Questa lettera è stata inviata ieri, 23 febbraio, dai docenti del liceo pisano Russoli alle redazioni delle testate italiane chiedendo fosse data la massima diffusione. La pubblichiamo integralmente. Come Ravenna in Comune confermiamo quanto già detto in altre occasioni e, cioè, che la repressione di ogni movimento sta diventando regola. Questo, in un Paese che aspira ancora a dirsi democratico, è inaccettabile. Ieri a Napoli, Torino e Bologna. Oggi a Pisa, Firenze e Catania. Le manifestazioni per la Palestina vengono sistematicamente represse a colpi di manganello.
Anche a Ravenna si stanno moltiplicando gli episodi in cui la libertà di parola, di espressione, di manifestazione, insomma quei diritti garantiti dalla Costituzione, che distinguono la nostra Repubblica dal Regno fascista che l’ha preceduta, sono soppressi, accantonati. Ci sono piazze che vengono sistematicamente vietate, strade che i cortei non possono percorrere, volantini che diventano prove di presunti reati, manifestazioni che vengono impedite, sanzioni che vengono brandite come spranghe, indagini che colpiscono gli antifascisti e si dimenticano dei fascisti, intimidazioni verso gli studenti che occupano le scuole inneggiando alla libertà per la Palestina, eccetera eccetera.
Ieri le manifestazioni previste a Ravenna a sostegno della pace in Palestina e per il boicottaggio del traffico d’armi si sono potute svolgere. Anche oggi confidiamo si potranno svolgere regolarmente. Ma non ci basta. Non può bastare.
Chiediamo a tutte le istituzioni democratiche di manifestare sdegno verso il comportamento delle cosiddette forze dell’ordine e verso chi ha dato l’ordine di sostituire i manganelli alla discussione. Nessuno può tacere: quando a parlare liberamente sono solo i manganelli vuol dire che si è silenziata la democrazia.
UNA GIORNATA DI INAUDITA VIOLENZA DI FRONTE AL LICEO RUSSOLI DI PISA
Gentile redazione,
scriviamo di getto questa lettera, sperando che venga pubblicata.
Siamo docenti del Liceo artistico Russoli di Pisa e oggi siamo rimasti sconcertati da quanto accaduto in via San Frediano, di fronte alla nostra scuola. Studenti per lo più minorenni sono stati manganellati senza motivo perché il corteo che chiedeva il cessate il fuoco in Palestina, assolutamente pacifico, chissà mai perché, non avrebbe dovuto sfilare in Piazza Cavalieri. Gli agenti in assetto antisommossa avevano chiuso la strada e attendevano i ragazzi con scudi e manganelli, mentre dalla parte opposta le forze dell’ordine chiudevano la via all’altezza di Piazza Dante. In via Tavoleria un’altra squadra con scudi e manganelli.
Proprio di fronte all’ingresso del nostro liceo, hanno fatto partire dapprima una carica e poi altre due contro quei giovani con le mani alzate. Non sappiamo se se siano volate parole forti, anche fuori luogo, d’indignazione e sdegno, fatto sta che, senza neanche trattare con gli studenti o provare a dialogare, abbiamo assistito a scene di inaudita violenza. Ci siamo trovati ragazze e ragazzi delle nostre classi tremanti, scioccate, chi con un dito rotto, chi con un dolore alla spalla o alla schiena per manganellate gentilmente ricevute, mentre una quantità incredibile di volanti sfrecciava in Via Tavoleria.
Come educatori siamo allibiti di fronte a quanto successo oggi. Riteniamo che qualcuno debba rispondere dello stato di inaudita e ingiustificabile violenza cui sono stati sottoposti cento/duecento studenti scesi in piazza pacificamente: perché si è deciso di chiuderli in un imbuto per poi riempirli di botte? Chi ha deciso questo schieramento di forze, che neanche per iniziative di maggior partecipazione e tensione hanno attraversato la nostra città?
Oggi è stata una giornata vergognosa per chi ha gestito l’ordine pubblico in città e qualcuno ne deve rispondere.
[Nell’immagine: le manganellate con cui la polizia ha colpito gli studenti che manifestavano a Pisa per la Palestina]
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“Siamo sconcertati”. La lettera aperta dei docenti del liceo Russoli sulla violenza della polizia