L’INSICUREZZA PERCEPITA E IL LADRO CHE DEFECA SUL TETTO

Ci permettiamo di dissentire dalla sottovalutazione delle aspettative di non intrusione nello spazio abitativo, nei negozi, nelle unità produttive. In altri termini, capita di sentir riferire che verrà prestata giusta attenzione alla insicurezza percepita perché il compito della polizia “è quello di garantire la sicurezza reale, seguendo e contrastando il trend dei reati concreti, ma non meno importante è la percezione di sicurezza dei cittadini, una giusta pretesa da soddisfare”. Capita anche che sentirlo dire non contribuisca a sentirsi rassicurati ma, almeno un po’, non capiti.

Perché, spulciando a caso tra le segnalazioni riportate dalla stampa, abbiamo nella stessa zona e a breve distanza di tempo tra un fatto e l’altro, una casa “attenzionata” verso le 3 del mattina, un’altra in cui i ladri (mancati) hanno defecato sulla tettoia pulendosi con panni stesi fuori della stessa abitazione, uomini incappucciati e a volto coperto che si aggirano all’interno di aree cortilizie, ecc. ecc. In questi casi non è stato commesso un furto, non c’è stata intromissione nel fabbricato, né violenza. Dunque, se la violazione dello spazio privato non è fatta oggetto di apposita denuncia, di quelle formali, sottoscritte, avanti Carabinieri o Polizia, non si contano. Non fanno numero.

Così come non fanno numero le violazioni del domicilio in cui i malfattori non sono riusciti a portare a termine il colpo o non hanno trovato nulla o… Anche qui, se ci si limita a telefonare al 118, non c’è statistica che tenga.

Calano i reati viene detto. È insicurezza percepita viene detto.

Secondo Foucault se non ci fosse paura di essere derubati o di essere fatti oggetto di violenza nessuno accetterebbe come normale il fatto che persone armate domandino documenti, effettuino perquisizioni, dispongano accertamenti, insomma limitino la libertà personale di ognuno di noi.

Lasciatecelo dire: ridurre l’insicurezza è di sinistra!

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