Il 4 agosto 1974, dopo pochi mesi dalla strage di Piazza della Loggia a Brescia, se ne compiva un’altra. Attorno all’una del mattino, all’uscita dalla galleria degli Appennini, nei pressi della stazione di San Benedetto Val di Sambro un’altra bomba fece esplodere l’Espresso 1486 Italicus diretto a Monaco di Baviera. Sono passati 40 anni da un’altra strage fascista e di Stato.
Quest’anno la ricordiamo con le parole di Claudio Lolli, che sentiamo profondamente nostre.
Piazza, bella piazza,
ci passò una lepre pazza,
uno lo cucinò, uno se lo mangiò,
uno lo divorò, uno lo torturò,
uno lo scorticò, uno lo stritolò,
uno lo impiccò
e del mignolino, ch’era il più piccino,
più niente restò.
Piazza, bella piazza, ci passò una lepre pazza…
Ci passarono dieci morti,
i tacchi e i legni degli ufficiali,
teste calve, politicanti,
un metro e mezzo senza le ali,
ci passai con la barba lunga
per coprire le mie vergogne,
ci passai con i pugni in tasca,
senza sassi per le carogne.
Piazza, bella piazza, ci passò una lepre pazza…
Ci passò tutta una città,
calda e tesa come un’anguilla,
si sentiva battere il cuore,
ci mancò solo una scintilla;
capivamo di essere tanti,
capivamo di essere forti,
il problema era solamente
come farlo capire ai morti!
Piazza, bella piazza, ci passò una lepre pazza…
E fu il giorno dello stupore
e fu il giorno dell’impotenza,
si sentiva battere il cuore,
di Leone avrei fatto senza,
si sentiva qualcuno urlare:
“solo fischi per quei maiali,
siamo stanchi di ritrovarci
solamente a dei funerali!”
Piazza, bella piazza, ci passò una lepre pazza…
Ci passarono le bandiere,
un torrente di confusioni
in cui sentivo che rinasceva
l’energia dei miei giorni buoni.
Ed eravamo davvero tanti,
eravamo davvero forti,
una sola contraddizione:
quella fila, quei dieci morti!
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Strage Italicus
Fonte: TGR Emilia Romagna del 4 agosto 2024
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