Nella mattina di lunedì 5 febbraio 2024 il Comitato NO Autonomia Differenziata Emilia-Romagna ha depositato a Bologna, presso la sede della Regione Emilia-Romagna, la documentazione di supporto alla proposta di Legge d’Iniziativa Popolare (LIP) per il ritiro della richiesta dell’autonomia differenziata formulata da Bonaccini al governo Gentiloni. Sono state migliaia e migliaia le firme raccolte a sostegno dell’iniziativa per il ritiro delle cosiddette “pre-intese” sottoscritte nel 2019 dall’Emilia Romagna al pari del Veneto e della Lombardia. Lo ricordiamo: all’approvazione da parte della Camera del DDL Calderoli, già passato al Senato, tutte le “pre-intese” diventerebbero definitive a norma dell’art.10 della Legge sull’Autonomia Differenziata.
Va ripetuto una volta in più: non c’è differenza se non nella propaganda del PD fra la proposta autonomista di Bonaccini e quella della Lega. Per questo Ravenna in Comune è contraria all’autonomia differenziata anche nella versione in salsa piddina. E non da oggi. Abbiamo infatti aderito fin dalla sua costituzione al Comitato emiliano-romagnolo contro l’autonomia differenziata.
Si tratta di una vera e propria indecenza politica introdotta dai DS (poi confluiti con la Margherita nel PD) con la riforma costituzionale del 2001. Non soddisfatti del disastro combinato incasinando le competenze tra Stato e Regioni, tuttora da mettere a posto, venne aggiunta la possibilità di creare sperequazioni di risorse e poteri tra Regione e Regione facendo saltare completamente la possibilità dell’Italia di funzionare come Stato unitario. Di cosa parliamo? Di ottenere dallo Stato la competenza esclusiva nella tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, nella tutela della salute, nell’istruzione, nella tutela del lavoro, nei rapporti internazionali e con l’Unione europea, ecc. E ora se con la legge di Calderoli la frittata può essere fatta è perché le uova le aveva già rotte il PD!
Il PD è talmente ambiguo su questa triste vicenda che non ha mai ritirato la pre-intesa sottoscritta tra Bonaccini e Gentiloni. Per questo de Pascale, nel ruolo di Presidente UPI, incontrando nel novembre del 2022 l’allora appena nominato Ministro delle Autonomie, spiegava: «Al Ministro abbiamo consegnato un documento con le nostre prime riflessioni sull’autonomia differenziata, sottolineando che le Province non hanno alcun pregiudizio negativo». Ora è riuscito a trovarlo qualche pregiudizio negativo? O mantiene sempre l’apertura nei confronti dell’autonomia differenziata?
Ravenna in Comune, a differenza del PD e del Sindaco, ha sempre mantenuti inalterati i propri pregiudizi negativi nei confronti dell’autonomia differenziata. Se il PD a traino Schlein si fosse realmente convertito, ci dovremmo aspettare che la Regione, a conclusione del processo di verifica delle firme consegnate, avviasse celermente l’iter per l’approvazione della proposta di legge per il ritiro della pre-intesa, lo portasse senza perder tempo a positiva conclusione e sollecitamente rinunciasse ad andare avanti sulla strada eversiva intrapresa. Ci dovremmo aspettare anche il “mea culpa mea culpa mea mea maxima culpa” da parte del Sindaco. Renderebbero credibile il contrasto da parte del PD al progetto indipendentista delle regioni del nord del nostro Paese. Ci crederemo solo quando lo vedremo. Per ora la nostra lotta contro l’autonomia differenziata e per conservare l’Unità del Paese continua.
[nella foto: de Pascale comunica a Calderoli nel novembre 2022 di non avere pregiudizi negativi sull’autonomia differenziata. Entrambi ridono di gusto. Cosa ci sarà poi da ridere tra il Sindaco di Ravenna e un tizio condannato per aver dato dell’orango ad una Ministra della Repubblica?]
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EMILIA-ROMAGNA: Consegnate in Regione oltre 6mila firme contro l’autonomia differenziata