L’Amministrazione ravennate in piena strage di palestinesi da parte dell’esercito israeliano si è presa la briga di togliere da un’area pubblica la bandiera palestinese. Ci viene infatti segnalato l’intervento immortalato dalle foto che accompagnano questo comunicato nel campo da basket presso via Caorle a Ravenna. Si è eliminata la bandiera palestinese, cioè un simbolo di solidarietà verso le più di centomila vittime tra morti e feriti che il genocidio in atto ha sino ad oggi provocato a Gaza (ma anche in Cisgiordania). Quei colori della bandiera palestinese che avevano arricchito il campo da basket dall’inizio di questa nuova fase del genocidio. Un “pronto” intervento che, ci viene pure ricordato, non è così pronto quando si tratta di cancellare le tante, troppe, svastiche e fasci che campeggiano davanti a scuole e asili ed altri luoghi pubblici della nostra Città. Eppure si tratta di simboli espressamente vietati dal nostro ordinamento perché inneggianti al nazi-fascismo.
Si tratta della stessa Amministrazione, del resto, resasi protagonista dell’innalzamento della bandiera israeliana sui palazzi comunali. La stessa Amministrazione che non ha mai trovato un minuto, invece, per esprimersi sul genocidio palestinese.
E, per quanto riguarda i simboli del nazi-fascismo, anzi, si tratta della stessa Amministrazione che denunciò chi aveva provveduto in assenza di intervento comunale sovrapponendo cuori e fiori alla simbologia anticostituzionale. Cuori e fiori che, davanti ad un ambiente scolastico, l’Amministrazione di una Città medaglia d’oro per la Resistenza avrebbe dovuto ritenere più adeguati dei simboli di dittature razziste. Così come avrebbe dovuto ritenere inappropriata l’esposizione della bandiera israeliana. Come allora avevamo detto: «Israele è uno Stato in cui vige il regime di apartheid, è uno Stato colonialista, è uno Stato fascista che reprime con violenza il dissenso degli stessi cittadini israeliani, uno Stato che viola il diritto continuando a detenere 5mila palestinesi strafregandosene delle convenzioni internazionali, di cui 1.200 senza aver mai formulato un’accusa o avviato un processo. Il Governo Netanyahu sta attuando una politica di deliberata “pulizia etnica”».
Così oggi è toccato alla Palestina, cancellata da de Pascale come se la sua bandiera fosse un insulto od una volgarità. Il Comune di Ravenna si è allineato alle direttive del ministro israeliano Ben-Gvir che l’8 gennaio 2023 (ben prima del 7 ottobre dello stesso anno) ha ordinato la rimozione della bandiera palestinese dai luoghi pubblici in quanto «simbolo del terrorismo»? Eppure Ravenna ha una ricca storia di collaborazione con la comunità palestinese che il sito del Comune documenta. Ravenna in Comune torna a chiedere al Sindaco di farsi degno rappresentante della collettività ravennate dichiaratamente antifascista e pienamente solidale con la popolazione palestinese.
#RavennainComune #Ravenna #Palestina
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In Israele vietato esporre la bandiera palestinese
La decisione del ministro della Sicurezza nazionale, l’estremista Ben Gvir, contestata da Amnesty: “Decisione nel sistema di apartheid, volta a cancellare l’identità di un popolo”
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p data-amp=”amp-abstract”>Fonte: Today del 12 gennaio 2023