AARON L’ESTREMISTA – COSE FUORI DAL COMUNE

Il 25 febbraio 2024, di fronte all’Ambasciata israeliana a Washington, Aaron l’Estremista si è dato fuoco ed è morto bruciato vivo. Ha lasciato dietro di sé poche parole:

«Mi chiamo Aaron Bushnell, sono un aviere in servizio attivo dell’Aeronautica degli Stati Uniti e non sarò più complice di un genocidio. Sto per compiere un atto di protesta estremo ma, se paragonato a quello che la gente sta vivendo in Palestina per mano dei loro colonizzatori, non è affatto estremo. Questo è ciò che la nostra classe dirigente ha deciso che sia normale». Mentre ardeva ha avuto sulla bocca: «Palestina Libera».

Di lui ha scritto Alberto Bradanini, che abbiamo ospitato recentemente a Ravenna:

«Con queste parole Aaron Bushnell, un eroico militare americano, il 25 febbraio scorso pone fine alla sua vita di fronte all’Ambasciata israeliana a Washington, per esprimere al mondo la sua ribellione contro complicità e silenzi dei potenti davanti alle continue atrocità che Israele commette ai danni della misera umanità di Gaza. Solo facendo affiorare le sfere occulte della coscienza e tacitando il frastuono intorno, è possibile penetrare almeno in parte l’immensità del gesto di questo ragazzo, un combattente il cui merito etico e umano va oltre ogni immaginazione. Egli era un uomo mite e compassionevole che guardava le stelle per provare a sfuggire dal dolore che lo opprimeva. Onore eterno a un ragazzo con un cuore scintillante di umanità, che riempie il pianeta».

Forse per la perdita di sensibilità dei tempi nostri, chiamiamolo pure disincanto o, forse, insofferenza per le azioni che non saremmo mai capaci di compiere, non siamo completamente a nostro agio con la retorica di questo passo. Ma dovremmo pur riconoscere che il gesto di Aaron si inserisce in quella serie di nobili atti estremi di auto-immolazione riassunti per noi da Maria Paola Patuelli che mette in fila i roghi dei monaci buddisti sud-vietnamiti, a partire da Thích Quảng Đức, nel 1963; il praghese Jan Palach nel 1969; il tunisino Mohamed Bouazizi e il forlivese Angelo Di Carlo nel 2012. Bradanini aggiunge due ragazzi statunitensi, Norman Morrison, di 22 anni, nel 1965 e Ronald Brazee, di appena 16, nel 1968. E conclude:

«Con il suo esempio, il martire consente a un’idea di passare alla storia, indebolisce la narrativa del potere e rende inquiete le coscienze. Gli oppressori non perdono per questo il sonno, eppure farebbero bene a chiudere la porta a doppia mandata. Se si possono perdonare i carnefici, non bisogna però dimenticare i loro nomi, suggerisce il filosofo. Caro Aaron, insieme al tuo corpo la macchina del potere ha inteso seppellire anche la tua memoria. Per loro sei stato null’altro che una notizia fugace, obbligata e fastidiosa, un uomo avvolto nella depressione e forse nel narcisismo, in cerca di una gloria tragica ed effimera. Ma non è così. Per il resto del mondo e per la storia, tu hai titolo per essere accolto nell’Olimpo della nobiltà e dell’eroismo. Fratello Aaron, figlio di quell’umanità che ci spinge a osservare con le lacrime agli occhi i misteri dell’universo insieme alla crudeltà degli umani, puoi starne certo, ovunque tu sia, che mai potremo dimenticarti».

Aaron ha usato le parole “genocidio” e “colonizzatori” riferiti a quanto sta compiendo lo Stato Israeliano e l’affermazione che il suo gesto avrebbe definitivamente disgiunto sé stesso come cittadino statunitense e membro dell’esercito di quel Paese dalla complicità degli USA con i crimini israeliani: «Non sarò più complice di un genocidio» ha dichiarato ed il suo gesto vi ha effettivamente messo fine. Senza le migliaia di tonnellate di armi e munizioni riversate dagli USA su Israele, senza l’intelligence condivisa, senza il supporto davanti alle Nazioni Unite e alla Corte di Giustizia Internazionale, la missione di sterminio dei palestinesi portata avanti senza tregua dall’Apartheid di Tel Aviv incontrerebbe ostacoli insormontabili. Ma se gli USA sono i primi, non sono i soli ad appoggiare Israele. Nei soli ultimi tre mesi del 2023, dopo l’inizio dell’operazione contro ogni essere vivente di Gaza, l’Italia ha esportato “Armi e munizioni” verso Israele per un valore pari a 2,1 milioni di euro. Nella categoria “Aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi”, invece, nello stesso periodo siamo arrivati a quasi 15 milioni di euro di materiali, la metà dei quali forniti da Alenia Aermacchi del gruppo Leonardo. Giusto per smentire le affermazioni del Governo Italiano secondo cui da ottobre vi sarebbe stato il blocco totale di esportazioni di armi e mezzi verso Israele.

