Nove anni fa, il 9 maggio 2015, si teneva a Ravenna un convegno dal titolo “Ravenna si merita ben altro – idee per un’alternativa per le elezioni comunali 2016”. Lo ricordiamo dopo quasi due lustri perché è da quel momento che ha iniziato a muovere i primi passi il nostro progetto. Un progetto unico, almeno per Ravenna, chiamato “Ravenna in Comune”. Parteciparono associazioni tematiche come i Gras, Attac Italia, Comitato per l’Acqua, Arci Gay, Arci Dock61 oltre ad associazioni politiche, ALBA e LI.BE.RA., e a partiti veri e propri, da SEL al PSI, da Rifondazione al PCdI ai Radicali, ai Verdi. Il convegno era organizzato da L’Altra Europa/L’Altra Emilia Romagna. In pratica era presente tutta la sinistra che, allora, si riconosceva nella necessità di portare avanti un progetto di società e di gestione amministrativa del Comune alternativo a quello del centrosinistra a traino PD.
Tra gli interventi della mattina risaltava la testimonianza di esperienze locali di liste di cittadinanza che si erano già affermate: Mauro Marinari (Sindaco di Rivalta di Torino), Sandro Medici (già presidente del X municipio di Roma) e Ciccio Auletta (consigliere comunale di opposizione a Pisa con la lista di cittadinanza Una Città in Comune). Nel pomeriggio a carattere seminariale si svilupparono ipotesi concrete di interventi sul territorio: dall’innovativo progetto di ripensamento di luoghi e forme della stazione ferroviaria presentato dall’architetto ravennate Ettore Rinaldini, ad un’approfondita disamina dell’opzione di drastica riduzione nella produzione dei rifiuti non gestibili da parte del dott. Natale Belosi dell’Eco istituto di Faenza. E poi, ancora, gruppi di lavoro sulla scuola, la partecipazione e la gestione dei rifiuti.
Nelle conclusioni riportate dalla stampa c’era già tutto quello che ne è seguito: «con il convegno è stata posta la prima pietra di questo lungo percorso e, grazie a tutti gli intervenuti ed alle persone che con il tempo riusciremo a coinvolgere, potremo costruire un progetto avvincente, partecipato che potrà darci molte soddisfazioni. Sicuramente non sarà un percorso facile, ma con la voglia derivata dalla nostra presa di coscienza che si può e si deve governare meglio per il bene della città e dei cittadini e con la ferrea volontà di cambiare per abbattere le logiche di potere, di clientelismo e molto altro che oggi governano la città, grazie soprattutto al partito di maggioranza relativa (PD), possiamo superare tutte le incomprensioni che potranno nascere e costruire nella maniera più larga e aperta possibile un’alternativa credibile, con l’obiettivo di presentarsi alle elezioni per vincerle ed amministrare al meglio la città».
Erano poste le basi per la nascita di una lista unitaria, a sostegno di un’idea di società in cui venisse data la precedenza al bene collettivo, rispetto all’interesse economico individuale di pochi. C’era, all’epoca, chi pensava fosse un obiettivo fuori della realtà. Non era cosa da poco mettere assieme cittadinanza e forze politiche, che avessero lo stesso intento, invece di disperdere il voto presentando simboli diversi. Lo sbocco di un processo lungo e partecipato, dal basso insomma, iniziato con quella giornata, si chiama Ravenna in Comune. Il progetto è stato coerente con le nostre attese, riuscendo a resistere agli attacchi del centrosinistra, che non gradiva affatto la nostra esistenza. Non abbiamo barattato nessuno scambio di poltrone con cambi di casacca. Dopo nove anni Ravenna in Comune continua a proporre una gestione pubblica della cosa pubblica, in antagonismo al liberismo dilagante incarnato a Ravenna dal Partito Democratico e dai suoi alleati. Ne siamo orgogliose e orgogliosi.
[Nell’immagine, da destra verso sinistra: Dora Casalino, poi portavoce di Ravenna in Comune; Angela Dall’Olio; Sandro Medici; Mauro Marinari; Ciccio Auletta; Ivano Mazzani]
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L’Altra Emilia Romagna: Ravenna si merita ben altro… l’impegno in vista delle prossime elezioni