Apprendiamo dalla stampa che una Giudice del Tribunale Civile di Ravenna ha dato torto al Comune di Ravenna che aveva irrogato una pesante sanzione amministrativa: 2.596 euro nei confronti di un passeggero salito su un autobus diretto a Marina di Ravenna il 10 giugno del 2017. Il motivo? La Polizia Municipale aveva perquisito il suo zaino e dal suo contenuto aveva dedotto che il passeggero, residente a Ravenna ma di origini straniere, avrebbe maturato l’intenzione di effettuare attività commerciale sulla spiaggia. E poiché non risultava in possesso di autorizzazione al commercio lo avevano multato sequestrandogli pure tutto quanto portava nello zaino. Una serie di presunzioni che però sono andate a sbattere contro il muro del Tribunale: «Non è punibile la detenzione presuntivamente finalizzata all’ attività di commercio. Non è altro che l’applicazione degli articoli 28 e 29 del decreto legislativo 114 del 1998, che sanziona l’attività di commercio abusivo e non la detenzione di merce».
L’avvocato del passeggero era Andrea Maestri, con cui a lungo abbiamo collaborato come Ravenna in Comune, in particolar modo durante la scorsa consigliatura, periodo al quale si riferisce questa vicenda che, solo ora, è giunta a sentenza. Andrea ha dichiarato alla stampa che «non si prendono le persone sull’autobus invitandole ad aprire zaini e borse per vedere cosa c’è dentro per poi contestare loro l’esercizio abusivo del commercio su area demaniale», tanto più che «il tentativo è previsto dalla legge solo in ambito penale», mentre «non esiste nel sistema dell’illecito amministrativo». In altri termini, nessuno ci può fare la multa sulla presunzione che in futuro passeremo con il rosso o che stiamo fantasticando di parcheggiare in divieto: occorre che effettivamente violiamo la regola amministrativa per essere in torto, indipendentemente da quello che può pensare di noi la Polizia Municipale. Insomma, scrive il giornale, il legale invita Palazzo Merlato (e Prefettura) ad adottare altri metodi: «Il Comune contrasti l’abusivismo commerciale ma lo faccia rispettando le regole».
Oggi Andrea, che aveva abbandonato il PD nel 2014, prima di collaborare con noi durante la campagna elettorale per le elezioni del 2016 e la nostra successiva presenza in Consiglio Comunale, ha ritenuto vi fossero le condizioni per rientrare nel suo vecchio partito che, a Ravenna, esprime, oggi come allora, il sindaco Michele de Pascale. Il vicesindaco del PRI, storico alleato locale del PD, ha avuto modo di recente di ricordare che, per quanto riguarda lui e il Sindaco, «siamo la stessa cosa noi e la Polizia locale». Il contrasto al nuovo Regolamento di Polizia Municipale, fortemente voluto da sindaco e vicesindaco, è stato uno degli ultimi momenti di fruttuosa collaborazione di Ravenna in Comune con Andrea Maestri. Ravenna in Comune è stata l’unica forza politica a votare contro e a provare in tutti i modi a rintuzzare quelle che Andrea giustamente definiva «operazioni sceriffesche, stile law and order, lontane anni luce dallo spirito solidaristico che ispira la Costituzione e lo Statuto comunale». E aggiungeva: «non pretendiamo politiche di sinistra da chi evidentemente non lo è più da tempo, ma almeno politiche intelligenti, meno terra terra, meno prevedibili, meno ruffiane».
Come Ravenna in Comune non riteniamo che il PD formato de Pascale 2023 sia diverso dal PD formato de Pascale 2017. Adesso, tra l’altro, è pienamente vigente quel Regolamento di Polizia Municipale che Andrea stroncava con queste parole: «Può essere una mossa accattivante per i moderatoni benpensanti (con la pancia piena) allontanare dagli occhi gli emarginati ma non è una mossa particolarmente intelligente perché sposta il problema e crea le condizioni della recidiva, cioè la necessitata coazione a ripetere condotte “degradanti”». Mentre invece sarebbe indispensabile «rendere la città più aperta e accogliente».
È tutta la politica della sicurezza targata PD a non convincerci. Il PD giusto un anno fa spegneva tutta l’illuminazione cittadina fregandosene delle conseguenze sulla vivibilità della città, poi lo stesso partito è tornato a dedicarsi allo sport preferito dell’eliminazione di panchine nel centro cittadino garantendo “in cambio” la moltiplicazione di telecamere nonostante la loro discutibile efficacia nel prevenire i reati “veri”. Gli ultimi dati, infatti, mettono Ravenna al 24esimo posto in Italia con 6.244 denunce di furto, al 17esimo per furti in esercizi commerciali e furti in abitazione; al 15esimo per furti con destrezza, al 18esimo per furti con strappo e al 29esimo posto per furti su auto in sosta.
Al PD, però, come sosteneva Andrea Maestri, non interessa «prendere un problema e cercare di risolverlo o comunque affrontarlo» quanto piuttosto «la rincorsa all’elettorato moderato, quello che è disturbato dai mendicanti, dai senza dimora, dagli artisti di strada, dai richiedenti asilo senza tetto, dai poveri visibili». E i “risultati” son quelli che sono. Rifacendo il verso ad un famoso film (Gli intoccabili): il PD è «solo chiacchiere e distintivo».
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Controllato sul bus per Marina. Annullata maxi multa ad ambulante
Fonte: Il Resto del Carlino del 12 novembre 2023
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LA SENTENZASul bus con lo zaino pieno di bracciali «Ma non va multato per abusivismo»
Annullata la sanzione da 2.500 euro per un 40enne bengalese fermato dalla Polizia locale mentre si recava a Marina: «Non era in area demaniale»