È stata prolungata ancora da parte del giudice la detenzione del cittadino italiano Khaled el Qaisi. Significa che senza muovergli alcuna accusa lo Stato israeliano lo manterrà in detenzione per lo meno fino al prossimo 1° ottobre. Il rischio è che poi la sua condizione si trasformi in detenzione amministrativa prolungando nel tempo, per settimane o anche mesi, la sua carcerazione per motivi ancora ignoti, dopo essere stato fermato alla frontiera con la Giordania il 31 agosto mentre rientrava in Italia con moglie e figlio. Come dice Amnesty International: «Quello che sta succedendo a Khaled non è infatti un incidente isolato. Israele trattiene in detenzione in violazione del diritto internazionale e del giusto processo 5.000 palestinesi, di cui oltre 1.200 senza accusa né processo. Serve una risposta forte a livello internazionale». Come Ravenna in Comune ne avevamo parlato alcuni giorni fa. Nel frattempo il Governo italiano continua a dormire.
In Israele si sta dunque sviluppando un altro caso Zaki, anche lui, come si ricorderà, mantenuto in carcere di rinvio in rinvio in violazione di quelli che, in qualunque Paese democratico, sono considerati diritti inalienabili. Non è democratico l’Egitto, dove sono detenuti prigionieri politici nell’ordine delle migliaia da un regime dittatoriale militare che lo Stato Italiano fa finta di considerare democratico e civile. E non è democratico Israele, come tra l’altro segnalano gli stessi cittadini israeliani, pur privilegiati dall’apharteid contro i palestinesi, con le manifestazioni contro le violazioni costituzionali perpetrate dal Governo Netanyahu.
È sorto un comitato apartitico per chiedere la sua liberazione e per fare pressione sul Governo italiano affinché faccia rispettare quelli che sono diritti universali di giustizia e il Municipio di Roma 5 è stato il primo organismo istituzionale ad approvare una mozione che chiede le stesse cose. Ravenna in Comune domanda a tutte le forze politiche che hanno rappresentanza nel Consiglio Comunale di Ravenna di fare per Khaled el Qaisi quanto non è stato fatto per Patrick Zaki. Lo ricordiamo: a Ravenna non è mai stata accolta la richiesta di Ravenna in Comune di dare un forte segnale in favore di Patrick Zaki riconoscendone la cittadinanza onoraria e cessando i rapporti con i rappresentanti di quel Governo che lo perseguitava. Il Sindaco ha ripetutamente incontrato il Ministro del Petrolio egiziano e non ha tenuto in alcun conto, a differenza di tante altre città romagnole e italiane, la richiesta di cittadinanza.
Ravenna in Comune chiede dunque che anche il Consiglio Comunale ravennate adotti con voto unanime, al di là delle appartenenze partitiche, come avvenuto nel Consiglio di Roma V, una mozione per la liberazione del cittadino italiano Khaled el Qaisi e la sua restituzione alla famiglia. Chiede inoltre che venga valutata l’adesione della Città di Ravenna al Comitato costituito per lo stesso motivo. Ravenna non perda un’altra occasione per riscattarsi dalla vergogna in cui è caduta con il caso Zaki.
[Nell’immagine: un disegno del nostro concittadino Gianluca Costantini dedicato a Khaled]
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Israele: prorogata detenzione italo-palestinese El Qaisi fino al 1 ottobre, interrogazione urgente eurodeputati italiani a Bruxelles
Fonte: ANSA del 21 settembre 2023