IL PINO RIMARRA’ SOLO SULLO STEMMA

Continua la campagna militare masochistica dell’Amministrazione de Pascale contro gli alberi. Non importa dove si trovino e quanti anni abbiano, a Lido di Savio piuttosto che a Ravenna, a Marina Romea piuttosto che a Lido di Classe. L’abbattimento è sempre motivato dal rischio che l’albero possa cadere o dal trovarsi prossimo o in mezzo a un qualche cantiere o a una strada o a una pista ciclabile. La promessa conseguente è che l’albero abbattuto sarà immancabilmente sostituito da un’altra pianta più bella e più superba che pria (come avrebbe detto Petrolini). Non è così. Non è mai così. «Ogni volta che tagliamo un pino di 40-50 anni d’età creiamo un gap di almeno un ventennio, visto che servirà più o meno questo tempo per poterlo rivedere cresciuto». A dirlo è il presidente degli agronomi ravennati. Che aggiunge: «Ogni pianta, se viene trattata nella giusta maniera, cresce nel modo corretto. Bisogna avere rispetto per le specie vegetali. Hanno bisogno dei loro spazi, se invece attorno ci costruiamo marciapiedi, rifacciamo condutture, spacchiamo il cemento, allora possono subentrare problemi. Un esempio virtuoso sul nostro territorio è quello dei pini lungo viale delle Nazioni, a Marina di Ravenna, nel tratto tra il Park Hotel e piazza Dora Markus. L’intervento di riqualificazione risale al 2004 e vennero sostituiti i pini. A 20 anni di distanza possiamo dire che l’intervento venne effettuato con competenza e oggi quelle alberature sono cresciute in modo corretto».

Perché nonostante il Regolamento del Verde adottato dall’Amministrazione de Pascale stabilisca in modo rigoroso come ci si deve comportare in caso di interazione tra un’opera ed un’alberatura, inevitabilmente è sempre la realizzazione della prima senza tener conto delle esigenze della seconda a verificarsi. Con conseguenze prevedibili. È sempre Gualtieri a precisarlo: «Con il passare degli anni, la radice principale dei pini viene sopraffatta dallo sviluppo delle radici laterali quindi occorre prestare molta attenzione nei lavori attorno a queste piante. Qualche tempo fa, ad esempio, in via Canale Molinetto sono stati rifatti i marciapiedi a pochi passi da un paio di pini. Probabilmente i lavori hanno indebolito le piante e si è poi reso necessario l’abbattimento». Un caso esemplare tra i tanti che si potrebbero citare.

Perché diciamo che abbattere gli alberi è masochistico? Citiamo ancora Gualtieri: «Gli alberi sono alleati preziosi. Studi autorevoli hanno dimostrato che, nelle calde giornate d’estate, la presenza di specie arboree lungo le strade può abbattere le temperature anche di 10 e 20 gradi. L’entità dell’abbassamento delle temperature dipende dalla specie e dal suo sviluppo». Dunque pretendere una corretta gestione del verde non significa solo migliorare la vita degli alberi ma anche la nostra: luoghi più belli, accoglienti e freschi. E, aggiungiamo, sicuri: un albero sano è meno suscettibile ad una caduta nel caso di verifichino eventi estremi.

Domani e dopodomani si terrà a Lido di Savio e a Ravenna un incontro dal titolo «Salviamo i pini domestici, simbolo di Ravenna e del suo litorale. Alberi dannosi e pericolosi, o fonte di salute, biodiversità e bellezza?». L’incontro di Lido di Savio si terrà mercoledì 7 agosto alle ore 20.30 presso lo stabilimento Lo Spiaggino in via Verghereto 46; quello di Ravenna si terrà giovedì 8 agosto alle ore 18.00 presso il Circolo Aurora in via Ghibuzza 12. Ad entrambi gli incontri interverrà Gian Pietro Cantiani, Dottore Forestale Arboricoltore ed autore di numerosi e importanti progetti per la tutela dei viali alberati storici di pino domestico. Gli incontri sono stati indetti da gruppi di cittadini autorganizzati, “Salviamo i pini di Via Maggiore” e “Salviamo i pini di viale Romagna a Lido di Savio”, assieme ad altre associazioni (Associazione Naturista Ravennate, Comitato Tutela Alberi di Bologna e Provincia, Dis-ORDINE, ENPA, Federazione Nazionale Pro Natura, Italia Nostra sezione di Ravenna, LIPU Emilia Romagna ed OIPA sezione di Ravenna).

De Pascale vuole farla finita con i pini, simbolo stesso di Ravenna, prima di togliersi dalle scatole. Ha detto, perentorio: «Il pino non è idoneo all’ambito urbano. Bisognerà arrivare alla loro sostituzione, non ripiantandoli quando vengono rimossi». È lo stesso figuro che nella sua campagna elettorale parlava di “de-sigillare” il suolo (rendendo nuovamente permeabili aree impermeabilizzate), di ridurre la formazione di isole di calore, di aumentare le alberature ed anche di effettuare una epocale riforestazione urbana e pinetale. Tutta una presa in giro degli elettori e ora che è alla fine si è smascherato.

Ravenna in Comune si oppone a quello che è un vero e proprio delirio autolesionistico da parte di un’Amministrazione che vorremmo fosse già conclusa. Quando il cervese avrà lasciato un territorio dove nemmeno abita, però, saremo noi a rimanere in un deserto caldo. Invitiamo alla partecipazione agli incontri dove si potrà anche firmare le petizioni per la salvaguardia dei pini.

#RavennainComune #Ravenna #alberi #verde #pini

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ravenna notizie

“Salviamo i pini domestici, simbolo di Ravenna e del suo litorale”, due incontri pubblici a Lido di Savio e al Circolo Aurora di Ravenna

Fonte: RavennaNotizie del 2 agosto 2024

One comment to “IL PINO RIMARRA’ SOLO SULLO STEMMA”
  1. I pini sono piante bellissime ma come molte altre piante hanno un apparato radicale che mal si addice ad essere piantato in prossimita di marciapiedi o strade a meno di non sottostare a costosi e frequenti interventi di riasfaltatura che i comuni non possono permettersi. Abito a Lido di Classe e non solo i pini ma anche i platani piantati molti anni addietro su marciapiedi larghi due metrI o poco piu , ora occupano col tronco tutto lo spazio e le radici sollevano gobbe sulle strade che tutti vediamo. Le poche strade riasfaltate da poco gia’ presentano rigonfiamenti marcati. Colpa non delle piante ma di chi anni fa organizzo’ l’urbanizzazione di queste strade con marciapiedi stretti e piantumazioni inadeguate. Prima di piantumare bisogna chiedere il parere ad esperti agronomi che sappiano indicare piante con apparato radicale che non tenda verso la superfice e come detto marciapiedi con ampio spazio per lo sviluppo del tronco come natura vuole. Spiace dirlo ma se mancano questi requisiti e’ meglio non piantarle e puntare su aree verdi e parchi dove le piante si possano sviluppare in tutta la loro bellezza e utilita’. E’ inutile prendersela col Sindaco De Pascale , non si puo’ salvare capra e cavoli come si suol dire , mi trovo daccordo con lui nel definire queste piante inadeguate cosi come sono state piantumate molti anni addietro. O ci teniamo strade e marciapiedi con gobbe mostruose e pericolose o le sostituiamo , dove si puo’, con piante piu’ adatte indicate da chi e’ esperto in materia e che non creino futuri danni a persone o cose.

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