Si è concluso agosto con un altro incendio. Questa volta di tipo classico: ha interessato un deposito di rifiuti. La società coinvolta è Ciclat e il luogo è in località Bassette. Di seguito il comunicato del Comune:
“In relazione all’incendio in corso da alcune ore della serata di sabato 31 agosto in via Baiona, si comunica che lo stesso è presidiato dai Vigili del fuoco e dalle forze dell’ordine e appare circoscritto e sotto controllo. L’incendio interessa un cumulo di rifiuti non pericolosi e al momento non si rilevano situazioni di pericolo per la popolazione. I tecnici di Arpae (Agenzia regionale protezione ambiente Emilia Romagna) sono sul posto per le verifiche ambientali del caso. Le operazioni di spegnimento si protrarranno almeno per questa notte. Attualmente il vento è direzionato verso costa tra Marina di Ravenna e Marina Romea. Qualora il fumo raggiunga le abitazioni, in via cautelativa si raccomanda di chiudere le finestre. Il sindaco Michele de Pascale, i tecnici della Protezione civile comunale e la Prefettura sono in continuo contatto per monitorare l’evolversi della situazione. Qualora necessario, saranno forniti aggiornamenti”.
L’incendio dei rifiuti negli impianti di stoccaggio è tutt’altro che raro in Italia, tanto da spingere il Ministero dell’Ambiente, nell’emanazione di una circolare con le “Linee guida per la gestione operativa degli stoccaggi negli impianti di gestione dei rifiuti e per la prevenzione dei rischi”, nel gennaio scorso, ad esordire come di seguito: “Risulta noto che tutto il territorio nazionale è stato recentemente interessato da diffusi e frequenti episodi di incendi in impianti di trattamento di rifiuti, di maggiore o minore gravità. Tale fenomeno, nel destare forte preoccupazione in tutta la popolazione direttamente ed indirettamente interessata dai predetti episodi, ha reso necessario un confronto tra questo Dicastero unitamente al Dipartimento dei vigili del fuoco, alle amministrazioni regionali ed alle agenzie ambientali maggiormente interessate, per individuare in sinergia le più opportune iniziative atte a prevenire, o quanto meno a ridurre, i rischi connessi allo sviluppo di incendi presso impianti che gestiscono rifiuti”.
Si accerteranno le cause, sperabilmente, e le conseguenze, sperabilmente non influenzanti negativamente il già pessimo stato dell’aria ravennate. Anche perché, prima di questo, c’era stato un altro grosso incendio, a Lido Adriano, dove era andato a fuoco un fienile a metà agosto.
Intanto escono le prime notizie delle ricadute sui prodotti alimentari dell’incendio di Faenza che aveva preceduto di qualche giorno quello di Lido Adriano. La Procura lo aveva definito il più grande episodio di questo tipo mai registrato in Regione. Ausl Romagna prova a rasserenare gli animi: “Il presente rapporto è preliminare poiché sono al momento disponibili solo una parte dei risultati analitici. Per quanto riguarda dunque le analisi sui metalli, per tutti i campioni, sia di matrici vegetali sia animali, la concentrazione è risultata significativamente inferiore ai valori previsti dalle normative e non si osservano differenze significative con i campioni prelevati prima dell’incendio. I dati devono peraltro essere valutati tenendo presente che l’area di indagine in cui sono stati prelevati i campioni è un’area fortemente antropizzata, caratterizzata da un’agricoltura di tipo intensivo, dalla presenza di traffico veicolare e di numerose emissioni da attività produttive”. Come detto, il rapporto è preliminare, in quanto sono in corso le analisi relative alle “Determinazioni di diossine in 11 campioni vegetali e nei campioni di latte e del grasso di maiale“.
Riteniamo che, per quanto si continui ad assicurare che tutto è sotto controllo, la situazione degli incendi e delle loro conseguenze nel ravennate vada tenuta sotto stretta osservazione.
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