Il Sindacato (CISL) ha recentemente riportato l’attenzione sulle evoluzioni demografiche che si prevedono in Emilia Romagna nei prossimi anni. In particolare è stata rilanciata una proiezione demografica sino all’anno 2042 diffusa a fine dicembre dalla Regione. Dallo scenario tratteggiato si ricava la continuazione di una tendenza già in atto per il ravennate che, progressivamente, vede calare il numero di abitanti. A livello romagnolo il dato è quello di un calo pari al -2% per la provincia di Ravenna rispetto ad aumenti che invece dovrebbero interessare sia Forlì-Cesena (+0,57%) che Rimini (+3,4%). In realtà l’ISTAT aveva già anticipato la tendenza anche a livello comunale. Già nel 2030, infatti, secondo l’istituto statistico nazionale, il Comune di Ravenna è previsto diminuire ben di un -2,3% dei residenti. Per quanto riguarda i comuni con oltre 30mila abitanti si tratta di una situazione senza paragoni in Romagna e, a parte Ferrara, in tutta la Regione.
Come mette in evidenza il segretario generale CISL Romagna Francesco Marinelli «le proiezioni demografiche per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini suscitano legittime preoccupazioni riguardo all’aumento della popolazione anziana. Le tendenze evidenziano un invecchiamento significativo della popolazione in tutte e tre le province, con l’incidenza della popolazione over 65 che è aumentata dal 22.76% del 2012 all’attuale 24,81% e si prevede che raggiungerà il 31,8% nel 2042. Diventa quindi imperativo sviluppare e implementare politiche e interventi mirati per garantire un adeguato supporto e una migliore qualità di vita per gli anziani, affrontando così le sfide demografiche in atto». In particolare questo dovrebbe comportare un radicale cambio di rotta da parte della Regione in relazione all’evidente peggioramento del servizio sanitario regionale un tempo di eccellenza. «In previsione degli scenari futuri sarà fondamentale ad esempio che la medicina nel territorio romagnolo tenga sempre più in considerazione i cambiamenti demografici mantenendo e implementando i servizi sanitari non dimenticando le periferie e mantenendo un alto livello di qualità dell’assistenza sanitaria, che deve essere sempre più personalizzata e mirata per adattarsi alle esigenze di ogni singolo individuo».
Come Ravenna in Comune sosteniamo da tempo che l’approccio regionale in materia sanitaria è sbagliato e va in direzione opposta a quella di una implementazione del servizio pubblico. Al di là delle parole di propaganda, infatti, lo stato carente del servizio è sotto l’occhio di chiunque abbia la disgrazia di dover ricevere cure. Anni e anni in cui si è privilegiato il finanziamento in convenzione del privato hanno portato al risultato attuale. Che, stante le indicazioni demografiche, non potranno che portare ad un ulteriore peggioramento del servizio a meno di una repentina inversione ad U nelle politiche sanitarie regionali (che ad oggi non si vede).
Ma c’è dell’altro. Il Comune di Ravenna al 1° gennaio 2023 contava 156.050 abitanti secondo l’ISTAT. Eppure la maggioranza a traino PD continua imperterrita a dare il via libera a nuove urbanizzazioni. Quando la famosa legge regionale sul consumo di suolo zero, così propagandata da Bonaccini, inizierà a produrre qualche effetto, di suolo da consumare non ce ne sarà più. Per chi si costruisce? Le previsioni di un progressivo aumento della popolazione comunale sino a 200mila abitanti sono rimaste a livello di vaneggiamento. Ma la cementificazione prosegue invece come se effettivamente occorresse trovare un tetto a 50mila persone. Eppure già ora a Ravenna ci sono 29.067 abitazioni lasciate vuote. In pratica quasi il 30% (28,4%) delle abitazioni accatastate non sono utilizzate. Inutilizzate in quanto né locate né date in comodato o altrimenti abitate.
Ravenna in Comune chiede al centrosinistra che amministra Regione, Provincia e Comune di adottare finalmente politiche rispettose della realtà demografica di Ravenna e di smettere di guardare soltanto agli interessi dei grandi palazzinari e dei ras della sanità privata. Chiede inoltre di smetterla di far scappare i giovani: sia guardando al passato che alle proiezioni future, se si continua così le fasce di popolazione più giovane sono previste in fortissima diminuzione!
[nell’immagine: estratto da Il futuro demografico dell’Emilia-Romagna, ISTAT 30 maggio 2022]
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Previsioni: la popolazione ravennate fra vent’anni sarà calata del 2 percento
I dati di un report della Regione analizzati dalla Cisl: per le altre due province della Romagna invece si prevede un aumento