Oggi è atteso presso il Molo Crociere di Porto Corsini l’arrivo della nave di Emergency, la Life Support, che vi sbarcherà le persone salvate da un barchino trovatosi in difficoltà mentre cercava di raggiungere l’Europa. Si tratta del quarto arrivo a Ravenna di navi gestite da organizzazione umanitarie da quando il Governo italiano ha iniziato a costringere il loro attracco a molti giorni di navigazione dai luoghi in cui sono effettuati i soccorsi. «Confido proprio che a Ravenna non tocchi più» aveva testualmente dichiarato il Ministro Piantedosi dopo aver dirottato sino all’alto Adriatico la prima nave umanitaria. Come appare evidente, alle parole non sono corrisposti i fatti.
Emanuele Nannini, il coordinatore delle operazioni di ricerca e soccorso della Life Support, ha reso noto le condizioni in cui giovedì scorso, il 21 settembre, si è reso necessario il loro intervento:
«Siamo intervenuti su un caso che c’è stato segnalato da Frontex e poi da altri attori presenti nell’area. Si trattava di un’imbarcazione, in difficoltà nella navigazione, fatta di gomma, dove abbiamo trovato 28 persone, in condizioni veramente precarie di navigabilità. Si trovavano lontanissimi da qualsiasi costa, il loro motore non funzionava e non sarebbero mai riusciti ad arrivare in un porto sicuro. Le operazioni si sono concluse verso le 7 di sera. Abbiamo salvato 9 donne e 9 bambini, tra cui una signora molto anziana. Provengono tutti dalla Siria e dalla Libia, perciò Paesi dove ci sono dei conflitti accesi, molto violenti. Dopo il salvataggio abbiamo informato le autorità italiane dicendo che non c’era nessuna criticità medica a bordo e che ci mettevamo a disposizione eventualmente per altri casi, visto che l’area non è coperta da nessuna altra nave che fa ricerca e soccorso. Purtroppo abbiamo ricevuto con molta tristezza l’informazione del porto assegnatoci a Ravenna. La Life Support impiegherà circa 4 giorni di navigazione in cui, da un lato, si troverà lontana dalle aree in cui può salvare vite e, dall’altro lato, costringeremo le persone che abbiamo salvato, che erano già in mare da 48 ore, a stare ulteriori 4 giorni in navigazione. La scusa del governo per questo porto lontano è non mettere in difficoltà i porti italiani, ma ci sembra veramente strano che solamente 28 persone possano mettere in difficoltà un qualsiasi porto dalla Sicilia all’Italia settentrionale».
Ravenna in Comune ringrazia quante e quanti, a qualunque titolo, in mare e a terra, con il loro lavoro hanno reso possibile una conclusione senza danni ad un viaggio che mai si sarebbe dovuto svolgere. Come già altre volte ricordato, non possiamo invece estendere il nostro ringraziamento né al Governo attuale, né a quelli che l’hanno preceduto, «tutti parimenti responsabili dei morti in mare, gli accordi con gli aguzzini libici per trattenere i migranti, i finanziamenti erogati a chi con qualunque mezzo impedisce loro di arrivare in Italia, la mancanza di modalità “normali” cioè non illegali per arrivare nel nostro Paese». Ricordiamo che domani mattina si celebreranno i funerali di chi ha dato il via alla criminalizzazione delle migrazioni, con una apposita legge, che da Giorgio Napolitano (oltre che da Livia Turco) ha preso il nome. 25 anni fa «ha introdotto nel nostro ordinamento il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e ha istituzionalizzato quella mostruosità giuridica della detenzione amministrativa dei migranti».
È sicuramente vero che quello delle migrazioni è un fenomeno che non può dimenticarsi del livello sovranazionale, ma questo non comporta che si possano assolvere i comportamenti che i Governi centrodestra e centrosinistra hanno assunto nelle politiche messe in atto nell’ultimo quarto di secolo. Secondo il progetto Missing Migrants, dal 1° gennaio 2014 sino ad oggi sono state 28.105 le persone che, tra morti e dispersi, sono venute a mancare nel Mediterraneo. Fino a che non sarà possibile per le persone muoversi liberamente, le morti resteranno una costante. Fino a che l’Europa sarà concepita come una fortezza da difendere, le morti resteranno una costante. Fino a che le politiche neocolonialiste renderanno preferibile la migrazione a restare nel proprio Paese, le morti resteranno una costante. Fino a che il traffico di esseri umani sarà reso una speculazione lucrosa al pari di quello delle droghe e delle armi, le morti resteranno una costante.
In tutto ciò chi migra non è un criminale ma una vittima, una persona generalmente ingannata, derubata e violata. Ravenna in Comune è solidale con tutte le vittime, attualmente trattenute contro la loro volontà nei Paesi europei e non, che vorrebbero raggiungere la destinazione del loro viaggio. Salutiamo con affetto quanti sono riusciti a rientrare nel loro Paese di provenienza dopo essersi affrancati da chi aveva approfittato della loro necessità di migrare. Piangiamo assieme alle loro famiglie quanti sono ancora in prigionia o stanno subendo le sofferenze del lungo viaggio o hanno visto la loro vita spegnersi in una delle tappe divenuta meta finale. Siamo felici che siano giunti dove volevano coloro che volevano arrivarci. Ravenna in Comune dà il benvenuto alle 28 persone che oggi faranno tappa a Ravenna. أهلا وسهلا
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Aggiornamento 22 settembre: 28 persone soccorse