BOLKESTEIN: LA SIMPATIA E’ SOLO UN’ILLUSIONE

Oggi hanno aperto più tardi gli ombrelloni degli stabilimenti balneari che hanno aderito alla manifestazione per sollecitare il Governo ad un intervento sulla Bolkestein. Leggiamo che Andrea Corsini, l’assessore regionale di una Giunta in fase di dismissione e in carica solo per l’ordinaria amministrazione, ha comunicato ufficialmente al mondo (citiamo in effetti da un comunicato ufficiale): «Finito il tempo delle promesse vuote del Governo, ora prendiamo noi in mano la situazione e portiamo i balneari verso un approdo sicuro». E ha aggiunto: «Questo Governo ha già dimostrato a sufficienza la propria totale incompetenza, prendendo in giro le imprese con false promesse e mettendo tutti i cittadini nelle condizioni di pagare le sanzioni per la mancata applicazione della Bolkestein».

La cosiddetta Bolkestein, che non si occupa e preoccupa certo solo delle concessioni balneari ma di un’ampia gamma di servizi, è stata presentata dal commissario europeo per il mercato interno, Frits Bolkestein nel febbraio 2004 dopo una lunga gestazione durante il mandato del cosiddetto padre nobile del PD, Romano Prodi, come Presidente della Commissione UE. È stata approvata nel 2006 e quindi quest’anno si è conquistata la maggiore età. Dov’è stato Corsini in tutto questo tempo? Dov’è stato il PD in tutto questo tempo? Per quanto riguarda Corsini, la risposta è facile: è stato assessore al turismo praticamente da quando ha iniziato a parlare. Dall’approvazione della Bolkestein ad oggi lo ha fatto prima nella Giunta comunale di Ravenna (dal 2006 quindi) e poi in quella regionale (dal 2014). In tutto questo tempo il Partito Democratico, cioè il suo partito, è stato al governo della Regione e del nostro Comune. Nello stesso periodo, a livello nazionale, tolte le parentesi del Berlusconi IV e del Conte I, il PD è sempre stato nella maggioranza di qualunque Governo sino a quello attuale. I Governi, tutti i governi sino ad oggi, hanno spostato in avanti la scadenza delle concessioni. Proroghe ogni oltre limite consentito dalla decenza e dalla giurisprudenza.

La posizione di Ravenna in Comune sul tema è nota e l’abbiamo ribadita più volte. Se è vero che tutti i livelli dell’Amministrazione si sono sbagliati a concedere le proroghe, il livello locale dell’Amministrazione «è più che competente dal lato dei bandi da emanare. Come Ravenna in Comune invitiamo dunque le Istituzioni locali a piantarla con piagnistei teatrali ed iniziare a svolgere a pieno titolo il ruolo di Amministrazione per quanto di competenza. A vantaggio della collettività, ma anche degli operatori economici, compresi quelli che sino ad oggi non hanno avuto la possibilità di proporsi nella gestione perché esclusi dai “vecchi” concessionari (comunque da tutelare quando abbiano ben gestito i beni di tutte e tutti noi loro affidati)». La scelta è stata diversa e si è preferito continuare con proroghe inevitabilmente destinate ad andare a sbattere contro il muro della Giustizia: ormai non si contano più le pronunce che indicano l’illegittimità delle proroghe già accordate ai balneari. Abbiamo definito questa “politica” «un modo per fare incetta di “simpatia” alimentando false illusioni senza poi pagarne il prezzo». Da quanto scrive Corsini, è quello che si continua a fare anche oggi: si prende tempo con il solito “facite ammuina”.

Aggiunge Corsini: «Qui non si tratta di una questione elettorale». Al contrario, è proprio l’imminenza delle elezioni regionali che conduce a “sparate” come il suo ultimo comunicato ufficiale. Si tratta, infatti, di un tentativo, privo di credibilità, di allontanare la responsabilità per come a Roma, a Bologna e anche a Ravenna si è mal gestita la necessità di disciplinare un intero settore economico. Con la politica della “simpatia” non si sono solo schivate le gare ma si è anche evitato di guardare allo sfruttamento del lavoro da parte dei padroni dei bagni disonesti, di confrontarsi col problema di quanti godono di rendite di posizione per far soldi senza lavorare sub-concedendo una spiaggia demaniale ai gestori degli stabilimenti, di preoccuparsi della contrapposizione sempre più feroce tra le attività economiche delle località balneari e quelle delle spiagge, di tutelare le spiagge libere, ecc. Con la politica di accontentare la lobby del fossile, invece, si è perso di vista che la qualità del mare peggiorava in continuazione, che anno dopo anno la subsidenza indotta dalle trivellazioni sotto costa si mangiava sempre più spiaggia, che il rigassificatore e il traffico delle metaniere non attira i turisti, ecc. Ma ostinarsi a cacciare la testa sotto la sabbia non risolve i problemi. Così, sempre più avvicinandosi il voto regionale, temendo che chi lavora nel settore balneare abbia più di un motivo per prendersela con il suo partito, Corsini prova a distrarre l’elettorato tirando fuori un coniglio dal cappello. È destinato all’insuccesso: il suo gioco di prestigio è vecchio e noioso e comunque si vede il trucco!

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