Nei giorni scorsi si è tornati a parlare della strage di Viareggio. Il 15 gennaio, a 15 anni dall’esplosione, il giudizio della Corte di Cassazione è stato quello del rinvio alla Corte di Appello di Firenze. La notte del 29 giugno 2009 accadde quello che non poteva e non doveva accadere ad un trasporto ferroviario di gas metano liquefatto in transito dalla stazione della città toscana. Il bilancio fu di 32 morti ed un centinaio di feriti a seguito della fuoriuscita del gas e dell’esplosione conseguente. Il convoglio contava 14 cisterne ma fu soltanto una a causare la strage. Trasportava circa 50 (cinquanta) metri cubi di gas. I 13 imputati nella strage si sono difesi nei vari processi sostenendo l’avvenuta elaborazione e adozione dei sistemi di gestione della sicurezza previsti dalla allora vigente normativa. Si trattava dei sistemi che dovevano garantire il controllo di tutti i rischi connessi all’attività dei gestori dell’infrastruttura e delle imprese ferroviarie, compresi quelli generati dall’attività connessa al trasporto di gas a mezzo rotaia. Gli imputati hanno sempre sostenuto di aver fatto tutto quel che si doveva fare: un treno ultraverificato, insomma.
Al largo di Ravenna si sta realizzando quanto occorrente a far entrare in funzione un rigassificatore, ossia un impianto su nave galleggiante capace di trasformare in gassoso il metano liquido trasportato da metaniere. Come riferiscono i giornali: «La Bw Singapore è stata costruita nel 2015, ha una capacità di stoccaggio di circa 170mila metri cubi di gas naturale liquefatto e ha una capacità di rigassificazione di circa 5 miliardi di metri cubi l’anno. Sarà ubicata al largo delle coste di Ravenna, a circa 8 chilometri di distanza da Punta Marina e si prevede che inizierà a operare nel 2025, dopo la conclusione dell’iter autorizzativo e regolatorio e le opere necessarie per l’ormeggio e il collegamento alla rete di Snam». Il Sindaco ha più volte rassicurato la cittadinanza garantendo che «il progetto è stato ultraverificato» essendo passato al vaglio di 63 enti, per quanto si siano saltati a piè pari le disposizioni previste per la verifica dei grandi rischi industriali (Seveso) e la valutazione di impatto ambientale (VIA), comprimendo in soli 4 mesi accertamenti che normalmente richiedono esami molto più approfonditi.
Ravenna in Comune ha molte volte posto in rilievo l’enorme entità dei rischi che presenta l’impianto di rigassificazione così sollecitamente autorizzato dal Presidente della Regione e dal Sindaco di Ravenna. Il progetto ha già subito capovolgimenti, rettifiche, variazioni e ribaltamenti dopo l’originaria approvazione. Nonostante questo sono stati più volte denunciati errori ed incongruenze che, oggettivamente, non consentono di prendere per buone le rassicurazioni di de Pascale. I fatti di Viareggio ci insegnano quali devastanti conseguenze possa comportare un quantitativo di gas metano 100 milioni di volte inferiore a quanto si prevede di far passare a pochi chilometri di distanza dalle nostre spiagge a fortissima densità turistica. I fatti di Viareggio ci insegnano anche un’altra amara verità e cioè che le rassicurazioni vengono date a cuor leggero tanto poi non se ne pagherà il conto anche se dovessero dimostrarsi prive di fondamento. I fatti di Viareggio, infatti, ci insegnano che nessuno farà nemmeno un giorno di prigione nonostante la Cassazione abbia accertato in via definitiva la colpevolezza dei 13 imputati per il disastro. Dunque si capisce bene perché ci sia chi non si dia tanto a pensare prima di rovesciare parole di sicurezza con la stessa facilità di un innaffiatoio. Dalla cittadinanza ravennate, invece, dovrebbe venire maggiore attenzione. Diceva Piero Angela che «quello della metaniera, che si spezza vicino alla costa, viene definito il peggior scenario “energetico” possibile. Cioè l’incidente più catastrofico immaginabile fra tutte le fonti energetiche». Rammentava così le conseguenze a cui si sarebbe andati incontro: «Se questa miscela gassosa, invisibile e inodore, investisse una città, qualsiasi (inevitabile) scintilla farebbe esplodere la gigantesca nube. La potenza liberata in una o più esplosioni potrebbe avvicinarsi a un megaton: un milione di tonnellate di tritolo, questa volta nell’ordine di potenza distruttiva delle bombe atomiche».
Proponiamo un’equazione per concludere. Se una sola cisterna del treno di Viareggio con soli 50 metri cubi di gas ha ucciso 35 persone lasciandone altre 100 ferite e menomate, quali conseguenze potrà avere un eventuale incidente relativo ad una metaniera che di gas ne contiene 3.400 volte di più? La cittadinanza ravennate farebbe bene a ragionare sui motivi che spingono i liguri e i toscani ad opporsi ad impianti di rigassificazione a Vado e Piombino. Porsi gli interrogativi giusti in tempo utile è molto meglio che prendersela in ritardo con chi aveva garantito la sicurezza dell’impianto.
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