De Pascale chiude il ragionamento sull’eventuale introduzione della c.d. città a 30 km/h senza averlo mai aperto. «A Bologna è stata fatta una scelta coraggiosa e sensata, ma Ravenna è una città con caratteristiche molto diverse. Le nostre priorità sono altre» dice. Come Ravenna in Comune riteniamo che la cittadinanza abbia diritto di discutere su argomenti fondamentali per la vita del Comune senza che il dibattito venga stroncato sul nascere, soprattutto visto che una posizione in merito non era stata assunta in nessuno dei programmi elettorali alle consultazioni del 2021. Ci sembra, insomma, che come al solito il Sindaco abbia optato per l’autoritarismo calato dall’alto invece di favorire la partecipazione democratica alle scelte che lasciano il segno nella nostra comunità. Il rigassificatore ed il megadeposito CO2, il nuovo palazzetto dello sport, le enormi piastre logistiche portuali sono altrettanti esempi di imposizioni sulle quali ogni discussione è stata evitata oppure ridotta ai minimi termini dal Sindaco di un partito che, a mo’ di presa in giro, è “democratico” soltanto nel nome.
Di certo non avrebbe però alcun senso una sorta di referendum sì/no incentrato esclusivamente sul divieto o meno di superare i 30 km/h da parte dei mezzi a motore. La logica di una città a 30 è infatti quella per cui lo spostamento con mezzi privati non è la modalità preferenziale o, peggio, l’unica possibile nella mobilità cittadina. La presenza di un trasporto pubblico esteso a tutte le zone urbane, gratuito, di frequente transito ed elettrico è un requisito di fondamentale importanza perché non si tratti di un provvedimento destinato a venire superato al primo cambio di amministrazione. La riduzione della velocità deve poi andare di pari passo alla separazione fisica dal transito pedonale ma anche ciclabile, con transiti dedicati che cancellino ogni occasione di interazione non protetta tra i diversi utenti della mobilità cittadina. Tanti altri sono i provvedimenti che andrebbero assunti all’interno di un disegno di complessiva riprogrammazione della mobilità e viabilità comunale. Comunale, diciamo, in quanto troppo spesso parlando di ciclabili e trasporto pubblico viene dimenticato il forese.
Inoltre, come anticipato, è interconnesso il tema della qualità dell’aria per affrontare il quale la città a 30 non è sufficiente. Evidentemente, però, il limite costituisce di per sé un disincentivo nell’uso dell’auto privata che deve vedere nell’implementazione della mobilità non inquinante il contraltare naturale. Benché non sia l’unica, infatti, quella del trasporto alimentato dai combustibili fossili è una importantissima fonte di inquinamento dell’aria e, conseguentemente, di peggioramento nella qualità della vita o, ancor peggio, di drastica riduzione di aspettativa di vita.
Come Ravenna in Comune respingiamo dunque la semplificazione e la banalizzazione del tema operata dal Sindaco ed invitiamo invece ad avviare un dibattito approfondito che conduca a scelte consapevoli una cittadinanza matura per affrontarle democraticamente. Per cominciare, invitiamo a partecipare nella serata di giovedì ad un incontro di approfondimento sulla “Mobilità elettrica: entusiasmi, dubbi, criticità, aspettative”. Il 25 gennaio, dalle ore 20.30, presso la sala Ragazzini di Largo Firenze a Ravenna (sul retro della chiesa di San Francesco) l’incontro pubblico è organizzato dal Coordinamento Ravennate della Campagna Per il Clima – Fuori dal Fossile e dalla Comunità Energetica Rinnovabile e Solidale di Ravenna. Conduce il divulgatore scientifico Antonio Lazzari. Ravenna in Comune è parte del coordinamento ravennate della Campagna PiCFdF e ha promosso la costituzione della CERSRA.
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Zona 30 a Ravenna, De Pascale: “A Bologna scelta coraggiosa, ma noi non seguiremo il suo esempio sul traffico”
Fonte: Corriere Romagna del 21 gennaio 2024
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Un incontro in sala Ragazzini a Ravenna per capire meglio pro e contro della mobilità elettrica