Oggi riabbiamo a Ravenna la nave di soccorso Life Support di Emergency. Lo abbiamo saputo venerdì scorso. Così come abbiamo imparato che eravamo da capo con l’instabilità organizzativa. «Il prefetto ha convocato una prima riunione di coordinamento dove si deciderà il luogo di sbarco e la struttura dove saranno effettuate le visite sanitarie speditive e gli adempimenti di Polizia» ha spiegato la stampa. E si decideranno anche i mezzi da utilizzare per gli spostamenti. Insomma, si continua come se fosse il primo arrivo nonostante si sia arrivati al fatidico numero 10 e si siano raggiunte le 1.139 persone sbarcate. È giusto criticare la scelta del Governo di obbligare ad un lunghissimo viaggio, giorni e giorni in più di navigazione, chi già ha sopportato un tragitto infinito dal posto di partenza originario. Non è giusto, però, che a fare le spese di questa critica siano proprio le persone che si dovrebbero e vorrebbero tutelare. Se fossero passeggeri sbarcati da una crociera, Ravenna sarebbe considerata home port. E Ravenna è effettivamente home port crocieristico con una stabile organizzazione di accoglienza per chi sbarca (e ovviamente anche per chi parte). Perché ci si ostina ad improvvisare ogni volta che arriva la nave di una ONG, invece?
Questa volta, lo abbiamo poi scoperto, è stato scelto l’attracco alla banchina di fronte alla Fabbrica Vecchia. Altre volte le navi sono state dirottate a banchine commerciali, sbarcando le persone come se fossero merci, tra sacconi e rinfuse. Altre volte ancora si è privilegiato il terminal passeggeri, purché fosse libero dai passeggeri evidentemente considerati di serie A, quelli delle crociere. Cosa decida che un passeggero in viaggio di piacere ed uno proveniente da un salvataggio debbano essere destinatari di un trattamento di serie A o di serie B non è chiaro. Certo non è il prezzo pagato per il viaggio, visto il costo esorbitante estorto ai migranti dai trafficanti di uomini: molto superiore a quello pagato dai crocieristi in termini economici, quando non costa addirittura la vita! E poi, questa volta, l’accoglienza medica e di polizia sarà effettuata al circolo Canottieri alla Standiana. In altre occasioni c’è stato il coinvolgimento del Pala de André. In altri casi, invece, si è allestita direttamente la banchina di sbarco. Ed anche i trasporti successivi allo sbarco variano: a volte si utilizzano i mezzi della Croce Rossa, come oggi, ed altre invece dei pullman commerciali.
Le persone arrivate con la Life Support sono state salvate da due barconi in legno partiti giovedì scorso da due porti libici: Sabratha e Zawiya. Come dicevamo l’inizio del viaggio è di molto antecedente: Malek è partito dall’Eritrea quando aveva 22 anni, oggi ne ha 26; Mohammed, 21enne, è partito dal Bangladesh sei mesi fa. Sono solo due esempi. E l’incombente presenza, durante il salvataggio, dello stesso pattugliatore (regalato ai libici dall’Italia) che ha sparato proprio giovedì sulla nave di Mediterranea, è rivelatore dei tanti rischi affrontati nel viaggio.
Ravenna in Comune dà il benvenuto in Italia e a Ravenna alle 202 persone sbarcate oggi. Al contempo, però, torniamo a richiedere all’Amministrazione Comunale di strutturare il nostro porto con una stabile organizzazione per la gestione degli arrivi disposti dal Governo centrale.
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Migranti, lo sbarco all’alba del 10 aprile a Ravenna: 200 in arrivo
Alla banchina Fabbrica Vecchia attraccherà la nave di Emergency Life Support, con a bordo 167 uomini, 15 donne e 18 minori, di cui 8 non accompagnati