Domani è l’8 marzo. E domani è sciopero. Mobilitazione generale nella giornata internazionale della donna. Si tratta di una rivendicazione ormai consolidata quella di dichiarare lo sciopero per contrastare quello che è un vero e proprio gap di genere. Al ritmo attuale ci vorrebbero 130 anni per recuperarlo se fosse veramente un obiettivo. Ad oggi la metà delle donne italiane non lavora e tra uomini e donne c’è una differenza pensionistica pari a 40 miliardi di euro in meno per le seconde (secondo l’INPS). Ed anche se pure quest’anno non è stato proclamato dalle tre confederazioni, sono moltissime le sigle che hanno invitato all’astensione dal lavoro lavoratrici e lavoratori dei settori privato e pubblico: Flc CGIL, Slai Cobas, Adl Cobas, Cobas Usb, Cobas Sub, Osp Faisa Cisal, Usi Cit, Clap, Si Cobas, Cub Trasporti, Uitrasporti, Usi 1912, Flaei Cisl e Uiltec Uil. Parteciperanno alla giornata di lotta anche organizzazione studentesche e dei pensionati.
Ravenna in Comune invita tutte le lavoratrici e i lavoratori a partecipare alla mobilitazione domani 8 marzo. La lotta alla violenza di genere è lotta per l’autonomia, per il salario minimo e per il reddito di autodeterminazione. È anche lotta per un welfare includente, aperto e garantito, senza il quale il lavoro di cura ricade sempre di più sulle donne, rendendole più esposte allo sfruttamento e alla violenza. Lo sciopero di domani è femminista ma non è riservato solo alle donne. L’8 marzo è sotto il segno dell’unità di lavoratrici e lavoratori: è l’otto di lotta.
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Sciopero generale l’8 marzo: “contro ogni forma di violenza”. Ecco cosa si ferma dalla scuola, la sanità e i trasporti
Fonte: Il Fatto Quotidiano del 4 marzo 2024