ANCHE QUEST’ESTATE TIRA UNA BRUTTA ARIA

In piena estate c’è un’emergenza polveri sottili che sta passando pressoché inosservata. Riguarda il porto e non la Città dove invece la centralina di via Zalamella non registra uno sforamento dei limiti massimi per il PM10 dal 1° aprile scorso. In quell’occasione ci fu un picco elevatissimo: 92 µg/m3 rispetto al valore massimo della media giornaliera fissato a 50 µg/m3. Fu persino superiore, in quell’occasione, a quanto registrato per la centralina di Porto San Vitale che si fermò poco sotto: 90 µg/m3. Se quello per la Città è stato l’ultimo sforamento, per il porto invece eravamo ancora a metà del guado. Da allora ne sono state registrate un’altra ventina. L’ultimo picco è stato toccato il 3 agosto scorso. Dunque in pienissima estate, quando gli impianti di riscaldamento cittadini sono spenti ma l’area industriale e portuale funziona invece senza soste. La conseguenza è che, per quanto si sia ben lontani da San Silvestro, il limite massimo di sforamenti annuali, fissato in 35, è già stato da tempo raggiunto e superato. Ad oggi sono state 46 le giornate con talmente tante polveri sottili da superare il limite. Un limite destinato a breve ad abbassarsi ulteriormente quando verrà recepita dal nostro Paese la nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria. Già ora, per quanto riguarda il PM10, l’OMS individua come limite di esposizione media annuale il valore di 15 µg/m³. E stendiamo un velo pietoso sul PM 2,5 per il quale ad oggi manca un limite massimo di sforamenti annuale (l’OMS individua come limite di esposizione media annuale il valore di 5 µg/m³). Così come non possiamo oggi affrontare gli ulteriori inquinanti dell’aria che respiriamo. Ma ci torneremo.

In un’area con alta densità di lavoratori dobbiamo dunque aggiungere un ulteriore fattore di rischio per la salute e la sicurezza. Dall’inizio dell’anno, in media, su cinque giorni ce n’è sempre stato almeno uno con valori inaccettabili quanto a polveri sottili. Solo per le polveri “meno” sottili, per ogni incremento di 10 µg/m3 di PM10 il rischio di cancro del polmone aumenta del 22%, un incremento che arriva al 51% se si considerano solo gli adenocarcinomi. E tutto questo è indipendente dal superamento dei fatidici 50 µg/m3 di PM10 per giorno: si sono infatti registrati incrementi dei casi di tumore al polmone in gruppi di controllo comunque esposti a questo tipo di inquinamento, benché non venissero superati i limiti massimi di legge. E le cose non migliorano. Da cinque anni non si registravano così tanti sforamenti anche in piena estate. Da quando è stato inserito il rilevamento della stazione di monitoraggio del porto San Vitale il limite massimo annuo di sforamenti è sempre stato superato. Nel 2023, ad esempio, sono stati ben 73 in sensibile peggioramento rispetto all’anno precedente in cui si erano fermati a 58.

Alcuni anni or sono venne lanciato l’allarme dai medici delle località costiere poste nelle vicinanze del porto dopo aver constatato un considerevole aumento del numero di tumori delle vie respiratorie tra i pazienti in cura. L’aumento era stato correlato all’elevata diffusione di polveri sottili nelle aree industriali e portuali. Destò un comprensibile scalpore, se ne parlò molto e qualcosa venne fatto. Ad esempio dal 2018 è stato avviato lo stabile monitoraggio con una stazione dedicata, la Porto San Vitale. Sono anche stati adottati provvedimenti finalizzati a ridurre il quantitativo di polveri sottili durante le operazioni portuali. Eppure perdurano ancora oggi i depositi a cielo aperto di merci polverulente nelle aree portuali e industriali. Le banchine del porto, a dispetto degli annunci, continuano a non avere alimentazione elettrica, costringendo le navi a mantenere accesi i motori durante la sosta. Le misure volte ad impedire che il traffico dei camion non incrementi la diffusione di polveri lungo le strade non sono considerate una priorità. Eccetera.

Ravenna in Comune torna a chiedere conto alla Giunta di cosa stia facendo per migliorare una situazione che, dal punto di vista della salute dei lavoratori dell’area portuale/industriale e degli abitanti delle zone limitrofe, è da tempo critica. Limitare l’attenzione alle statistiche portuali (che peraltro dal 2022 portano il segno negativo) trascura la priorità che andrebbe invece assegnata alla qualità della vita di lavoratori e cittadini. La salute sarà sicuramente un tema rilevante della prossima campagna elettorale ma non vorremmo dover dar conto di nuovi record negativi dell’inquinamento dell’aria anche prima della prossima primavera.

[Ravenna, il porto delle polveri: immagini di repertorio]

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Cumuli di polveri a cielo aperto in via Baiona

Fonte: Ravenna & Dintorni del 9 agosto 2024

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