Leggiamo delle critiche rivolte dal Consiglio d’Europa agli italiani Centri di permanenza per il rimpatrio (CPR). Sono state mosse dall’apposito Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti dopo visite a quattro centri: Milano, Gradisca, Potenza e Roma. Il Comitato del Consiglio d’Europa ha riscontrato diversi casi di maltrattamenti fisici e uso eccessivo della forza da parte del personale di polizia. Il rapporto critica l’assenza di un monitoraggio rigoroso e indipendente ed i tentativi di nascondere l’esistenza stessa di trattamenti di questo tipo. È inaccettabile la normale somministrazione di psicofarmaci non prescritti diluiti in acqua agli internati. Così come la pratica del trasporto degli internati da parte della polizia mantenuti per ore a digiuno e senza bere. Si è trovato vergognoso che l’ambiente sia equivalente a quello di un carcere duro: una tripla maglia metallica alle finestre e cortili di passeggio simili a gabbie. Altre forme di tortura praticata riguardano l’indecenza del cibo fornito alle persone trattenute e la mancanza distribuzione di articoli da toilette. Il rapporto ha concluso che, in particolare per quanto riguarda le condizioni materiali molto carenti, l’assenza di un regime di attività, lo sproporzionato approccio alla sicurezza, la qualità variabile delle prestazioni sanitarie e la mancanza di trasparenza nella gestione dei CPR da parte di società private, rende meritevole di condanna l’applicazione di un modello di questo tipo da parte dell’Italia anche in un contesto extraterritoriale, quale l’Albania.
Leggiamo dell’arrampicata sugli specchi tentata dalle destre di Governo per difendersi senza peraltro riuscirci. Lo stridio delle unghie sulla superficie vetrosa fa sinceramente pena. Ma non va meglio che l’opposizione, specie il PD, trovi il coraggio per criticare Governo e CPR definiti «Mezzi oramai utili solo alla pura propaganda dell’odio, mentre si è di fronte al totale vuoto di scelte nazionali per gestire e regolamentare i flussi nel nome della loro emersione». Così Pierfrancesco Majorino, responsabile Politiche migratorie nella segreteria nazionale del PD. E la Segretaria Elly Schlein aggiunge: «Quello che è emerso è molto grave. Vanno garantiti i diritti fondamentali anche delle persone che si trovano private della libertà».
Peccato che i CPR siano frutto del decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13, emanato dal Governo a guida piddina di Paolo Gentiloni con il Ministro dell’Interno Marco Minniti, convertito con modificazioni dalla L. 13 aprile 2017, n. 46. Non sono figli del centrodestra, dunque. Il centrodestra aveva voluto i CIE, i Centri di identificazione ed espulsione, istituiti dal Governo di Silvio Berlusconi con Ministro dell’Interno Roberto Maroni, con il decreto-legge del 23 maggio 2008, n. 92 poi convertito in legge (L. 125/2008), che nel 2017 hanno cambiato nome in CPR. Tutti questi, d’altra parte, sono gli eredi naturali dei Centri di Permanenza Temporanea (CPT), istituiti dalla c.d Legge Turco-Napolitano n. 40/1998 promossa dal Governo di Romano Prodi che aveva come Ministro dell’Interno Giorgio Napolitano, successivamente Presidente della Repubblica, e come Ministro della Solidarietà sociale Livia Turco.
In mezzo ci stanno modifiche normative volta a volta introdotte da centrodestra e centrosinistra in una gara a chi bastona di più i cittadini di paesi terzi per i quali l’invenzione di un permesso di ingresso e la necessità di doversi dotare di un permesso di soggiorno trasforma in irregolari, meritevoli di per sé di forme di detenzione sempre più feroce.
Diciamo alle politicanti ed ai politicanti di centrodestra e centrosinistra, che con le mani grondanti di sangue e con il petto gonfio di razzismo, vi scambiate reciprocamente accuse con termini che per primi dovreste applicare a voi stesse e stessi, che meritate di provare in prima persona quella condizione. Tutte e tutti. Vi auguriamo con ogni sincerità di essere ficcate e ficcati in una gabbia e trovarvi impasticcate e impasticcati da mattina a sera, al freddo, senza un cibo decente, costrette e costretti a subire umiliazioni di ogni sorta, fino ad ammalarvi, compiere gesti inconsulti, fino ad uccidervi per disperazione. E, dopo la morte, siate maledette e maledetti dai famigliari di quelle persone che avete costretto in quei centri di detenzione per mesi e anni dopo che avevano viaggiato a loro volta per mesi e anni, rimanendo invischiati in altri centri di detenzione all’estero. Altro non meritate. Nessuna pietà per voi. Per farla breve: ci fate schifo.
#RavennainComune #Ravenna #migranti #razzismo
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CONSIGLIO D’EUROPA
Il Comitato contro la tortura pubblica un rapporto sulla visita ad hoc in Italia