Linea Rosa, il Centro antiviolenza di Ravenna, Cervia e Russi, ha “dato i numeri” per il 2023. L’anno scorso ha accolto complessivamente 392 donne. Di queste in 366 hanno dichiarato di aver subito violenza. Praticamente una violenza al giorno solamente tra Ravenna, Cervia e Russi. Ed a sfatare pregiudizi diffusi più dei due terzi sono cittadine italiane. E nel 70% dei casi l’autore della violenza è stato un soggetto vicino alla donna: il cosiddetto partner sentimentale.
Sono dati terrificanti quelli che accompagnano l’inizio della settimana dell’8 marzo. Dati che vengono dopo i pesanti attacchi verbalmente rivolti alla Sindaca di Russi detta, in quanto donna, un soggetto privo dell’equilibrio mentale minimo per poter dibattere. Offese giunte da parte di un maschio di potere (nella politica, nelle associazioni, nelle professioni) che, ribaltando la vicenda, si autorappresenta come vittima: «La sindaca ha usato un canale social istituzionale, la pagina del Comune di Russi, per rilasciare le dichiarazioni in cui commentava l’accaduto, e sotto si è riversata un’ondata di odio social e di insulti nei miei confronti. Il principio secondo cui chi offende paga deve valere per tutti, e valuto anch’io di tutelarmi nelle sedi opportune».
L’Emilia-Romagna è una delle regioni con i tassi di violenza sulle donne tra i più alti in Italia. Nel quinquennio 2017- 2021 la nostra Regione si è collocata al primo posto in Italia sia per il reato di violenza sessuale (18,8 vittime su 100 mila donne residenti) che di percosse (26,9), al secondo per le lesioni (83,9), al quarto per i femminicidi (0,5) e al settimo per le minacce (101,9). Ravenna, a livello provinciale, nello stesso periodo, ha visto un tasso del 16,2 per violenze sessuali ogni 100mila donne residenti, con un balzo in su rispetto alle medie regionali sia per le percosse (32,9) che per le lesioni (90,1) e le minacce (107,6). Dal 2012 a Ravenna si sono contati 10 omicidi per i quali è stata applicata l’etichetta di femminicidio. Così rivela l’ultimo Rapporto dell’Osservatorio Regionale sulla violenza di genere.
Ravenna in Comune ringrazia Linea Rosa per il fondamentale lavoro che quotidianamente svolge da più di 30 anni. Crediamo essenziale rispettare le differenze di genere e l’impegno sul piano politico, culturale e sociale per una diversa qualità del rapporto tra i sessi basata sul rispetto reciproco e sull’autodeterminazione. Per questo è fondamentale il sostegno alle associazioni femminili che, come Linea Rosa, svolgono un servizio di valore inestimabile per le donne che subiscono violenza. È anche indispensabile agire sull’insieme di fattori della vita quotidiana che alimentano gli stereotipi femminili e maschili, attraverso l’educazione e la prevenzione. In questo senso è fondamentale vigilare perché la comunicazione avvenga attraverso messaggi non lesivi della dignità delle donne. Nella nostra Regione, del resto, che crediamo così all’avanguardia, 13 donne su 100 subiscono umiliazioni e violenze verbali: un punto percentuale in più della media nazionale.
Ed allora non appare più così eccezionale che una Sindaca venga messa sotto attacco proprio perché donna. Come già abbiamo detto, si è operata una «svalutazione della possibilità stessa di un pensiero razionale nelle donne per ragioni naturali, fisiologiche e, anzi, conseguenti ad una patologia propria del genere femminile. Roba antica, accuse vecchie, insulti che pensavamo lontani nel tempo e che, invece, sono freschi freschi». Spiace che il Sindaco e Presidente della Provincia di Ravenna non abbia percepito il senso politico di intervenire per stigmatizzare le offese rivolte ad una donna nel suo fondamentale ruolo di rappresentanza istituzionale di un territorio e di una collettività.
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Nel 2023 una donna al giorno si è rivolta ai Centri antiviolenza di Linea Rosa