Oggi è ritornata a Ravenna la Ocean Viking, la nave di salvataggio di Sos Méditerranée Italia, con il suo prezioso carico di 163 vite umane. Le prime 34 erano state salvate il 12 dicembre mentre galleggiavano su un gommone sovraffollato in acque internazionali. Nonostante non fossero in acque libiche una motovedetta libica aveva minacciato l’equipaggio: per qualcuno si tratta di vite umane, per qualcun altro, foraggiato con risorse italiane, si tratta di schiavi da riportare indietro. Altre 129 persone, che si trovavano su un peschereccio di 15 metri in acciaio nel Mar Ionio dopo essere partite dalla Turchia, sono state salvate il 14 dicembre. Nessun corpo è stato trovato invece vicino alla barca in vetroresina, rovesciata con ancora i motori, intercettata tra i due salvataggi. La stragrande maggioranza proviene dall’Afghanistan (Paese sicuro anche quello?).
Ravenna in Comune ringrazia Sos Méditerranée per quanto sta facendo al fianco delle altre organizzazioni umanitarie. Senza di loro la strage di innocenti sarebbe ancora più grande. Negli ultimi 10 anni il Mediterraneo ha risucchiato circa 30mila vite umane. Non merita nessuna comprensione il Governo italiano nella sua propaganda grondante sangue. Ma non si salva nemmeno il centrosinistra che ha contribuito alla pari con il centrodestra nell’ultimo quarto di secolo a mettere in piedi il sistema repressivo attuale. Un sistema complesso, intriso di neocolonialismo e di complicità tra trafficanti di uomini, sfruttatori vari, capitalismo spremitutto e militari in cerca di prede. La “chicca” finale è rappresentata dall’ultimo tratto di viaggio a cui vengono costretti quanti vengono già da transiti lunghissimi. Ravenna ad esempio rappresenta altri quattro giorni di viaggio su un naviglio che non offre comode cabine pur garantendo servizi essenziali alla sopravvivenza.
Proprio per questo come Ravenna in Comune insistiamo perché almeno l’arrivo a Ravenna non sia semplicemente un altro dei tanti anelli che legano i migranti alla catena della schiavitù imposta dal neoliberismo neocoloniale. L’ancora per poco Sindaco de Pascale ha detto che il passaggio per Ravenna «È l’unico anello di una catena che funziona». Non è affatto vero. Anche oggi tutto verrà condotto in assenza di una stabile organizzazione dell’accoglienza. L’Ocean Viking attracca alla sperduta banchina della Fabbrica Vecchia (al momento priva di qualunque altro utilizzo) mentre altre navi sono state dirottate verso banchine commerciali o al terminal passeggeri. L’accoglienza medica e di polizia oggi è prevista al Pala de André. Altre volte appena sbarcati sono stati spostati al circolo Canottieri alla Standiana ed altre ancora sono rimasti sulla banchina di sbarco. Tra tutte le navi sono arrivate 1.676 persone dal 1° gennaio 2022. Un numero ridicolo per un porto che si vanta di saper gestire 2/300.000 croceristi all’anno. Eppure a tutt’oggi si improvvisa volta a volta.
Ravenna in Comune domanda al Prefetto Raffaele Ricciardi, alla sua prima volta con un arrivo di migranti su Ravenna, di dotare la Città di una stabile organizzazione individuando assieme all’Amministrazione Comunale e a quella Portuale una banchina appropriata ed un luogo, possibilmente prossimo all’accosto, dove effettuare i successivi procedimenti di natura sanitaria e amministrativa. Probabilmente quello di oggi è stato l’ultimo sbarco del 2024. Chiediamo che dal 2025 l’accoglienza a Ravenna sia effettuata in maniera strutturata, degna della tradizione di accoglienza della nostra Città. Smettiamo di essere complici della strategia del Governo di trasformare la destinazione di Ravenna in un luogo di ulteriore sofferenza.
[nell’immagine: un momento del salvataggio del 14 dicembre]
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Prefettura: Ravenna ancora una volta Porto sicuro per l’arrivo della nave Ocean Viking con 163 migranti a bordo