalla stessa “Seveso” (art. 27)».

Dal sito dell’Autorità Portuale riportiamo di seguito quanto riferito per Yara Italia: La società è autorizzata allo svolgimento dell’attività di impresa portuale per “conto proprio” ai sensi dell’articolo 16 della Legge 84/94 sulla sola banchina in concessione (autorizzazione n. 7 del 10/03/2004 – scadenza 31/12/2023).

È utile ricordare che nel porto di Ravenna tutte le attività di deposito sono svolte nelle aree portuali private in quanto il porto demaniale, diversamente da quanto accade negli altri porti italiani, è limitato alle sole banchine.

La stessa Yara, nel proprio sito, riporta la seguente descrizione per il sito produttivo di Ravenna (in Italia ne ha un altro a Ferrara): L’impianto è vicino alla costa nordorientale d’Italia ed è connesso al mare Adriatico dal canale di Candiano, a circa 10 Km dal centro della città di Ravenna.

Il Corriere di Romagna («A Ravenna 34 siti ad alto rischio di incidente») ricorda che solo grazie a Ravenna in Comune è stato possibile mettere a fuoco la presenza di nitrato d’ammonio in prossimità del Canale Candiano che precedentemente, un po’ frettolosamente, sembrava essere stata esclusa nelle prime dichiarazioni rilasciate dal Presidente dell’Autorità Portuale a Il Sole24Ore e pubblica una nota di Yara Italia (Yara: «Fertilizzanti prodotti in sicurezza. Nessun pericolo»):

 Yara, lo stabilimento di Ravenna produttore di nitrato di ammonio, tiene a chiarire che tutti gli accorgimenti necessari per trattare in sicurezza il prodotto sono rigorosamente rispettati. Lo fa per voce del direttore commerciale Francesco Caterini, «in attesa di un report ufficiale che chiarisca le cause e la dinamica dell’esplosione a Beirut». Una tragedia che ha comprensibilmente alzato la sensibilità anche dell’opinione pubblica locale su certe tematiche.

«I fertilizzanti a base di nitrato di ammonio sono sicuri se maneggiati in conformità con le normative UE e le linee guida del settore – argomenta il responsabile -. Non sono tossici da maneggiare e non possono bruciare o esplodere spontaneamente. Se esposti al calore o al fuoco, si può verificare una reazione ed i fertilizzanti possono decomporsi e rilasciare fumi tossici». Inoltre, prosegue, «Yara dispone di standard e procedure rigorose per ridurre al minimo i rischi nelle proprie operazioni. Abbiamo standard tecnici e di sicurezza dei processi, una gestione rigorosa del magazzino e della produzione, dipendenti competenti e procedure per eliminare i rischi ed un eccellente track record di sicurezza».

Quanto al deposito presso lo stabilimento produttivo di Ravenna, continua la nota, «è autorizzato dal Ctr e da Ispra e viene regolarmente ispezionato. Il deposito non è nell’area portuale ma all’interno del petrolchimico in area sicura e dotata di tutti i presidi di sicurezza e le accortezze richieste da vigili del fuoco con cui sono state svolte simulazioni antincendio. Lo stabilimento di Ravenna ha vinto il Green Leaf Award, prestigioso premio internazionale per ambiente e sicurezza». Infine, conclude Caterini, «la sicurezza è da anni una priorità per Yara, con l’obiettivo di zero incidenti, per garantire un posto di lavoro sicuro per chi lavora con noi ed un ambiente sicuro e pulito per chi vive vicino ai nostri stabilimenti».

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[Nella mappa del porto di Ravenna pubblicata sul sito di Assoporti, l’Associazione dei Porti di cui Daniele Rossi è Presidente, Yara è indicata al numero 15, all’interno del distretto chimico di ENI. Rossi aveva dichiarato a Il Sole24Ore: «Da quanto mi risulta non ci sono depositi di nitrato di ammonio nei porti italiani»]

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Dopo l’esplosione di Beirut, anche a Ravenna sale la paura per il nitrato di ammonio al porto

Fonte: Ravenna24ore del 9 agosto 2020 Nitrato di ammonio: le nostre domande al Sindaco

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