Questo per il centrodestra al Governo. E il centrosinistra alla (presunta) opposizione? A parole tutti pacifisti, con Schlein a proclamare ai quattro venti che «Bisogna evitare l’invio di armi e l’esportazione di armi verso i conflitti, verso il conflitto in Medio oriente, in particolare in questo caso ad Israele. Perché non si può rischiare che le armi vengano utilizzate per commettere quelli che si possano configurare come crimini di guerra». E allora, cara Elly, cosa ci faceva venerdì sera il Sindaco e Presidente della Provincia, nella sala Nullo Baldini della Provincia gentilmente messa a disposizione, ad introdurre il direttore della fondazione di Leonardo, impegnato a promuovere i servigi della stessa potente macchina di morte? Tutti assieme appassionatamente e tutti del PD, oltre a Michele de Pascale, il direttore e relatore Andrea Manciulli, già deputato, ed il promotore dell’iniziativa, l’ex segretario ed ex deputato Alberto Pagani. Per una volta assente il presidente della fondazione di Leonardo, l’ex ministro, l’ex deputato, l’ex senatore Marco Minniti. Pure lui piddino, naturalmente.

Pochi giorni fa come Ravenna in Comune ricordavamo (“Tutti gli uomini di Leonardo”, 10 marzo 2024):

«Nel luglio 2022, Leonardo acquisisce la società israeliana RADA, specializzata in radar per la difesa a corto raggio e anti-droni. Questo testimonia non solo il legame che esiste tra Leonardo e Israele, ma anche la presenza fisica dell’ex Finmeccanica nel territorio occupato da Israele. Tale società, ora chiamata DRS RADA Technologies, ha partecipato alla realizzazione di “Iron Fist”, un sistema di protezione attivo montato sui nuovi mezzi corazzati da combattimento delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), immediatamente utilizzati nell’invasione di Gaza e nel genocidio del popolo Palestinese sin da questo ottobre. Stesso discorso per i giganteschi bulldozer blindati Caterpillar D9, adoperati per distruggere abitazioni e strutture palestinesi, che sono dotati dei sistemi di protezione attiva e dei radar tattici di DRS RADA.

Israele, dunque, non è solo “un cliente” di Leonardo, in quanto quest’ultimo ospita stabilimenti e dipendenti di Leonardo. La DRS RADA Technologies del gruppo Leonardo conta 248 dipendenti e ha tre sedi nello stato d’Israele. Nel febbraio del 2023, come se non bastasse, Leonardo ha siglato due accordi di partnership in ambito di innovazione, uno con la Israeli Innovation Authority e l’altro con Ramot Tel Aviv University».

Ad oggi sono morte decine di migliaia di palestinesi, per il 70% donne e bambini, sistematicamente sterminati dalle forze armate israeliane. Tra morti e feriti siamo molto al di sopra delle 100mila persone in poco più di cinque mesi dall’inizio della mattanza israeliana. Aaron ha compiuto il suo gesto estremo. Aaron, il presunto Estremista, non è più complice di questo genocidio. Sono altri però i veri estremisti. Sono quelli che sostengono l’apartheid, la colonizzazione, lo sfruttamento e lo sterminio compiuto da Israele nei confronti della popolazione palestinese. Gli estremisti sono coloro che dicono che Israele sta solo esercitando il proprio diritto di difendersi ed intendono che può continuare il genocidio palestinese a suo piacimento perché il diritto internazionale non si applica a Israele. Gli estremisti sono loro. Gli estremisti che si presentano come politici, diplomatici, docenti e intellettuali, che propiziano affari, non toccano direttamente le armi ma hanno ugualmente le mani che grondano sangue. Sono ospitati in sale istituzionali, nei giornali, nelle università. Sono di centrodestra e di centrosinistra senza differenze di rilievo. Sono loro i complici del genocidio.

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Gaza e l’eroismo di Aaron Bushnell

Fonte: la Fionda del 14 marzo 2024

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