IL 19 APRILE E’ RESISTENZA ALLA COLONIZZAZIONE ESTRATTIVISTA DEGLI STUDI

Venerdì prossimo in tutta Italia sarà sciopero globale per il clima con una grande manifestazione a Milano convocata dai Fridays for Future per il giorno successivo, sabato, in cui convergeranno anche i temi del lavoro (con il collettivo lavoratori GKN) e la lotta per una Palestina Libera (con l’associazione Giovani Palestinesi). A Ravenna, allo sciopero di venerdì 19 aprile, parteciperanno moltissime organizzazioni giovanili studentesche universitarie tra cui End Fossil Ravenna, Cambiare Rotta Emilia Romagna e Ravenna Students for Palestine. La mobilitazione vivrà anche un momento in presenza a Ravenna, dalle 15.00, nella sede universitaria di Palazzo Corradini in via Mariani 5. Ravenna in Comune, condividendo oggetto e finalità della manifestazione, invita alla partecipazione.

Riportiamo di seguito uno stralcio del comunicato ravennate. L’integrale diffuso in sede nazionale è pubblicato sul nostro sito.

«Contro devastazione ambientale e imperialismo, al fianco della resistenza palestinese!

Il 19 aprile, nel giorno dello sciopero nazionale per il clima, dalle università scendiamo in piazza per manifestare unitariamente come studenti contro il ruolo fondamentale che i luoghi della formazione e del sapere assumono nella cosiddetta transizione ecologica e nei conflitti, dalla guerra in Ucraina passando per l’Africa fino al genocidio del popolo palestinese.

Sappiamo bene da molto tempo come a tutti i livelli le università siano perfettamente inserite sia a livello materiale, con accordi di collaborazione e di ricerca, sia a livello ideologico, incarnando il greenwashing europeo e sdoganando la propaganda di guerra, in un sistema sempre più brutale che ci sta portando all’infarto ecologico e alla guerra generalizzata. Ed è proprio per mezzo di questa narrazione ideologica sull’ambiente che le classi dirigenti occidentali si costruiscono la scorta per giustificare ristrutturazioni del sistema produttivo atte unicamente al rafforzamento della propria posizione all’interno della competizione globale.

In questo senso vengono sottoscritti numerosissimi accordi nelle università con aziende ecocide in nome di una finta transizione ecologica, che spesso risultano difficilmente distinguibili nei loro scopi di fatto da quelli con il comparto bellico – in questo senso fanno parte della stessa logica imperialista. Un esempio recente e lampante di questa terribile convergenza è, appunto, il Bando MAECI che, oltre a selezionare ricerche per tecnologie di ottica di precisione (dunque, di diretto impiego bellico), raccoglie progetti per altri due ambiti: tecnologie idriche e del suolo. Israele in questo modo afferma da sempre tramite operazioni di convergenza simili di aver espropriato i territori e l’acqua dei palestinesi, ma di averlo fatto in maniera “green”, facendo “rifiorire il deserto”.  La stessa nostrana ENI, presentissima nelle università italiane, vince il 29 ottobre, proprio mentre Israele stava cominciando la sua terribile operazione di sterminio, un bando per lo sfruttamento delle risorse di gas al largo delle coste palestinesi: l’estrattivismo è, nei fatti, imperialismo.

Nel campus di Ravenna lo vediamo molto bene a partire dalla relazione che il nostro ateneo intrattiene con ENI, che da sempre vede Ravenna come un bacino per sfruttarne le risorse e distruggere l’ambiente.

Consapevoli del ruolo cruciale che svolgono le nostre università, scendiamo in piazza come studenti contro gli accordi delle università con le aziende inquinanti e i progetti di ricerca utilizzati da chi sfrutta il controllo delle terre e delle risorse idriche ed energetiche per l’oppressione dei popoli e devastando l’ambiente e per un’università libera da guerra, sfruttamento e oppressione!»

