È stato un primo presidio, colmo di passione per chi l’ha vissuto, quello per la salvezza delle Torri Hamon. Ieri mattina, in una giornata climaticamente infelice, senza un anticipo sufficiente dalla convocazione, per di più nella festività tradizionalmente dedicata alle gite fuori porta, ci siamo trovate e trovati ugualmente in Piazza del Popolo, stretti dalla necessità e dalla incombenza. Il rischio grande è che dopo la sorpresa tirata fuori dal Sindaco a tradimento, anche l’intervento di demolizione si svolga in tempi sorprendentemente rapidi. Del resto, ben sappiamo quale sia la volontà delle amministrazioni cittadina e portuale in proposito: accondiscendere alla pluridecennale deliberazione di ENI di disfarsi di opere che ritiene solo ingombranti. E che, se tutelate come dovrebbero, rappresenterebbero un costo economico che non si vuol sostenere. E non ci si racconti che si tratterebbe di costi che, invece, non si riuscirebbero economicamente a sopportare per un colosso dell’oil&gas come ENI, peraltro sotto controllo dello Stato, che ha appena certificato utili (adjusted) per il 2023 pari a ben oltre gli 8 miliardi di euro. Si rende involontariamente ridicolo il viceSindaco Fusignani a certificare «l’oramai certo abbattimento, visti gli improponibili costi di recupero».
Facciamo nostro l’invito di Francesca Santarella di Italia Nostra rivolto alla cittadinanza perché si faccia parte attiva a manifestare l’opposizione della Città alla cancellazione di una traccia determinante del suo immaginario visivo riconoscibile: partecipare ai presidi o anche solo inviare una mail all’Amministrazione de Pascale, a quella del porto, segnalare in ogni modo possibile la contrarietà va fatto oggi. Presto potrebbe non avere più rilievo.
Appare paradossale che lo stesso Fusignani, tra una lacrima di coccodrillo e l’altra, sostenga testualmente che «l’Amministrazione comunale non ha competenze né possibilità di intervenire su beni privati» e che «Per quanto sia inopportuno entrare nelle legittime scelte imprenditoriali della proprietà è difficile non provare un senso di tristezza nell’assistere impotenti alla demolizione delle Torri Hamon che presentano purtroppo segni di deterioramento tali da comprometterne la stabilità». È paradossale in quanto è proprio il Regolamento Comunale di Polizia Urbana preteso e festeggiato da Fusignani a smentirne le affermazioni. Regolamento contro il quale solo noi di Ravenna in Comune votammo contro (paradosso nel paradosso) che, peraltro, ben si applica alle aree ex Sarom (Art. 1: «si applica su tutto il territorio comunale»).
Glielo abbiamo già ricordato: «ENI doveva provvedere al mantenimento delle torri ed il Sindaco avrebbe dovuto a sua volta imporglielo. In mancanza di ottemperanza l’Amministrazione Comunale avrebbe dovuto direttamente farsi carico degli interventi, ovviamente ponendo i costi a carico di ENI. La disposizione prevede inoltre una sanzione in caso di inosservanza». È l’articolo 7 del Regolamento a sancirlo (Art. 7 Incuria, degrado ed occupazione abusiva di immobili e terreni): «Fatte salve le norme del codice penale ovvero previste da leggi e regolamenti in materia, i proprietari, ovvero i detentori a qualsiasi titolo con doveri di custodia, hanno l’obbligo di mantenere in condizioni decorose gli edifici, i fabbricati, come pure terreni, parchi e giardini privati. […] Il Sindaco ha facoltà di provvedere a far eseguire direttamente le opere necessarie quando l’ordinanza con cui dispone gli interventi del caso non sia stata ottemperata».
Ammesso e non concesso che le torri presentino oggi «segni di deterioramento tali da comprometterne la stabilità», come sostiene il viceSindaco (nonché il Sindaco, il Presidente dell’Ente Porto ed anche ENI), perché Fusignani, che ha la delega dal 2016, non ha vigilato in tutti questi anni sui rischi di incuria e degrado incombenti sulle torri? Perché non ha curato l’emissione di apposita ordinanza per imporre ad ENI lo svolgimento dei necessari interventi per il mantenimento delle torri? Perché, infine, non ha fatto eseguire le opere necessarie stante il mancato svolgimento delle stesse direttamente da parte di ENI?
Ravenna in Comune invita la cittadinanza a reclamare la tutela delle memorie del proprio visibile passato da parte di chi, invece, tutela solo gli interessi delle grandi imprese a spremere senza vergogna il territorio di Ravenna. La prossima manifestazione si svolgerà domenica pomeriggio, 7 aprile, dalle ore 16.00 alle 18.00 presso la Darsena di Città, in testata Candiano, a Ravenna. Ad oggi hanno aderito: Italia Nostra, Fai, Accademia di Belle Arti di Ravenna, associazione Dis-Ordine, Potere al Popolo e Ravenna in Comune.
[L’immagine è tratta dal presidio del 1° aprile in Piazza del Popolo. La cornice presenta il logo realizzato da Tiratura]
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