La Repubblica riconosce il giorno 3 ottobre quale Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione al fine di conservare e di rinnovare la memoria di quanti hanno perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro Paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria. Così dispone la Legge 21 marzo 2016, n.45. La giornata venne scelta per la concomitanza con la strage di Lampedusa avvenuta il 3 ottobre 2013 quando, in un naufragio al largo dell’isola, morirono 368 persone: bambini, donne e uomini che cercavano di raggiungere l’Europa nel disperato tentativo di trovare sicurezza.
Sono passati 10 anni da allora. Il Governo nazionale in carica vedeva Enrico Letta presidente del Consiglio. Oggi è presidente del Consiglio Giorgia Meloni. In 10 anni sono morte in mare circa 30mila persone. Ci tocca ascoltare in continuazione discorsi che fanno riferimento al fatto che non se ne può più mentre in realtà si creano le condizioni perché la mattanza continui. Nessuno dei partiti o movimenti che ha sostenuto i governi che hanno retto il Paese può tenere lo sguardo diritto. Siete tutti colpevoli qualunque cosa abbiate fatto o non fatto. Vergognatevi. E se anche non vi vergognate sappiate che meritate tutta la ripugnanza che il vostro apparire alle commemorazioni ufficiali desta. Fa dunque bene il Governo in carica a non partecipare alle commemorazioni, di fatto violando una legge dello Stato che prescrive proprio alle Istituzioni di farsene carico (art.2 L.45/2016). Restatevene chiusi nei vostri uffici, spaparanzati sulle vostre poltrone, al sicuro dietro le vostre scrivanie. Possa la maledizione dei morti non abbandonarvi fino alla fine dei vostri giorni.
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Strage di Lampedusa, commemorazione senza governo
Fonte: La Stampa del 2 ottobre 2023