L’Assessore ai rifiuti in articulo mortis, Gianandrea “Giangi” Baroncini, sta facendo arrivare in tutte le case ravennati una “bella” letterina natalizia. Invece di fare gli auguri spiega a chi la riceve che sta per passare ad un nuovo balzello collegato al pessimo servizio rifiuti assegnato in monopolio alla multiutility Hera. E infatti la letterina la sottoscrive anche il responsabile di Hera, ossia della gallina dalle uova d’oro (per i soli azionisti) creata a tavolino dagli uomini del PD, cui l’assessor Giangi appartiene, a tutto svantaggio della cittadinanza. Il nuovo balzello si chiama Tariffa Corrispettiva Puntuale (TCP) che, passate le feste e gabbato lo santo, dal 1° gennaio 2025 sostituirà la TARI.
Se si chiede alla Regione Emilia Romagna, che l’ha prevista già dieci anni fa con la L.R. 16/2015, cosa si debba intendere per tariffa puntuale si legge la seguente definizione:
«La tariffazione puntuale è un sistema per la gestione dei rifiuti che consente di introdurre una tariffa calcolata in parte in base alla reale produzione di rifiuto conferito dall’utente».
L’articolo 5 della Legge Regionale ne spiega l’utilità: «La tariffazione puntuale è strumento per incentivare prioritariamente il contenimento e la riduzione della produzione di rifiuti e per potenziare secondariamente l’invio a riciclaggio delle diverse frazioni di rifiuti tramite le raccolte differenziate». In altri termini, commisurando il pagamento alla quantità di rifiuto indifferenziato conferito al servizio pubblico si cerca di indurre la cittadinanza ad adottare comportamenti virtuosi per diminuire il quantitativo di rifiuti non indirizzato alla raccolta differenziata, l’indifferenziato appunto.
Ravenna in Comune ha sempre sostenuto la validità di tale principio e dalla costituzione della lista ne ha chiesto l’introduzione da parte del Comune di Ravenna. Introduzione che a Ravenna arriva in ritardo, visto che doveva essere esteso a tutta la Regione nell’anno che si sta concludendo. Dobbiamo tuttavia registrare che, come sempre avviene, l’Amministrazione ravennate sta operando le scelte sbagliate e cercando scappatoie per allontanarsi dall’intento previsto.
Per corrispondere all’intento, infatti, si sarebbe dovuto attuare quanto previsto dalla Legge Regionale al predetto articolo 5 (comma 3, lettera d): «misurazione del peso tramite pesatura dei rifiuti conferiti dai singoli utenti attraverso contenitori dedicati, oppure tramite uso di sacchetti contrassegnati, o mediante dispositivi di pesatura nei contenitori di raccolta per più utenti, oppure sistemi di pesatura nei centri di raccolta». Invece, d’accordo con Hera e per favorire quest’ultima, il metodo utilizzato sarà quello del numero delle volte in cui il contenitore è consegnato. Non verrà tenuto in alcun conto il quantitativo di rifiuti indifferenziati effettivo ma verrà invece contabilizzato il numero dei ritiri dei contenitori indipendentemente dal peso dei rifiuti realmente conferiti. Non si paga per quanto rifiuto indifferenziato viene smaltito ma per quante volte il contenitore dei rifiuti viene prelevato dall’operatore se queste superano il massimale consentito.
Per quanto ciò sia consentito dalla Legge Regionale, è evidente come tale metodica, non ricollegandosi in alcun modo alla quantità reale di rifiuti indifferenziati, sia mancante proprio nell’incentivazione del comportamento virtuoso da parte della cittadinanza che la stessa Legge Regionale vorrebbe promuovere.
Tale scelta della Giunta è da biasimarsi. Così come è da biasimarsi che non abbia provveduto a scusarsi della disparità di trattamento riservata alla cittadinanza a seguito del disservizio nel recapito dei bollettini della TARI 2024: chi l’ha ricevuta correttamente, infatti, si è ritrovato l’obbligo di pagamento entro il 31 dicembre prossimo, mentre chi non l’ha ricevuta si vedrà applicata una proroga di 4 mesi, al 30 aprile 2025. E come l’abbiamo biasimata per aver dirottato su Hera le donazioni per l’alluvione a ristorarla dei mancati incassi della TARI 2023 per gli stessi alluvionati. E come va biasimata per il servizio porta a porta che non soddisfa, come non soddisfa e non può soddisfare l’abbandono di rifiuti stradale, eccetera eccetera.
Sulla base dell’esperienza Ravenna in Comune teme inoltre che nel passaggio alla finta tariffa puntuale si vedrà, ad elezioni comunali svolte (non a caso è previsto il 2026 per l’effettiva entrata in vigore), un ulteriore aumento a seguito di quelli, che pure abbiamo biasimato, visti in questi ultimi anni. In conclusione, di puntuale, anche questa volta, ci sarà solo l’ennesima fregatura.
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Ravenna, dal primo gennaio parte la tariffa puntuale sui rifiuti. Hera: “Ecco come funzionerà”