#RavennainComune #Ravenna #Unibo #ENI #Palestine

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FUORI ENI E ISRAELE DALL’UNIVERSITÀ: RIPRENDERSI SPAZIO, BLOCCARE GLI ACCORDI!

Contro devastazione ambientale e imperialismo, al fianco della resistenza palestinese!

Il 19 aprile, nel giorno dello sciopero nazionale per il clima, dalle università scendiamo in piazza per manifestare unitariamente come studenti contro il ruolo fondamentale che i luoghi della formazione e del sapere assumono nella cosiddetta transizione ecologica e nei conflitti, dalla guerra in Ucraina passando per l’Africa fino al genocidio del popolo palestinese.

Proprio in queste settimane ci siamo mobilitati all’interno delle università su tutto il territorio nazionale per il boicottaggio degli accordi con l’entità sionista israeliana che, sostenuta da tutto il blocco Euroatlantico, sta sterminando il popolo palestinese, e le aziende della guerra, a partire dal Bando MAECI e ottenenendo delle prime vittorie in diversi atenei, come a Torino, Bari e Pisa.

Sappiamo bene da molto tempo come a tutti i livelli le università siano perfettamente inserite sia a livello materiale, con accordi di collaborazione e di ricerca, sia a livello ideologico, incarnando il greenwashing europeo e sdoganando la propaganda di guerra, in un sistema sempre più brutale che ci sta portando all’infarto ecologico e alla guerra generalizzata. Ed è proprio per mezzo di questa narrazione ideologica sull’ambiente che le classi dirigenti occidentali si costruiscono la scorta per giustificare ristrutturazioni del sistema produttivo atte unicamente al rafforzamento della propria posizione all’interno della competizione globale.

In questo senso vengono sottoscritti numerosissimi accordi nelle università con aziende ecocide in nome di una finta transizione ecologica, che spesso risultano difficilmente distinguibili nei loro scopi di fatto da quelli con il comparto bellico – in questo senso fanno parte della stessa logica imperialista. Un esempio recente e lampante di questa terribile convergenza è, appunto, il Bando MAECI che, oltre a selezionare ricerche per tecnologie di ottica di precisione (dunque, di diretto impiego bellico), raccoglie progetti per altri due ambiti: tecnologie idriche e del suolo. Israele in questo modo afferma da sempre tramite operazioni di convergenza simili di aver espropriato i territori e l’acqua dei palestinesi, ma di averlo fatto in maniera “green”, facendo “rifiorire il deserto”.  La stessa nostrana ENI, presentissima nelle università italiane, vince il 29 ottobre, proprio mentre Israele stava cominciando la sua terribile operazione di sterminio, un bando per lo sfruttamento delle risorse di gas al largo delle coste palestinesi: l’estrattivismo è, nei fatti, imperialismo.

Un altro esempio altrettanto chiarificante è quello degli accordi che le università, in particolare l’Università di Torino e il Politecnico di Torino, stipulano con TELT, l’azienda che sta con insuccesso costruendo il TAV: di nuovo sotto il tappeto della transizione ecologica, si nasconde un’opera atta a corridoio militare e che nella sua costruzione devasta l’ambiente locale sotto un regime di occupazione poliziesca.

Consapevoli del ruolo cruciale che svolgono le nostre università, scendiamo come studenti contro gli accordi delle università con le aziende inquinanti e i progetti di ricerca utilizzati da chi sfrutta il controllo delle terre e delle risorse idriche ed energetiche per l’oppressione dei popoli e devastando l’ambiente e per un’università libera da guerra, sfruttamento e oppressione!

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Sciopero studentesco al Corradini il 19 aprile. Contro la guerra e lo sfruttamento delle risorse

Gli studenti criticano la presenza e i rapporti che il campus di Ravenna intrattiene con ENI, e con altre aziende che fruttano le risorse energetiche di altri paesi

Fonte: Più notizie del 15 aprile 2024

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