Il 25 agosto di 79 anni fa le Brigate fasciste intitolate a “Ettore Muti” assassinavano 12 persone a Ravenna. Il pretesto era stata l’uccisione di Leonida Bedeschi, uno squadrista della stessa “Ettore Muti”, un feroce assassino conosciuto come “Cativeria”, da parte del ventunenne partigiano dei Gruppi di Azione Patriottica (GAP) Umberto Ricci (nome di battaglia “Napoleone”). Ricordiamo i nomi di chi venne ucciso:
Domenico Di Janni, Augusto Graziani, Mario Montanari, Michele Pascoli, Raniero Ranieri, Umberto Ricci, Aristodemo Sangiorgi, Valsano Sirilli, Natalina Vacchi, Giordano Vallicelli, Edmondo Toschi, Pietro Zotti.
All’alba del 25 agosto Umberto e Natalina furono impiccati presso il ponte degli Allocchi dove “Cativeria” era stato colpito, Mario fu colpito a morte in un tentativo di fuga e gli altri vennero fucilati vicino agli impiccati. Lo stesso giorno la Prefettura fascista fece affiggere un manifesto che così si concludeva: «Gli italiani degni di questo nome devono disdegnare e condannare il comunismo come concezione materialista e bestiale che abbassa l’uomo al di sotto di ogni livello morale. La legittima difesa è, quindi, pienamente giustificata e continuerà finché esseri spregevoli al servizio della tirannia rossa continueranno ad insanguinare questa nostra sacra terra».
Nel commemorare l’anniversario non può non venire alla memoria che ogni anno abbiamo assistito allo sconcio di una celebrazione di marca fascista proprio in questi stessi giorni. Unendo vergogna a vergogna, la celebrazione fascista, con ritualità e simbolismi conseguenti, è riferita proprio a quell’Ettore Muti, Segretario nazionale del partito fascista, nel cui nome si sono compiute le vergognose uccisioni del ponte degli Allocchi.
Uno dei primissimi atti di Ravenna in Comune nell’agosto 2016 al momento dell’ingresso in Consiglio Comunale fu la presentazione di un’interrogazione al Sindaco per spronarlo a far cessare lo sconcio. La sua risposta alla nostra consigliera Raffaella Sutter fu, in buona sostanza, che non ci poteva far niente tanto che:
«l’autorizzazione è stata concessa dal soggetto gestore dei servizi cimiteriali, specificando che la commemorazione è autorizzata a condizione che sia tenuto un comportamento consono al luogo, che non siano introdotte bandiere, drappi o vessilli di qualsiasi formazione politica, che non sia arrecato disturbo, intralcio e/o pericoli all’interno o all’esterno del cimitero a tutti coloro che lo visiteranno nel lasso di tempo in cui verrà effettuata la cerimonia. Il personale addetto alla vigilanza sorveglierà affinché le suddette prescrizioni vengano rispettate, in stretta collaborazione con le autorità competenti all’ordine pubblico, sulla base della specifica citata ordinanza, al fine di dare immediatezza ai necessari interventi».
Da allora sono passati molti anni, di quegli stessi regolamenti cimiteriali è stata riconosciuta la violazione da parte dei neo-seguaci del fascista Muti, ma la manifestazione non è mai stata impedita. Ravenna in Comune si unisce anche quest’anno alle richieste già inoltrate a Sindaco e Prefetto perché non sia ulteriormente oltraggiata la memoria dei martiri del ponte degli Allocchi con la vergognosa celebrazione di un capo fascista responsabile diretto, finché è vissuto, delle nefandezze compiute dalle squadracce al suo comando. Gli assassinati e non gli assassini meritano il rispetto di una celebrazione.
[Il Ponte degli Allocchi, che ora non esiste più, in un’incisione di Gaspare Gambi]
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Consulta Provinciale Antifascista di Ravenna: “ancora una volta e con forza chiediamo divieto per l’adunata commemorativa del gerarca fascista Muti”