Non c’è nessuna differenza politica sostanziale tra centrodestra e centrosinistra, a parte qualche ricercata (con difficoltà) diversità su alcuni temi “cattura allocchi”. Ieri Ravenna ha avuto l’occasione di sperimentare una volta di più questa verità che entrambe le coalizioni fanno di tutto per nascondere. Alla firma del contratto per realizzare poco meno di un chilometro di diga in mezzo al mare era presente infatti il Ministro Salvini. E la conferma dell’indistinguibilità tra due presunte alternative politiche, rispetto ai fondamentali economici, è uscita proprio dalla sua bocca: «A volte è più facile che ci si scontri con dei no a livello territoriale. Invece quando prevalgono i sì arriva lo sviluppo. Qui c’è stata e c’è unione di intenti, a prescindere dai colori».
Traduzione per i distratti. Davanti alle spiagge turistiche ravennati (proprio quelle che centrodestra e centrosinistra raccontano di voler difendere da una presunta imminente invasione di bagnini stranieri) deve arrivare un rigassificatore. A Ravenna non serve. Al Paese nemmeno. La scommessa di questo e dei governi precedenti (centrodestra e centrosinistra, appunto, nulla cambia) è che dall’Italia e da Ravenna si riesca a far transitare il gas metano diretto in Europa dopo che si sono appositamente sabotati i gasdotti Nord Stream che lo avrebbero trasportato a costi enormemente inferiori. Come scommessa è persa in partenza: di gas c’è sempre meno bisogno in Europa (e anche in Italia) e le alternative alla realizzazione del progetto ravennate sono già adesso più di quante ne servano. Chi ci guadagnerà sicuramente, però, sono proprio i soggetti che hanno manovrato centrodestra e centrosinistra per andare avanti con questa idea sballata: SNAM e ENI in testa a tutti. Chi perderà? I soliti noti: la popolazione italiana e quella ravennate in particolare. L’Italia vedrà buttate letteralmente via un mucchio di risorse economiche utili solo per i bilanci delle imprese della lobby del fossile. Inoltre perderà un’altra occasione per assumere un ruolo guida in settori energetici promettenti ma invisi agli interessi del cane a sei zampe che, inutile ricordarlo, mantiene il comando in tutti i ministeri chiave sia quando al governo c’è il centrodestra che quando c’è il centrosinistra. O qualcuno pensa che sia un caso se il grande capo di Metanopoli sia sempre stato confermato negli ultimi dieci anni nonostante la presunta alternanza al Governo? Ravenna subirà un danno turistico, al porto, alla pesca e ambientale. E poi si assumerà un enorme rischio senza nemmeno la valutazione secondo la legge Seveso.
Per il rigassificatore la propaganda di regime (anche qui con il sostegno bipartisan) sosteneva che Ravenna fosse in grado di ospitare una nave senza bisogno di alcuna infrastruttura. Invece si stanno sostenendo costi esclusivamente destinati a quella operazione per un valore ad oggi stimato attorno al miliardo e mezzo di euro, compresa la diga da un chilometro in mezzo al mare, che dovrebbe servire a mettere in sicurezza le metaniere davanti a Ravenna. Sarà pronta solo fra un paio di anni, al costo di più di 200 milioni di euro, ma le navi contano di farle arrivare dall’anno prossimo. E la sicurezza? Centrodestra e centrosinistra chiudono occhi e orecchie, ma basta un solo errore, una sola volta, perché il disastro sia, come diceva Piero Angela, «l’incidente più catastrofico immaginabile fra tutte le fonti energetiche». Del resto centrodestra e centrosinistra hanno allegramente approvato l’arrivo del rigassificatore in Consiglio Comunale. Dunque ha pienamente ragione Salvini a dire che, quando si tratta di genuflettersi ai poteri forti, a Ravenna sempre «c’è stata e c’è unione di intenti, a prescindere dai colori».
Ravenna in Comune crede nella possibilità di un cambiamento. Vogliono farci credere che non ci sia alternativa e che tanto valga starsene a casa piuttosto che votare, ma non è così. Tra pochi giorni avremo la possibilità di dire a Salvini che si sbaglia. Lo possiamo fare non votando de Pascale e Ugolini. Cosa voglia Teodori (vaccini a parte), sinceramente, non lo abbiamo capito. Ma Federico Serra, per la lista “Pace, ambiente, lavoro”, invece, ha un programma chiarissimo: «bloccare il rigassificatore di Ravenna». L’alternativa a centrodestra e centrosinistra si può costruire. Anche in Emilia-Romagna. Anche a Ravenna. Finalmente è possibile votare no al rigassificatore, non sprechiamo questa possibilità.
[nell’immagine: manifestazione nazionale a Ravenna per protestare contro la realizzazione dell’impianto di rigassificazione]
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Al via i lavori per la diga da 200 milioni che proteggerà il rigassificatore. Salvini: “Ravenna esempio di chi guarda al futuro”