NON E’ UN PAESE PER VECCHI

Un terrificante incendio ha ucciso 6 persone e ne ha ospedalizzato altre 81 in una struttura destinata a persone anziane con vari livelli di non autosufficienza. È successo a Milano pochi giorni fa. «Per me in una RSA è importante la disponibilità all’ascolto, l’accettazione incondizionata, la valorizzazione della persona e della sua dignità, la professionalità e l’importanza della creazione di un clima famigliare»: sono le parole attribuite alla direttrice della residenza dalla brochure che ne descrive i servizi. Dalle indagini, ancora in corso, sono emersi problemi al sistema antincendio ed altri relativi a carenze nel personale. Una relazione dei NAS che rendicontava gli esiti delle ispezioni svolte in Italia su oltre 600 strutture tra RSA, case di riposo, comunità alloggio e case famiglia, all’inizio dell’anno, ha rivelato l’accertata irregolarità in almeno un quarto dei casi. Le maggiori criticità sono state riscontrate in ambito igienico, strutturale e sulla capienza. Inoltre si sono trovati dispositivi medici e farmaci scaduti, alimenti andati a male e irregolarità nella gestione e somministrazione delle cure. Anche nel ravennate basta una veloce ricerca in rete a riportare alla memoria casi, alcuni eclatanti, di violazioni e irregolarità che, quando denunciate, hanno portato a chiusure, sanzioni e procedimenti penali.

I problemi ovviamente possono aggravarsi per il contesto in cui si trovano ad operare le strutture. Così hanno subito più di altri centri durante il Covid, sia per la morte che ha colpito in maniera particolarmente dura anche nel ravennate, che per le conseguenze fisiche post-Covid. E, per non farsi mancare niente, non sono mancate le strutture costrette all’evacuazione per la recente alluvione.

Il Ministro della Sanità, interpellato dopo il rogo di Milano, ha assicurato: «Chiederò alle Regioni, che hanno la piena responsabilità del servizio, di verificare e aggiornare i criteri per l’autorizzazione, l’accreditamento e il controllo di queste strutture, sia pubbliche che private, perché tragedie come quella di Milano non dovranno mai più accadere». Prendiamo atto. Così come ricordiamo che simili promesse sono state fatte, nel tempo, ogni volta che è successo qualcosa di particolarmente grave in questo settore da restare più giorni nei titoli degli organi di stampa. Tuttavia vogliamo prendere per buona questa ennesima dichiarazione d’intenti che viene dopo che il Codacons ha chiesto al Ministero di «accertare quale ruolo abbiano avuto nell’incendio il Comune di Milano e la Regione Lombardia, quanti e quali controlli siano stati eseguiti dagli enti preposti presso le case di cura della regione e se gli enti locali abbiano fatto tutto il possibile per garantire la sicurezza dei degenti ed evitare il verificarsi di incidenti».

Come Ravenna in Comune riteniamo fondamentale non ripetere gli errori del passato: accertare le responsabilità dopo che un evento si è verificato è essenziale ma non riporta in vita i morti. Chiediamo pertanto al Sindaco di rendere noti con urgenza gli esiti delle verifiche effettuate nelle strutture site nel Comune di Ravenna. La tutela delle persone in condizione di particolare fragilità è, come sempre, al centro degli interessi di Ravenna in Comune. Non dubitiamo lo sia anche per l’Amministrazione Comunale ma aspettiamo di ottenere un riscontro alla nostra richiesta prima di esprimere anche su questo un giudizio definitivo.

[nell’immagine: l’ingresso a una casa famiglia oggetto di provvedimento di chiusura lo scorso anno nel Comune di Ravenna]

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Incendio nella Rsa, il ministro Schillaci: “Più controlli”

Fonte: Il Resto del Carlino del 9 luglio 2023

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