Le rilevazioni effettuate da ARPAE hanno confermato l’emergenza in atto per lo sforamento dei valori limite giornalieri delle polveri sottili PM10. Non solo a Ravenna, in quanto proseguono in tutta la Regione le misure straordinarie contro il deterioramento della qualità dell’aria. Proseguono in quanto erano già in atto dal fine settimana e, quindi, continueranno fino a nuova comunicazione. Eppure la Regione aveva appena brindato ad una ipotetica inversione di tendenza per il fatto che, lo scorso anno, gli sforamenti sono stati contenuti entro il limite massimo di 35 per il valore massimo relativo ad una media di 50 µg/m3 di PM10 giornalieri. Non si tratta in realtà di un gran risultato in funzione dei rischi per la salute, visto che la qualità dell’aria vi si rapporta direttamente. Si deve considerare che per ogni incremento di 10 µg/m3 di PM10 il rischio di cancro del polmone aumenta del 22%, un incremento che arriva al 51% se si considerano solo gli adenocarcinomi. E tutto questo è indipendente dal superamento dei fatidici 50 µg/m3 di PM10 per giorno: si sono infatti registrati incrementi dei casi di tumore al polmone in gruppi di controllo comunque esposti a questo tipo di inquinamento benché non venissero superati i limiti massimi di legge.
È comunque quasi passato sotto silenzio il fatto che i dati registrati nell’area portuale siano ancora più elevati di quelli delle aree cittadine. Da quando è stato inserito il rilevamento della stazione di monitoraggio del porto San Vitale, nel 2018, non è passato anno senza che il limite massimo di sforamenti venisse superato. Lo scorso anno, ad esempio, sono stati ben 73. Ed il 14 gennaio, ultimo dato pubblico al momento in cui stiamo scrivendo, il valore raggiunto era da record: 80 µg/m3!
Alcuni anni or sono venne lanciato l’allarme dai medici delle località costiere poste nelle vicinanze del porto circa una possibile correlazione tra l’aumento del numero di tumori rilevati tra i pazienti in cura e l’elevato carico di PM10 nelle aree del porto dove, tra l’altro, è situata la gran parte degli stabilimenti industriali ravennati. Seguirono studi, furono avviati tavoli, vennero adottate ordinanze, iniziò un’attività di verifica. Un portato di tutto ciò fu l’inizio di uno stabile monitoraggio con una stazione dedicata, la San Vitale, appunto. Entrati nel settimo anno di attività il dato che emerge è quello di una condizione che, ben lungi dal migliorare, sta anzi rapidamente deteriorandosi, visto l’enorme balzo negli sforamenti nell’ultimo anno (nel 2022 erano stati 58).
Vista l’enorme pericolosità rappresentata da un’aria satura di polveri sottili per chi lavora in area portuale, Ravenna in Comune chiede conto all’Amministrazione Comunale di cosa sia stato di tutto il lavoro di cui si è detto diretto al miglioramento della qualità dell’aria. Perché, se ancora non lo si è capito, il lavoro nel porto e nell’area industriale è già abbastanza rischioso senza bisogno di aggiungervi anche le malattie professionali dell’apparato respiratorio!
[Nella foto: i fumi della portatubi Audacia costretta a tenere i motori accesi durante i lunghi mesi in cui è rimasta in porto nel 2019]
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Aria cattiva al porto, sta meglio la città
Fonte: il Resto del Carlino del 14 dicembre 2023