Si ritorna a parlare di daini. Citiamo alla lettera il commento della consigliera Giulia Gibertoni (che ringraziamo per la segnalazione), del gruppo Misto, dopo la delibera adottata a fine luglio dalla Giunta Regionale: «Un ritorno alla preistoria». Ci permettiamo di dissentire: se i cacciatori raccoglitori del paleolitico e del mesolitico facevano fuori i daini era per alimentare la comunità. La delibera n.1688 del 29 luglio 2024, invece, con linguaggio burocratico invoca lo sterminio come fine in sé: «un obiettivo non conservativo nei confronti del mammifero. Il prelievo venatorio deve, quindi, tendere alla totale rimozione degli individui presenti». In concreto una giunta già in conclusione di mandato, priva di poteri se non per gestire l’ordinaria amministrazione, manda a morte 3.435 daini di cui 411 nella nostra provincia (365, uno per giorno dell’anno, nel parco del Delta).
Gli sforzi compiuti dalle associazioni di tutela degli animali per impostare una gestione razionale delle interazioni col piano stradale non sono stati presi in minima considerazione. E così nulla frega a lorsignori delle firme raccolte per la salvaguardia degli animali. I motivi indiscutibili che stanno dietro la delibera? “Agricoltura intensiva e fitta rete viaria”, così sta scritto, rendono inevitabile “la rimozione”. I dati raccolti però smentiscono presunti danni colossali causati dagli animali (Corsini aveva millantato oltre 24 milioni di euro ma si è dovuto scusare e ammettere “l’errore”: si tratta di 20mila euro circa). Come Ravenna in Comune ha già avuto modo di ribadire:
“Per quanto riguarda i paventati i danni all’agricoltura va ricordato che, sulla base di quanto esposto sul sito della Regione, sono in continua riduzione. Nel decennio per i quali i dati sono disponibili (2008-2018), in provincia di Ravenna si sono ridotti di circa due terzi: da 338.712 a 123.689 euro.
Per quanto riguarda invece gli incidenti stradali sappiamo che in tutta Italia, in un anno (dati Istat 2022) gli incidenti causati da un animale domestico o selvatico urtato sono stati in tutto 493, pari ad appena lo 0.2 per cento rispetto ai 217.527 incidenti stradali complessivi avvenuti in Italia”.
E allora perché tutto questo accanimento? La solita “campagna elettorale” prima del voto per raschiare il fondo dei circa 30mila cacciatori regionali? Un ben magro “bottino” in costante calo, come attesta la delibera della stessa Giunta che ha approvato il calendario venatorio per il prossimo anno: cinque anni fa erano 32.296 e lo scorso anno erano scesi a 27.363. In provincia di Ravenna nel 2023 erano 3.970.
Allora, se tutto si riduce a questo, a fare campagna elettorale sulla pelle dei daini, è giusto sapere chi è che fa questo. La maggioranza che esprime la Giunta regionale che ha votato lo sterminio è composta da Partito Democratico, Europa Verde, +Europa, PSI e PRI più Volt. Va aggiunta la lista di Bonaccini (che ovviamente diventerà lista de Pascale) e Coraggiosa. Dopo l’assorbimento di quest’ultima nel PD, rimane, come parte della maggioranza, Sinistra Italiana. La Giunta ha deliberato senza distinguo o voti contrari. Per completezza andrebbe riportato che i 5stelle non sono nell’attuale maggioranza regionale ma sono alleati di de Pascale in vista delle prossime elezioni. La consigliera Giulia Gibertoni che li conosce bene (e infatti ha abbandonato il gruppo 5S fin dall’inizio della consigliatura) si è chiesta se rappresentassero una lista civetta del PD. Per ora registriamo un’opposizione agli abbattimenti. Il futuro ci dirà se, laddove riuscissero a sedersi nella Giunta Regionale, si produrranno negli stessi voltafaccia a cui abbiamo assistito a Ravenna.
Per parte nostra, Ravenna in Comune dichiara l’illegittimità della decisione di massacrare la comunità di daini perché questa decisione non è accettabile nella nostra società. Pur in mezzo a tante contraddizioni anche la nostra comunità è diversa da quella che si figurano le nostre istituzioni. Siano le Istituzioni all’altezza della cittadinanza che affermano di rappresentare. Oppure se ne freghino una volta in più ma la piantino di far finta di dolersi se ad ogni elezione il numero di chi vota precipita sempre più in basso. In ogni caso, fare della vita degli animali un oggetto di scambio elettorale di per sé squalifica i partiti che se ne rendono complice.
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Ravenna, ok all’abbattimento di oltre 3mila daini. Polemiche in Regione: “Una strage”