Abbiamo sotto gli occhi la fotografia del taglio del nastro in occasione dell’apertura a Ravenna del primo supermercato a marchio Esselunga in tutta la Romagna. Forbici in mano il Sindaco e poco lontano l’Assessora all’Urbanistica. Sorrisi a profusione. Contemporaneamente leggiamo le dichiarazioni dell’indagato Toti interrogato dai magistrati: «L’arrivo di Esselunga in Liguria era per noi un obiettivo politico preminente. Seguivo con attenzione la pratica perché la ritenevo simbolica e importante». Cosa ci può essere di simbolico nell’apertura di un supermercato dove oramai ce n’è uno ogni pochi metri?
Il marchio Esselunga è legato a quel Bernardo Caprotti, morto ultranovantenne otto anni fa, dichiaratamente anticomunista e idolo del centrodestra, che ha tirato su un grande gruppo della gdo combattendo contro i sindacati come se fossero i barbari sotto le mura. Il figlio lo ricorda a “far suonare” dischi con i discorsi di Mussolini durante il pranzo di Natale… Negli ultimi anni non è che l’immagine sia migliorata. Francesco Moncada, consigliere delegato del Gruppo allo sviluppo immobiliare, nonché marito della Presidente Marina Caprotti, figlia di Bernardo, è stato interdetto dall’esercizio di ogni attività professionale in quanto pendente l’accusa di corruzione con gravi indizi di colpevolezza a carico e rischio di reiterazione del reato. Nei confronti di chi? Di quel Toti per cui l’Esselunga era obiettivo politico! Sul fronte fiscale Esselunga è indagata per aver detratto 50 milioni di euro di IVA indetraibile tra il 2016 e il 2022 grazie ad un sistema di fatture false per servizi logistici a cui è corrisposto un sequestro per altrettanti milioni. Sul fronte dei rapporti di lavoro è stata accusata di aver fatto uso di caporalato, somministrazione illecita di manodopera, sfruttamento dei lavoratori nell’ambito di una esternalizzazione gigantesca dei rapporti di lavoro. La conseguenza è stata la internalizzazione di 2mila lavoratori in precedenza impiegati con contratti d’appalto per la fornitura di manodopera qualificati come fittizi a paga oraria di 5,3 euro. Nonostante questo resta un imponente utilizzo di appalti e subappalti e, in quest’ambito, pochi giorni fa sono stati licenziati i lavoratori in appalto per Esselunga che avevano scioperato contro il contratto che impone di lavorare a cronometro: un cottimo illegittimo e ingiustificato secondo i sindacati. Ciliegina sulla torta è stato il crollo nel cantiere per la realizzazione di un supermercato Esselunga a Firenze che, sempre con sistema di appalti e subappalti, ha visto l’omicidio su lavoro di cinque persone lo scorso febbraio.
Tutto questo rappresenta Esselunga. Ravenna in Comune si domanda (retoricamente) se fosse anche per de Pascale e la sua Giunta un “obiettivo politico preminente” fargli aprire proprio a Ravenna il primo supermercato della Romagna. In tal caso il Sindaco, lo stesso che un anno e mezzo fa voleva aggiungere “il lavoro” al nome del PD, può dire di aver centrato l’obiettivo. Centrodestra e centrosinistra poco o niente cambia per il padrone. Quando, al momento del voto, se ne renderanno conto anche le lavoratrici e i lavoratori forse qualcosa comincerà a cambiare veramente.
[A sinistra, l’inaugurazione dell’Esselunga a Ravenna alla presenza del Sindaco de Pascale e dell’Assessora Del Conte; a destra, l’inaugurazione dell’Esselunga a Genova alla presenza del Presidente della Liguria Toti e del Sindaco di Genova Bucci]
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Ravenna. Apre il primo Esselunga di Romagna, al lavoro 129 persone