Il presidente della Regione Stefano Bonaccini, Commissario del Governo per autorizzare il rigassificatore BW Singapore, in attesa di divenire Commissario per spostare a Ravenna anche la Golar Tundra, ha dovuto masticare amaro prendendo atto che l’unica associazione che si occupa di ambiente ha abbandonato il Patto per il lavoro e per il clima in Emilia Romagna (gli altri 54 firmatari sono soggetti istituzionali o fanno riferimento alla componente lavoro). Poi ha rilasciato un’intervista dicendo: «Forse su alcune cose ci dovrebbero anche applaudire. Penso al grande parco eolico e fotovoltaico flottante a mare, il più grande d’Italia e forse d’Europa, che spero col Governo potremo realizzare nelle acque di Ravenna».
Bonaccini si è intestato a più riprese meriti che non ha sul parco eolico AGNES. Bonaccini è sicuramente artefice dell’autorizzazione al rigassificatore davanti alle spiagge turistiche di Punta e Marina senza tener conto delle norme Seveso sugli impianti di grande rischio industriale (RIR) e delle disposizioni di valutazione ambientale (VIA). 120 giorni: un “record” di cui può “vantarsi” a pieno titolo. Nessuna accelerazione ha avuto AGNES che affronta da molti anni un lunghissimo procedimento amministrativo. Nessuna spinta ha avuto da parte di Bonaccini al contrario di quanto dichiarato in più occasioni. Anche per queste ragioni Legambiente è uscita dal Patto dichiarando che: «L’episodio più emblematico in questo senso è stata l’accoglienza che è stata data al nuovo rigassificatore di Ravenna, un impianto che ben poco ha a che fare con la transizione energetica che invece imporrebbe l’abbandono dei combustibili fossili in tempi rapidi: la Regione ha scelto di appoggiare una strategia che, per i tempi che sono stati indicati nei provvedimenti autorizzativi dei nuovi impianti, vincolerà il Paese per decenni alle risorse fossili». Ed aggiungendo che, sotto il profilo energetico, «è mancato un chiaro indirizzo a supporto degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili».
Ravenna in Comune, come già detto, «non ha mai creduto nella possibilità del Patto per il lavoro e per il clima di rappresentare una inversione di tendenza per l’Emilia Romagna. Bonaccini e Schlein, del resto, lo hanno confezionato proprio con lo scopo di mantenere la rotta senza deviazioni. Innalzando, però, delle belle vele verdi nella navigazione». Ora queste vele si sono strappate e non ci sarà nessun ago e filo per quanto greenwashing in grado di rammendarle. Lo hanno dimostrato le contestazioni di cui lo stesso Bonaccini è stato fatto oggetto venerdì a Bologna. Centrodestra di Meloni e Salvini e centrosinistra di Bonaccini e Schlein, del resto, sono due facce della stessa politica energetica che ci sta portando diritto filato al disastro climatico. L’alluvione di pochi giorni fa è stato solo l’ultimo di una serie di avvertimenti. Certo è paradossale che proprio Bonaccini si candidi a commissario della ricostruzione! Di quanti altri “eventi eccezionali” c’è bisogno per sbarazzarci di questa politica e dei partiti che la sostengono?
[nell’immagine: in alto Bonaccini e Meloni il 23 maggio; in basso le contestazioni a Bonaccini in Piazza Maggiore il 9 giugno]
#RavennainComune #Ravenna #Fossile #rinnovabili #alluvione
__________________________________
Parco eolico di Ravenna, Bonaccini: “Gli ambientalisti dovrebbero applaudirci”