IL VOTO PER SERRA E’ CONTRO IL REGIME

Si è conclusa una campagna elettorale che si dovrebbe definire vergognosa se non fosse piuttosto corretto parlare di campagna di regime. La grancassa mediatica, da TeleMeloni in avanti, con la stampa distribuita in edicola e online, nazionale e locale, si è comportata come se vi fossero solo due candidature alla presidenza della Regione e solo due posizioni, quella della coalizione di centrodestra e quella della coalizione di centrosinistra: per il centrodestra Elena Ugolini, per il centrosinistra Michele de Pascale. Solo che non è questa la realtà elettorale. Le candidature ammesse e presenti sulla scheda sono infatti 4 e non solo 2. Ma le altre due non sono parte del sistema, del giochino per cui si fa finta di scegliere tra più alternative che invece non sono tali. Centrodestra e centrosinistra, e quindi Ugolini e de Pascale, condividono tutto. Il loro programma economico, le loro idee sui servizi che deve fornire la Regione, la loro sudditanza al grande capitale privato, specie quello finanziario speculativo, perfino il loro orientamento internazionale è lo stesso. Si sono sforzati i cervelli del marketing per trovare qualche slogan che li facesse apparire diversi ma i risultati sono stati scarsini. In fin dei conti entrambe le parti vogliono una Regione che continui ad impermeabilizzare terreni, con piattaforme logistiche, case e casette, centri commerciali e giù di lì. Entrambi i loro candidati vogliono mantenere una sanità pseudo-pubblica in cui la percentuale di servizi forniti dal sistema privato convenzionato continui a crescere a dismisura mangiandosi risorse e personale a scapito dei servizi autenticamente pubblici. Il modello energetico, produttivo, commerciale della Regione lo condividono e non vogliono che cambi di una virgola. Nessuna importanza è data al prezzo da pagare se non a parole: aria irrespirabile, disastri idrogeologici, mareggiate del mare fogna, morti e feriti sul lavoro, morti e feriti sulle strade… sono cose da mettere in conto e non da mettere in discussione perché fanno parte del sistema condiviso.

La campagna elettorale è stata condotta sulla base di una disparità di mezzi economici e di potere mediatico tra i due candidati del sistema e i due candidati fuori dal sistema di una evidenza sconvolgente. Non solo. Il sistema mediatico ha fatto di tutto per escludere dalle poche occasioni in cui si potevano mettere a confronto idee, programmi, ma anche dignità e coerenza, i candidati scomodi. Ugolini si è addirittura fatta notare per aver rinunciato ai dibattiti che ha ritenuto scomodi. De Pascale ha preferito prender su tutto, al punto da non farsi più vedere per mesi in Consiglio Comunale (dove in effetti compariva poco anche prima), fino a rendersi latitante come Sindaco (pur continuando a percepire regolarmente tutte le spettanze economiche). Ma per quei due è stata una scelta, gli altri due sono stati esclusi d’autorità dalla possibilità di essere considerati un’alternativa conosciuta e riconosciuta al sistema delle finte alternanze.  

Il progetto condiviso di centrodestra e centrosinistra è quello di considerare il sistema chiuso a scomodi intrusi. Quel tipo di comportamento elettorale che i media indicano come caratteristico di regimi stranieri ritenuti pseudo-democratici, anche quando le elezioni si tengono, perché le opposizioni reali al sistema sono oscurate, è stato ampiamente adottato in Emilia-Romagna dalle dimissioni di Bonaccini in avanti.

Ravenna in Comune si è presentata alle urne in opposizione e alternativa a de Pascale nel 2016 ottenendo l’elezione di Raffaella Sutter al terzo posto tra tutti i consiglieri del Consiglio Comunale per numero di voti. Tra le 12 liste che figuravano sulla scheda Ravenna in Comune si classificò quinta per voti espressi. Abbiamo già annunciato che parteciperemo alla campagna elettorale per le elezioni comunali che si terranno l’anno prossimo a causa delle imminenti dimissioni di de Pascale. Eppure è stato completamente oscurato il nostro comunicato con il quale abbiamo invitato il nostro potenziale elettorato ad esprimere il 17 e il 18 novembre la preferenza per la lista “Emilia Romagna per la pace, l’ambiente e il lavoro” e il voto per il candidato alla presidenza Federico Serra.

Ancora più vergognosa, se possibile, è stata la deliberata esclusione di Federico Serra e di Luca Teodori dal dibattito organizzato giovedì al Teatro Duse di Bologna dal maggior quotidiano locale cittadino. Non fosse stato abbastanza, abbiamo appreso direttamente da Serra (video sulla sua pagina fb) dell’intervento della Digos per non ammetterlo dentro al teatro.

Come Ravenna in Comune denunciamo vigorosamente la deriva antidemocratica in atto da parte di un sistema di governo che vede la complicità di centrodestra e centrosinistra per sottrarre all’elettorato ogni possibilità di scelta per un’alternativa al modello neoliberista del pensiero unico. Invitiamo le cittadine e i cittadini a non reagire a questo scempio disertando le urne, perché ciò è quello che vogliono centrodestra e centrosinistra: meno persone votano e più contano che nulla cambi per loro, a Roma come a Bologna o a Ravenna. La miglior reazione e più efficace è dunque esprimersi democraticamente con il voto, nella giornata del 17 novembre e sino alle ore 15.00 del lunedì seguente, tracciando un segno sul contrassegno della lista “Emilia Romagna per la pace, l’ambiente e il lavoro” ed esprimendo una o due preferenze (in quest’ultimo caso di genere diverso) tra le quattro candidature della provincia di Ravenna: Giovanni Gavelli e Marisa Iannucci, Roberto Gentilini e Franca Mori.  

Ora e sempre Resistenza con il voto!

[nell’immagine: la Digos impedisce a Federico Serra di entrare dentro il Teatro Duse di Bologna e partecipare all’ultimo confronto elettorale come candidato alla Presidenza della Regione il 15 novembre]

#RavennainComune #Ravenna #elezioniregionali #EmiliaRomagna

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I comunisti contro il «monopolio» De Pascale-Ugolini: «Due proposte uguali»

Fonte: Ravenna & Dintorni del 15 novembre 2024

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