L’amianto è una presenza, invasiva, scomoda, pericolosissima, ma, anche, estremamente diffusa nel nostro Comune. Ravenna in Comune è sempre stata molto attenta al tema, sia in Consiglio Comunale che sul territorio. Ancora quattro anni fa avevamo cercato di ridestare l’Amministrazione dal torpore (“Ma quanto amianto c’è ancora nelle nostre campagne”, 18 giugno 2020): «Ravenna in Comune ha segnalato la questione in diverse occasioni. Chiediamo, ancora una volta, che le Istituzioni (tutte e senza “rimpalli”) creino subito un tavolo tecnico per programmare l’accurata ricognizione delle strutture in amianto ancora esistenti, e rapidamente sia varato un piano per la bonifica definitiva». La situazione, già particolarmente grave nel forese, è esplosa per le conseguenze del tornado che, nel luglio scorso, ha devastato (nel nostro Comune) Savarna, Conventello, Grattacoppa e Sant’Alberto. Ravenna in Comune, ben conoscendo ed essendo preoccupata per la situazione del forese (evidentemente a differenza di Sindaco & soci), lanciò immediatamente l’allarme (“Una ventata d’amianto fresco“, 25 luglio 2023). Al Sindaco, costretto dall’emergenza ad esortare i privati a (limitati) interventi diretti per la messa in sicurezza delle aree («è importante mantenere bagnato il terreno in cui si trovano i frammenti o, se circoscritti, provvedere a coprirli con teli di nylon»), contestavamo di aver contribuito alla criticità non avendo affrontato il problema adeguatamente prima del tornado (“L’amianto è un problema anche quando non è sbriciolato“, 1 agosto 2023).
Ora salta fuori che le “famose” ditte specializzate che sarebbero dovute intervenire subito («Per rispondere con maggiore celerità alle richieste per la raccolta di questi tipi di rifiuti, Hera ha attivato un apposito QR Code, che sarà operativo da martedì 1° agosto» avvisava il sito del Comune) hanno lasciato a mezzo circa 70 recuperi di amianto dai privati che lo avevano segnalato. Da lettere inviate ai giornali si scopre che, a chi aveva provato a sollecitare l’intervento, sarebbe pervenuta «una email dall’azienda che comunicava che la convenzione con Hera per il ritiro del materiale era in scadenza e che non sarebbe quindi tornata a prelevare il materiale imballato. E così l’eternit è rimasto dov’è, nel cortile». Significa che il completamento della bonifica è avvenuto per solo un misero terzo di quei 105 cittadini che, a suo tempo, avevano avviato la procedura di recupero seguendo le indicazioni del Comune. Da quanto sembra di capire, invece, sarebbe giunta a conclusione almeno la bonifica del suolo pubblico (115 interventi).
Ravenna in Comune sollecita il Comune ad attivarsi presso Hera affinché sia celermente completata la bonifica da amianto delle aree colpite dal tornado che, a 6 mesi di distanza dall’evento, stanno ancora aspettando di leggere la parola “fine” (almeno sotto questo pericoloso aspetto). Riteniamo però indispensabile, con l’occasione, tornare a richiedere che sia dato finalmente corso all’essenziale mappatura comunale degli edifici privati in cui è presente amianto o eternit. E sia completamente bonificato il patrimonio pubblico, naturalmente. Si tratta di un problema gravissimo, soprattutto nel forese, che non va sottovalutato, poiché al degrado progressivo delle lastre corrisponde inevitabilmente l’aumento di rischio nel rilascio delle fibre cancerogene. Di queste sono peraltro ben note le devastanti conseguenze anche ad anni di distanza. Non possiamo aspettare il prossimo evento “estremo” per gridare di nuovo all’emergenza!
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L’eternit frantumato dal tornado
Fonte: il Resto del Carlino del 31 gennaio 2024
“La ditta se ne è andata e l’eternit è ancora qui”