ULTIMI SUONI DA RADIO MAGALLANES – COSE FUORI DAL COMUNE

Radio Magallanes è stata l’ultima emittente radiofonica a rimanere in contatto con il Presidente della Repubblica del Cile l’11 settembre 1973, cinquantun anni fa. Prima di cessare per sempre le trasmissioni, subito dopo la diretta dell’ultimo discorso alla Nazione pronunciato da Salvador Allende dal Palazzo de La Moneda, venne mandato in onda El pueblo unido jamás será vencido. Il brano musicale venne interrotto dall’entrata nella radio dell’Esercito golpista alle 10.20. Alle 10.30 unità dell’Esercito aprirono il fuoco contro il Palazzo de La Moneda. Salvador Allende moriva ed iniziavano i quindici anni della feroce dittatura fascista di Augusto Pinochet impiantata in Cile dagli Stati Uniti. Ricordiamo l’anniversario con le ultime parole di Allende, tradotte in italiano, diffuse da Radio Magallanes:

«Sicuramente questa sarà l’ultima opportunità in cui posso rivolgermi a voi.

La Forza Aerea ha bombardato le antenne di Radio Magallanes.

Le mie parole non contengono amarezza bensì disinganno.

Che siano esse un castigo morale per coloro che hanno tradito il giuramento: soldati del Cile, comandanti in capo titolari, l’ammiraglio Merino, che si è autodesignato comandante dell’Armata, oltre al signor Mendoza, vile generale che solo ieri manifestava fedeltà e lealtà al Governo, e che si è anche autonominato Direttore Generale dei carabinieri.

Di fronte a questi fatti non mi resta che dire ai lavoratori: Non rinuncerò! Trovandomi in questa tappa della storia, pagherò con la vita la lealtà al popolo. E vi dico con certezza che il seme affidato alla coscienza degna di migliaia di Cileni, non potrà essere estirpato completamente.

Hanno la forza, potranno sottometterci, ma i processi sociali non si fermano né con il crimine né con la forza. La storia è nostra e la fanno i popoli.

Lavoratori della mia Patria: voglio ringraziarvi per la lealtà che avete sempre avuto, per la fiducia che avete sempre riservato ad un uomo che fu solo interprete di un grande desiderio di giustizia, che giurò di rispettare la Costituzione e la Legge, e così fece.

In questo momento conclusivo, l’ultimo in cui posso rivolgermi a voi, voglio che traiate insegnamento dalla lezione: il capitale straniero, l’imperialismo, uniti alla reazione, hanno creato il clima affinché le Forze Armate rompessero la tradizione, quella che gli insegnò il generale Schneider e riaffermò il comandante Ayala, vittime dello stesso settore sociale che oggi starà aspettando, con aiuto straniero, di riconquistare il potere per continuare a difendere i loro profitti e i loro privilegi.

Mi rivolgo a voi, soprattutto alla modesta donna della nostra terra, alla contadina che credette in noi, alla madre che seppe della nostra preoccupazione per i bambini.

Mi rivolgo ai professionisti della Patria, ai professionisti patrioti che hanno continuato a lavorare contro la sedizione auspicata dalle associazioni di professionisti, dalle associazioni classiste che hanno difeso anche i vantaggi di una società capitalista.

Mi rivolgo alla gioventù, a quelli che cantarono e si abbandonarono all’allegria e allo spirito di lotta.

Mi rivolgo all’uomo del Cile, all’operaio, al contadino, all’intellettuale, a quelli che saranno perseguitati, perché nel nostro paese il fascismo ha fatto la sua comparsa già da qualche tempo; negli attentati terroristi, facendo saltare i ponti, tagliando le linee ferroviarie, distruggendo gli oleodotti e i gasdotti, nel silenzio di coloro che avevano l’obbligo di procedere. Erano d’accordo. La storia li giudicherà.

Sicuramente Radio Magallanes sarà zittita e il pacato timbro metallico della mia voce non vi raggiungerà più. Non importa. Continuerete a sentirla. Starò sempre insieme a voi. Perlomeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno che fu leale con la Patria.

Il popolo deve difendersi ma non sacrificarsi. Il popolo non deve farsi annientare né crivellare, ma non può nemmeno umiliarsi.

Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi. Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore.

Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!

Queste sono le mie ultime parole e sono certo che il mio sacrificio non sarà invano, sono certo che, almeno, sarà una lezione morale che castigherà la fellonia, la codardia e il tradimento».

#RavennainComune #Ravenna #Cile #SalvadorAllende #RadioMagallanes

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Salvador Allende, 11 settembre 1973, ultimo discorso

Fonte: Associazione Nazione di Amicizia Italia Cuba dell’11 settembre 2023

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