La qualità dell’aria peggiora, per usare un eufemismo, anche in piena estate. E allora come Ravenna in Comune siamo tornati a chiedere «alla Giunta cosa stia facendo per migliorare una situazione che, dal punto di vista della salute dei lavoratori dell’area portuale/industriale e degli abitanti delle zone limitrofe, è da tempo critica». Per motivare la reiterazione della richiesta abbiamo appena dato rilievo ai dati estremamente negativi registrati dalla centralina ARPAE posizionata in piena area portuale. Consente, entro certi limiti, di tenere monitorata la zona industriale e portuale di Ravenna e gli abitati limitrofi, in particolare alcune località costiere prossime al canale Candiano. Ci dice che i valori delle polveri sottili restano altissimi in molte giornate nonostante d’estate gli impianti di riscaldamento (spesso considerati causa primaria nella produzione di polveri sottili) siano ovviamente tutti spenti. Probabilmente a fine anno scopriremo che sono stati battuti tutti i record precedenti. Di fatto si certificherà soltanto che i nostri polmoni nei 12 mesi precedenti hanno fatto il pieno di sostanze cancerogene. Dunque, come Ravenna in Comune, senza bisogno di perdere altro tempo, ne abbiamo chiesto conto a chi dovrebbe preoccuparsi della salute di residenti, turisti e lavoratori: l’Amministrazione de Pascale.
La risposta è arrivata immediatamente, forte e chiara, anche se indiretta, ed è l’equivalente di: «chissenefrega». Anzi, per la precisione, è arrivata ancora prima della domanda sotto le spoglie di un comunicato di Ravenna Tourism, sito ufficiale di informazione turistica di Ravenna. Annuncia pimpante che nel «mese di agosto – tra la notte di San Lorenzo e quella di Ferragosto – i cieli della Riviera si illuminano di giochi e colori con meravigliosi spettacoli pirotecnici». Dopo quelli sparati con la scusa della festa patronale, il calendario di agosto ha già proposto alcune date ed altri botti sono attesi tra questa sera e domani: il 10 ci sono stati a Lido di Classe, Lido di Savio e Casalborsetti, l’11 a Marina Romea; il 14 saranno a Punta Marina e il 15 a Porto Corsini.
Lo ripetiamo e non ci stanchiamo di ripeterlo. I cosiddetti spettacoli pirotecnici rappresentano quanto di peggio si possa organizzare in una situazione di criticità per le polveri sottili disperse in aria. E non basta, perché altri inquinanti vengono dispersi nell’aria durante i botti: potassio (K), stronzio (Sr), bario (Ba), magnesio (Mg), alluminio (Al), zolfo (S), titanio (Ti), manganese (Mn), rame (Cu), bromo (Br) e piombo (Pb). Le polveri esplosive sono racchiuse in involucri di polimeri sintetici contribuendo all’inquinamento marino. E poi c’è l’inquinamento acustico che colpisce particolarmente bambini, anziani e animali. E ancora: le fabbriche dei fuochi producono invariabilmente morti e feriti. E ancora: dovrebbe essere l’ultima cosa da consentirsi dopo aver diramato l’allarme per il gravissimo rischio di incendi boschivi.
Non solo l’Amministrazione de Pascale se ne frega di tutto ciò, ma si fa anche beffe dell’intelligenza della comunità ravennate. Dichiara l’Assessore Costantini che gli spettacoli pirotecnici sarebbero «un’esperienza autentica, che mette in luce le nostre radici e il calore dell’accoglienza locale, un momento di gioia condivisa, che valorizza la nostra identità e promuove il nostro patrimonio naturale». Cosa c’entrano le radici e l’identità ravennate e romagnola in genere con i fuochi d’artificio? Come si valorizza il patrimonio naturale rischiando di bruciarlo? Che senso si trova nella produzione di inquinamento luminoso in nottate in cui andrebbe invece ridotto per riuscire ad osservare le tradizionali, quelle sì, “stelle cadenti”? Perché l’attenzione ai fragili, bambini-anziani-animali, rimane solo un vuoto proclama? È sadismo o masochismo quello che fa disperdere ulteriori polveri in un’atmosfera già satura di sostanze dannose e pericolose?
Come Ravenna in Comune insistiamo a chiedere che venga immediatamente sospesa ogni attività pirotecnica quanto meno fino alla cessazione dell’emergenza polveri e dell’emergenza incendi boschivi. Chiediamo inoltre un ripensamento generale da parte di un’Amministrazione ormai arrivata all’ultimo giro di pista sul significato di “identità” e “radici” culturali in relazione allo sparo dei fuochi. In conclusione: chiediamo a de Pascale e soci di concludere in bellezza piantandola, almeno per questo aspetto, di farci del male. Grazie.
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Lidi ravennati. Gli appuntamenti d’agosto con lo spettacolo dei fuochi d’artificio in riva al mare