LO SPETTRO DEL RIGASSIFICATORE SI AGGIRA IN UE

«Uno spettro si aggira per l’Europa», si potrebbe dire citando a sproposito Marx ed Engels. A sproposito, in quanto non si tratta dello spettro del comunismo, come si premetteva nell’omonimo Manifesto pubblicato nel 1848. È però vero che, come il Manifesto proseguiva, «Tutte le potenze della vecchia Europa si sono alleate in una santa battuta di caccia contro questo spettro». È lo spettro del rigassificatore di Ravenna. O meglio della petizione redatta dall’Ing. Riccardo Merendi e variamente e volta a volta sottoscritta da gruppi politici, associazioni e semplici cittadini. Tra cui Ravenna in Comune. Una petizione che, se nel sottotesto esprime contrarietà al rigassificatore in sé, ha come richiesta esplicita quella di un riesame dell’affrettatissima procedura che ha condotto all’autorizzazione del Commissario Bonaccini. Lo ricordiamo, in 120 giorni, il tempo per stagionare in fossa un formaggio, è stato dato l’OK a quello che per Piero Angela rappresentava a livello di rischio «l’incidente più catastrofico immaginabile fra tutte le fonti energetiche». Per riuscire nell’intento di battere chissà quale record si sono saltate procedure essenziali come la VIA e gli accertamenti Seveso sui grandi rischi industriali. A differenza di quanto si sta facendo a Vado Ligure invece. Non basta. La «gatta frettolosa fa i gattini ciechi», come si suole dire. E così la fretta ha fatto commettere una serie di sviste ed errori che hanno reso necessario una variante a pochi mesi dall’ottenimento dell’autorizzazione. Ma non è bastato ed il cumulo di magagne che l’affrettato progetto si è portato dietro è stato puntualmente fatto oggetto di una serie di segnalazioni, prima, e di petizioni, poi, da parte dell’Ing. Merendi per ottenere, come detto, un riesame del procedimento ed una definitiva correzione.

La politica bonacciniana a tutti i livelli è stata quella di alzare un muro a difesa di SNAM. Sia le segnalazioni che le petizioni sono state perciò respinte per principio sia a Ravenna che a Bologna che a Roma. L’ultima sceneggiata si è svolta in Commissione II presso la Regione (presidente la piddina faentina Manuela Rontini) lo scorso 5 marzo. La registrazione della riunione, per chi avesse interesse per la comicità involontaria, è disponibile negli archivi regionali. In pratica la seduta si è svolta con già pronta sul tavolo la risposta negativa alla petizione. È intervenuto l’assessore Vincenzo Colla (triste figura di un ex sindacalista passato armi e bagagli sul lato delle imprese) che, dopo una lunga inutile prolusione che parlava d’altro (investimenti, politica internazionale, ecc.) ha testualmente concluso con un «Niente da segnalare». Preso atto della natura tecnica delle osservazioni in petizione la presidente Rontini ha fatto sapere che segnalerà alla commissione Regolamenti l’opportunità di darci un taglio con la possibilità di presentarne altre. Alla faccia della democrazia. Ha poi preso la parola l’Ing. Paolo Ferrecchi, Direttore Generale preposto alla Cura del territorio e dell’ambiente. Uomo di assoluta fiducia del “governatore” tanto da essere nominato Commissario all’Autorità Portuale di Ravenna nel periodo di sospensione del Presidente Daniele Rossi per la nota vicenda Berkan B. Ferrecchi ha saltato a piè pari l’opportunità di una revisione delle procedure in ragione della mole di errori progettuali e si è invece concentrato sul solo aspetto di un’approvazione ministeriale di un tracciato diverso da quello successivamente modificato da SNAM per venire incontro alle esigenze di un lottizzatore locale (gruppo Ritmo). Secondo Ferrecchi si è trattato di un errore materiale che non deve essere sanato in quanto altri (come il rappresentante unico amministrazioni statali) hanno invece beccato il tracciato attuale. La pietra sopra alla possibilità di una revisione l’ha poi piazzata definitivamente Colla. A chi gli faceva notare che un controllo in più, visto il rischio, non guasta, ha risposto che «guasta, eccome se guasta». Ci sono troppi grandi interessi in gioco per perdere tempo. E poi ha intimato a tutti di smetterla di dire che si fa arrivare gas da fracking dagli Stati Uniti. Con tanto di voto che ha zittito tutti.

Dunque, illustre assessore, bisognerebbe tacere sul fatto che il gnl americano è shale gas estratto appunto con l’inquinantissimo fracking? Se si esclude Panigaglia, l’unico rigassificatore italiano inutilizzabile dalle navi USA a causa dei limitati fondali, un terzo degli arrivi di gnl tra lo scorso anno e questo in Italia è di provenienza USA. E perché nasconderlo? Forse perché la sostituzione dell’economico gas russo che arrivava via gasdotto con il costoso gnl trasportato da pericolose metaniere è stata pretesa proprio dagli Stati Uniti?

Lo spettro della petizione, nonostante l’operazione zitti tutti, come detto, si aggira per l’Europa. Anzi, proprio in UE, verrà avviata un’indagine di cui è stata incaricata la Commissione. Come Ravenna in Comune invitiamo la cittadinanza a sostenere la petizione. Il link per sottoscriverla si può trovare sul blog di Riccardo Merendi https://riccardomerendi.altervista.org/ o sul nostro sito https://www.ravennaincomune.it/wp/ (Lo spettro del rigassificatore si aggira in UE, 29 aprile 2024). Ferma restando l’indispensabilità di una transizione verso energie sostenibili e rinnovabili, infatti, è evidente che l’impiego del gnl sia un diktat imperiale imposto ad una colonia quale è l’Italia. Nascondere questo e i rischi enormi che comporta come vorrebbero Bonaccini & co. non è accettabile.

