È iniziato il viaggio per arrivare alle elezioni di primavera con il simbolo di Ravenna in Comune sulla scheda.
Oggi è il compleanno di Ravenna in Comune. Nove candeline da spegnere tutte in una volta esprimendo un desiderio. Il 19 agosto 2015, in una conferenza stampa al Caffè Letterario di Ravenna, comunicavamo la nascita di un nuovo progetto politico, innovativo per il nostro Comune: una lista civica, supportata da un movimento di cittadinanza attiva, a cui guardava con benevola attenzione tutto l’insieme di organizzazioni politiche più o meno strutturate che dichiaravano di proporsi in forma alternativa e antagonista al centrosinistra, oltre che al centrodestra. L’obiettivo? Partecipare alle elezioni amministrative che si sarebbero svolte l’anno seguente e che avrebbero segnato la fine di un ciclo, vista l’impossibilità di un terzo mandato da parte del Sindaco del PD allora in carica. Per fare cosa? Per riassumere in poche parole quella che era un’articolata proposta di rivoluzione amministrativa nel governo della città, possiamo ritornare all’appello che lanciammo di lì a qualche giorno:
«Noi amiamo Ravenna e per questo la vogliamo pubblica e al servizio del cittadino. Le privatizzazioni, camuffate o meno, distruggono il tessuto delle relazioni e il benessere economico di una città. Questo deve portare al centro la dignità assoluta del lavoro, valore fondante di Ravenna. Salute, ambiente ed economia devono stare insieme. Migliorare la sanità pubblica come effettivo diritto universale è un obiettivo prioritario. La laicità è un valore fondante della nostra impresa. Sapere ed educazione sono il sale dello sviluppo e della libertà. Per fare tutto ciò abbiamo bisogno della partecipazione di tutte e tutti e di istituzioni aperte in grado di coinvolgere e dare voce costantemente ai cittadini e le cittadine. Solo così è possibile sopprimere una volta per tutte la bramosia e gli interessi dei “soliti pochi” e il nostro territorio può tornare a nuova vita. Questo è solo un inizio, insieme possiamo costruire una Ravenna migliore».
Per noi vale ancora. È ancora il nostro obiettivo. Lo abbiamo perseguito con ostinata coerenza dentro il Consiglio Comunale e i Consigli Territoriali. Lo abbiamo sostenuto con ostinata coerenza fuori dal Palazzo, sul territorio, nelle lotte del mondo del lavoro e della parte più attiva della cittadinanza. Lo abbiamo diffuso giorno per giorno con ostinata coerenza attraverso una comunicazione capace di superare la diga mediatica del pensiero unico.
Dentro e fuori dal Palazzo il compito di Ravenna in Comune non è cambiato di una virgola: dare rappresentanza alla stragrande maggioranza della cittadinanza esclusa dalle ricchezze e dall’esercizio di quei poteri forti che sono invece abbondantemente rappresentati dalla quasi totalità delle altre forze politiche. Anche se a mettere un segno sotto al nostro simbolo, l’asterisco giallo sul fondo rosso, alle elezioni del 2016, era stata solo una minoranza di quella maggioranza, abbiamo dato e stiamo dando una rappresentanza di classe anche a chi non ci ha votato. Siamo e restiamo di parte e non ci proponiamo di rappresentare anche il padronato come tante altre forze politiche. Con ostinata coerenza.
Il compleanno peggiore è stato quello di tre anni fa, quando abbiamo dovuto rinunciare a riproporre il nostro simbolo sulla scheda elettorale. Ravenna in Comune era ben preparata agli attacchi del centrodestra e soprattutto a quelli particolarmente feroci, ma prevedibili, del centrosinistra. Ravenna in Comune era invece meno attrezzata ad affrontare quelle organizzazioni politiche che, dopo aver sottoscritto il nostro progetto, hanno lavorato sotto banco per farci sparire dalla scena politica. Oggi molte di quelle organizzazioni sono scomparse o sono ritornate all’ovile del centrosinistra. Per queste ultime, evidentemente, mantenere la coerenza tra quanto si dice e quanto si fa non è una priorità. Confidano sulla scarsa memoria, sul disinteresse e sulla stanchezza dell’elettorato che, ad ogni nuova chiamata alle urne, si fanno sempre più sentire. Fatto sta che le condizioni perché Ravenna in Comune si presentasse alle elezioni dell’autunno 2021 non ci sono state. E nessuna altra lista è stata in grado di sostituirne il ruolo dentro il Palazzo.
Il nostro compleanno migliore sarà sicuramente il prossimo, quello del decimo anniversario, quando avremo ottenuto alle prossime elezioni quella fiducia che non abbiamo potuto chiedere tre anni fa. Il nostro desiderio, quello per cui anche oggi abbiamo soffiato sulle candeline, non è cambiato. Vogliamo dare la possibilità di contrassegnare il nostro asterisco giallo su fondo rosso a chi entrerà in cabina elettorale la prossima primavera. Anche questa volta il Sindaco del PD in carica non si può ripresentare. Ma abbiamo già visto che cambiare un nome non basta per cambiare una politica che si ripete sempre uguale perché risponde sempre agli stessi interessi. Quelli dei padroni del vapore e dei poteri finanziari di cui il Partito Democratico è il rappresentante territoriale.
Noi vogliamo continuare a dare rappresentanza alla nostra proposta di una società diversa, incentrata sui servizi pubblici ed alternativa al neoliberismo del centrodestra e del centrosinistra; alle istanze di chi lavora e di chi studia, di chi non lavora più e di chi lo cerca, dei movimenti, delle associazioni, della cittadinanza e di quelle organizzazioni politiche che si riconoscono in quello che siamo e che facciamo. Sempre dalla stessa parte della barricata. Con ostinata coerenza.
Tanti auguri a tutte e tutti noi.
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“Ravenna in Comune”: faremo una Lista, vogliamo battere il sistema PD e cambiare aria in città