‘A NUTTATA CHE NON PASSA

Ieri, 3 ottobre, è stata emanata dal Comune di Bagnacavallo ordinanza di evacuazione per tutte le zone colpite dall’alluvione dello scorso 19 settembre. Il Prefetto di Ravenna ha rivolto «un accorato appello alla popolazione coinvolta a mettersi al sicuro». A Ravenna il Sindaco ha richiamato a: «evitare il più possibile gli spostamenti non necessari; prestare la massima attenzione ai livelli dei fiumi e dei canali; stare lontani dagli argini dei fiumi e dei canali e dalle zone allagabili, moli, dighe foranee e spiagge; non accedere ai capanni; non accedere ai sottopassi se allagati; in caso di allagamenti non accedere a locali interrati e recarsi ai piani più alti; fissare gli oggetti sensibili agli effetti della pioggia, della grandine e del vento; controllare i propri sistemi di deflusso delle acque meteoriche». Traversara aveva appena festeggiato la fine della precedente emergenza ed ora si trova di nuovo sottoposta ad integrale evacuazione. Come, del resto, Borghetto e Boncellino. E Borgo Durbecco, a Faenza, che dalle alluvioni è già stato travolto tre volte in 16 mesi.

Ieri era anche la giornata della Memoria e dell’Accoglienza istituita in seguito al naufragio nel corso del quale, il 3 ottobre del 2013, al largo dell’isola di Lampedusa, fu accertata la morte di almeno 368 persone, in prevalenza di nazionalità eritrea. Uomini donne e bambini in fuga perché alla ricerca di una vita migliore. Le migrazioni avvengono a causa di guerre e persecuzioni ma anche a causa di disastri naturali. E si svolgono sia verso Paesi molto lontani da quello di provenienza che, ed è la situazione prevalente, in aree adiacenti nello stesso Paese o in quelli immediatamente confinanti. Secondo l’ultimo Global Report on Internal Displacement, a fine 2022 in tutto il mondo erano circa 32,6 milioni gli sfollati cosiddetti “interni” a causa dei disastri naturali aggravati dalla crisi climatica rispetto ai 28,3 milioni sfuggiti a conflitti e violenza.

I migranti “interni” a causa dei disastri naturali sono gli “sfollati climatici”, ossia coloro indotti agli spostamenti dalla crisi climatica. A differenza di quanti sfuggono a guerre e violenze, le narrazioni che prevalgono intorno alla figura degli sfollati climatici hanno in comune la pressoché totale assenza di empatia nei loro confronti nei Paesi occidentali come il nostro. Come se la migrazione fosse uno sfizio e quindi giustificasse una certa antipatia per la figura dei migranti ed il disinteresse per la loro sorte. Ovviamente non è assolutamente accettabile un atteggiamento di questo tipo a livello etico e politico. Per giunta è un atteggiamento socialmente miope: non si tratta di fenomeni così lontani da noi. Le carte che illustrano il Report ci fanno vedere che anche aree un tempo non interessate dalle migrazioni climatiche, come l’Europa, hanno cominciato a conoscerle. Prima di colpire la Romagna, il mese scorso le alluvioni che si accompagnavano al ciclone Boris avevano interessato Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Romania, Austria e Ungheria.

Come Ravenna in Comune rifiutiamo categoricamente l’inevitabilità che alla pioggia si associ la paura come sentimento naturale. La cittadinanza pretende che le Amministrazioni pubbliche centrali, rette dal centrodestra, e locali, rette dal centrosinistra, invece di rimpallarsi le reciproche responsabilità, agiscano. Sono necessari e indispensabili provvedimenti immediati, per la messa in sicurezza degli abitati. Occorrono anche interventi di medio periodo che prendano finalmente atto che i fiumi non sono condotte per il trasporto veloce delle acque e consentano a queste di allargarsi prima di giungere agli abitati. Vanno anche considerate azioni di più ampio periodo con le indispensabili ridislocazioni di urbanizzazioni non difendibili e la cancellazione di nuove autorizzazioni a costruire in aree inidonee. Nonché, ovviamente, va affrontato il più ampio tema dei gas climalteranti che si continua a voler dimenticare.

Quello che non è accettabile è che ad ogni pioggia la cittadinanza debba rassegnarsi a rintanarsi in un palasport in attesa che passi ‘a nuttata. Perché, così continuando come se nulla andasse cambiato, ‘a nuttata non passerà mai da sola.

[Nell’immagine: i salvataggi degli abitanti di Traversara recuperati dai tetti con gli elicotteri il 19 settembre 2024]

#RavennainComune #Ravenna #alluvione #cementificazione

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Territori vulnerabili dopo l’ultima alluvione: evacuazioni a Traversara, Boncellino e Faenza

L’invito alla cittadinanza è sempre quello di seguire le indicazioni delle Autorità, evacuando la propria abitazione se richiesto e adottando le misure di autoprotezione

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p data-amp=”amp-abstract”>Fonte: Ravenna Today del 3 ottobre 2024

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