SALVIAMO GLI ALBERI (E NOI CON LORO)

È in pieno svolgimento la campagna militare della Giunta de Pascale contro gli alberi. Non è solo nel comune di Ravenna che succede. È un po’ tutta Italia a vedere delle Amministrazioni combattere una battaglia contro le piante ed il verde mai come ora così disallineata rispetto alle esigenze del presente. Qualche volta fanno marcia indietro, come appena accaduto a Bologna con il parco don Bosco (un nome quanto mai evocativo) che resterà. E ciò a dispetto dei vergognosi atti repressivi condotti in questi mesi dalle forze del cosiddetto ordine agli ordini della Giunta piddina bolognese contro chi si è opposto ad una decisione di cementificazione fuori dal tempo. A Ravenna, invece, i fronti si aprono in continuazione.

«Gli alberi sono alleati preziosi. Studi autorevoli hanno dimostrato che, nelle calde giornate d’estate, la presenza di specie arboree lungo le strade può abbattere le temperature anche di 10 e 20 gradi. L’entità dell’abbassamento delle temperature dipende dalla specie e dal suo sviluppo». Con queste parole il presidente provinciale degli agronomi, Giovanni Gualtieri, ha sottolineato l’indispensabilità del verde in città, un presidio irrinunciabile per affrontare il cambiamento climatico ed i picchi di calore causati dal cemento nei centri abitati. «Ogni pianta, se viene trattata nella giusta maniera, cresce nel modo corretto. Bisogna avere rispetto per le specie vegetali. Hanno bisogno dei loro spazi, se invece attorno ci costruiamo marciapiedi, rifacciamo condutture, spacchiamo il cemento, allora possono subentrare problemi».

Il Comune di Ravenna ha adottato da tempo un Regolamento del Verde. Vi si leggono importanti principi generali come il decalogo in premessa al capitolo I (Tutela delle alberature pubbliche e private). Tra cui citiamo: Gli alberi forniscono numerosi benefici alle comunità che li ospitano: ambientali, ecologici, estetici, culturali e psicologici; Chi si occupa di gestione degli alberi deve prima di tutto garantire la massima espressione dei benefici che essi forniscono attraverso la salvaguardia della loro integrità biologica ed architettonica; Tutti gli interventi che direttamente o indirettamente alterano l’integrità biologica ed architettonica degli alberi riducono i benefici che questi forniscono alla comunità e, a parità di altre condizioni, aumentano il livello di rischio nel medio e lungo periodo; La riduzione del livello di rischio non è in relazione diretta con il cedimento strutturale. Chi si occupa di gestione degli alberi non deve evitare il cedimento strutturale ma le potenziali conseguenze negative dello stesso, privilegiando soluzioni che non incidano sull’autodeterminazione dell’albero.

E poi altri articoli danno prescrizioni a cui attenersi: Fatti salvi i casi di necessità e urgenza, gli abbattimenti non dovranno essere eseguiti nel periodo compreso tra marzo e luglio in cui avviene la riproduzione dell’avifauna (art. 5.2); Un albero correttamente allevato in vivaio e correttamente piantato e coltivato, in assenza di patologie specifiche, non necessita di potature. La potatura quindi, è un intervento che riveste un carattere di straordinarietà (art. 6.1); La misura della luce netta di qualsiasi scavo dal filo del tronco non può essere inferiore a 3 (tre) metri per le piante di prima e seconda grandezza e 1,5 (uno virgola cinque) metri per quelle di terza grandezza e per gli arbusti (art. 10.2).

Soprattutto è regola generale inderogabile che solo «Quando il livello di rischio connesso alla convivenza con gli alberi è considerato inaccettabile e non sia possibile provvedere alla sua riduzione attraverso pratiche compatibili con la dignità dell’albero, ovvero con il rispetto della sua integrità biologica ed architettonica, l’abbattimento deve essere considerato come unica soluzione possibile».

Dunque a Ravenna abbiamo un regolamento avanzato, corredato di principi illuminati, norme cogenti e previsione di sanzioni. Eppure, come già altre volte abbiamo rilevato, «È altrettanto evidente come continui la prassi nel nostro Comune di una “facile” potatura radicale o, addirittura, di abbattimento quando queste dovrebbero essere misure estreme». Perché?

Cittadine e cittadini in forma singola o aggregata (come ad es. i Gruppi “Salviamo i pini di Via Maggiore” e “Salviamo i pini di viale Romagna a Lido di Savio) si stanno opponendo anche a Ravenna, come già avvenuto a Bologna ed in altre zone, alla trasformazione di quella che dovrebbe essere un’eccezione, ossia l’abbattimento e la capitozzatura, in pratica corrente. Da parte sua l’Amministrazione Comunale si è fatta eleggere con un programma che parlava di “de-sigillare” il suolo (rendendo nuovamente permeabili aree impermeabilizzate), di ridurre la formazione di isole di calore, di aumentare le alberature ed anche di effettuare una epocale riforestazione urbana e pinetale. È sotto gli occhi di tutte e tutti come in realtà de Pascale non solo non abbia realizzato il proprio programma ma, addirittura, abbia perseguito con determinazione la desertificazione del territorio. De Pascale ha lanciato una vera e propria guerra contro i pini: «Il pino non è idoneo all’ambito urbano. Gradualmente bisognerà arrivare alla loro sostituzione con altre essenze più adeguate, non ripiantandoli quando vengono rimossi». Gli risponde direttamente il presidente degli agronomi: «È chiaro che si deve tenere conto delle caratteristiche di queste piante e creare un progetto adatto a loro. Nel caso di via Maggiore, in ogni caso, servirà un progetto che dia una risistemata complessiva. Per così come è sistemata adesso la strada, temo che ogni alberatura si possa trovare sacrificata». Secondo noi quello inadatto al territorio è proprio de Pascale!

Ravenna in Comune invita la cittadinanza e, comunque, tutte e tutti coloro che condividono i nostri valori, a collaborare con i gruppi di resistenza già presenti e a quelli in via di formazione per la tutela di piante, alberi e verde già esistente, oltreché come pressione per un radicale cambio di rotta da parte dell’attuale Amministrazione Comunale anche in vista di un rinnovo della stessa. In particolare invitiamo alla sottoscrizione delle petizioni per la salvaguardia dei pini di viale Romagna a Lido di Savio e di Via Maggiore a Ravenna. Al momento in cui scriviamo siamo a conoscenza della possibilità di firmare a Lido di Savio presso il bar Panama (viale Romagna 21), la rosticceria Donatella (viale Romagna 121), l’agenzia immobiliare Patty (viale Romagna 161) e allo stabilimento balneare Salsedine; a Ravenna presso Una bottega nel borgo (via Maggiore n.149). Per informazioni salviamoglialberiaravenna@gmail.com

Oltre agli esercizi commerciali che si stanno rendendo disponibili, sarà possibile sottoscrivere la petizione presso un banchetto dedicato, dalle 20 alle 23, tutti martedì a Lido di Savio in viale Romagna angolo via Meldola in occasione del mercatino settimanale serale, e dalle 20.30 alle 22.30 tutti i giovedì a Lido di Classe, presso il giardino antistante l’Arena del Sole, in via Marignolli 26.

Come Ravenna in Comune esprimiamo solidarietà e vicinanza e ci uniamo alla lotta per salvare gli alberi e noi con loro.

[nell’immagine: il presidio durante l’abbattimento di pini in via Maggiore lo scorso 22 luglio]

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A Lido di Savio petizione per salvare i pini: cento firme raccolte in due ore

Fonte: Ravenna&Dintorni del 31 luglio 2024

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