[nell’immagine: il fulmine caduto la notte del 27 agosto dello scorso anno nei pressi del rigassificatore di Panigaglia. L’incidente catastrofico “impossibile” a verificarsi che stava per verificarsi…]

#RavennainComune #Ravenna #rigassificatore #UE #USA

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ravenna notizie

Unione Europea: ammissibile la petizione presentata da Riccardo Merendi contro il rigassificatore

Fonte: RavennaNotizie del 27 aprile 2024

 

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*** Comunicato ***

RIGASSIFICATORE DI RAVENNA: DICHIARATA AMMISSIBILE LA PETIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO SUGLI ERRORI TECNICI E PROCEDURALI
Il presidente della commissione europea per le petizioni ha comunicato che la petizione n. 1385/2023 -inviata nel dicembre 2023 dall’ingegnere ravennate Riccardo Merendi- è stata dichiarata ammissibile in quanto “la questione sollevata rientra nel campo di attività dell’Unione europea” e che sarà quindi condotta un’indagine preliminare.
La petizione -si legge nella comunicazione- è anche stata trasmessa alla Commissione Ambiente del Parlamento europeo.
Questi i quesiti conclusivi che riassumono gli argomenti per i quali è stato richiesto l’intervento degli organi comunitari:
– una procedura così approssimativa, con tanti errori e contraddizioni, è conforme agli standard comunitari posti a garanzia di qualità e sicurezza?
– la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente, nonché i diritti dei consumatori, sono tutelati dalla procedura adottata e dalla conseguente approvazione del progetto del rigassificatore di Ravenna?
– i cittadini europei degli Stati Membri possono tollerare tanta approssimazione e superficialità in chi si candida a diventare hub europeo del gas, risorsa energetica strategica da gestire con estrema cura e precisione?
La scheda della petizione, è pubblicata nel sito della Comunità Europea alla pagina raggiungibile cliccando QUI

Sintesi della petizione

Petizione n. 1385/2023, presentata da Riccardo Merendi, cittadino italiano, sulla costruzione di un terminale di rigassificazione a Ravenna, Italia
Il firmatario lamenta errori tecnici e procedurali in ordine al progetto del rigassificatore di Ravenna. Nel 2022 il decreto n. 3 del commissario straordinario di governo, che contiene anche il nullaosta del ministero dello Sviluppo economico, ha autorizzato il progetto di Snam FSRU Italia S.r.l., subordinandolo al rispetto dei documenti REL-PROG-E_00001 e PG-TP-D-35281 di luglio 2022. Tuttavia, il firmatario ha rilevato in questi ed altri documenti vari errori: ad esempio, viene proposta una procedura di mantenimento della pressione costante al variare della temperatura rendendo impossibile superare la prova di collaudo; viene prevista erroneamente l’immissione di aria nel flusso del metano, violando principi di sicurezza fondamentali; “cooling water” è stato erroneamente tradotto come “acqua di riscaldamento”. Questi errori, mediante le previste osservazioni, furono messi a conoscenza della società che, pur giustificandoli come refusi, non ha provveduto a correggere i documenti ufficiali. Sono state quindi presentate petizioni, regionali e comunali, chiedendo una revisione del progetto ma hanno ricevuto risposte, secondo il firmatario, inconcludenti e parimenti la proposta di revisione del progetto discussa dal Comune di Ravenna non è stata approvata. Il firmatario continua notando come a settembre 2022 Snam ha emesso il documento REL-AU-E-35060 che prevede un’ottimizzazione del tracciato cioè lo spostamento dell’impianto a terra di circa 700 metri verso sud-ovest per allontanarlo dalle aree di maggior pregio ambientale e dalle zone residenziali. Tale modifica, richiesta e poi approvata dal Consiglio Comunale, non è stata depositata come aggiornamento del progetto REL-PROG-E_00001 ma è stata introdotta solo come revisione della corografia PG-TP-D-35281 nella documentazione. Di conseguenza nel decreto n. 3 del 7 novembre 2022 sono presenti due posizioni dell’impianto con tracciati diversi mentre il nullaosta rimane condizionato alla conformità ai soli documenti di luglio 2022. Ancora una volta, vengono presentate petizioni popolari e interrogazioni a livello comunale e regionale che ricevono risposte considerate dal firmatario non sufficienti. Dopo la pubblicazione della documentazione relative alle ottimizzazioni, il firmatario ribadisce tramite le osservazioni gli errori rilevanti, sorvolando sulle ulteriori modifiche (varie correzioni sulla diga frangiflutti, ulteriore dragaggio del fondale, necessità di riscaldare l’acqua di mare d’inverno) e il maggiore tempo necessario in contrasto con le esigenze iniziali di rapidità del progetto. Le risposte ricevute riconoscono errori di battitura e lapsus ripetuti ma non affrontano in modo esaustivo la modifica della posizione dell’impianto e rimangono silenti sulla necessità di correggere i documenti ai fini delle autorizzazioni. Poiché, secondo il firmatario, il rigassificatore contribuirà a far diventare l’Italia l’hub europeo del gas, egli chiede l’intervento delle istituzioni europee per affrontare le problematiche segnalate.

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