Oggi, 5 aprile, con una manifestazione a Genova, che culminerà in un corteo con destinazione Palazzo San Giorgio, sede dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, si concludono tre giorni di scioperi dei lavoratori portuali italiani. Lo stato di agitazione è stato indetto dai sindacati confederali per un rinnovo del contratto collettivo nazionale che tenga conto debitamente, oltre che del recupero salariale, di temi base per la categoria quali salute e sicurezza. Il contratto dei lavoratori dei porti è scaduto a fine dicembre ma il contratto dei portuali avviati mediante somministrazione è scaduto da più di due anni. Giustamente il comunicato sindacale rappresenta che: «I lavoratrici e i lavoratori portuali e i sindacati dei trasporti esprimono la loro solidarietà ai lavoratori somministrati con i quali lavorano a fianco a fianco nelle banchine ravennati». Per questi ultimi lavoratori il tema della sicurezza è ancora più occasione di allarme. A Ravenna si ricorda Luca Vertullo, ragazzo di 22 anni avviato al lavoro con contratto precario ed al suo primo giorno di lavoro, schiacciato nella stiva di una nave il 1° settembre 2006. Solo dopo la sua morte venne finalmente installata una pesa per consentire di controllare se i carichi imbarcati sui traghetti erano regolari.
Ravenna in Comune è particolarmente grata alle lavoratrici e ai lavoratori del porto di Ravenna per l’azione di contrasto al traffico di armi che viene portata avanti da anni. Un motivo in più per esprimere solidarietà alla loro lotta per un contratto giusto e un lavoro sicuro.
[nell’immagine: presidio dei lavoratori portuali davanti a Palazzo San Giorgio a Genova per boicottare il traffico d’armi nei porti]
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Sciopero al porto di Ravenna dal 3 al 5 aprile