Ieri, nel giorno in cui abbiamo festeggiato la lotta di liberazione dell’Italia da quel nazifascismo intriso di feroce razzismo, è attraccata in Porto la Humanity 1. La nave di SOS Humanity giovedì notte, il 20 aprile, aveva salvato 69 esseri umani stipati su un gommone con il motore in avaria e senza alcun tipo di presidi salvavita a bordo. Le operazioni di salvataggio si erano svolte, in mare aperto tra l’Italia e l’Africa, mentre imperversavano venti molto forti che alzavano onde sino ad oltre 2 metri in condizioni di scarsa visibilità. Il recupero a bordo era stato completato prima di mezzanotte, mettendo al sicuro persone in preda al mal di mare, in condizioni di disidratazione e, ovviamente, esauste per il viaggio. Un viaggio che era iniziato molto prima di salire sul gommone, visto che tutti erano provenienti dall’Africa subsahariana e, per la maggior parte, dal Sudan.
Benché già lunghissimo, il loro viaggio, però non era finito, poiché le autorità italiane, applicando una cinica politica di ostacolo alle operazioni di salvataggio, ha imposto alla Humanity 1 di sbarcare solo a Ravenna quei 69 rappresentanti di un’umanità ostinatamente aggrappata ad una speranza di vita. Questo ha significato un viaggio di altri 5 giorni con l’aggiunta di altri 1600 chilometri per ognuno di loro.
SOS Humanity assieme a Sea-Eye e Mission Lifeline ha presentato un esposto contro le politiche del governo Meloni di deliberato impedimento dei salvataggi in mare da parte delle associazioni non governative. In una dichiarazione il Sindaco di Ravenna Michele de Pascale ha ricordato che in questa occasione ancora una volta «la prima risposta di Ravenna è quella della solidarietà e dell’umanità» verso i naufraghi ma ha aggiunto che resta «incomprensibile il fatto che la nave sia stata fatta viaggiare per tutti quei giorni prima di approdare a Ravenna in una situazione difficile di navigazione».
Ravenna in Comune ringrazia l’equipaggio della Humanity 1 e il personale che ha gestito l’accoglienza. Ringrazia inoltre tutte le organizzazioni impegnate in tutti i salvataggi.
Ravenna in Comune rivolge tutto il suo biasimo a chi nel Governo italiano, ma non solo, si prodiga perché aumenti il numero delle morti raccontando la frottola che le misure prese servirebbero ad impedire lo sfruttamento delle migrazioni. Nella situazione attuale le migrazioni si possono fermare attraverso le politiche anti-migratorie italiane con le stesse prospettive di successo abbondantemente illustrate dalla storia dell’impero romano. Si tratta di un fenomeno globale dovuto a cause che non si sta facendo nulla per risolvere all’origine e che, sicuramente, non troverà soluzione con quel piano governativo che solo offende il nome di Enrico Mattei. Ravenna in Comune torna però a ribadire come le politiche fasciste non siano una prerogativa dell’attuale Governo italiano ma abbiano attraversato, senza eccezioni, gli ultimi decenni fin dall’istituzione di quei centri di detenzione chiamati “centri di permanenza temporanea” da parte di una legge che porta il nome di un ex presidente della Repubblica (Giorgio Napolitano, all’epoca ministro dell’Interno) e di una politica di lunghissimo corso, Livia Turco (all’epoca ministra della Solidarietà), nell’ambito del primo Governo guidato da Romano Prodi. Un contesto politico apparentemente lontano da quello dell’attuale Governo a guida Fratelli d’Italia eppure… Eppure non va dimenticato come Massimiliano Romeo, capogruppo Lega alla Camera dei Deputati, il 7 marzo scorso, abbia riconosciuto che: «Il decreto “Ong” che abbiamo approvato è semplicemente la codificazione in legge del codice di condotta adottato dall’allora ministro Minniti». Marco Minniti, ministro dell’Interno del Governo guidato da Paolo Gentiloni, è stata la personificazione stessa del contrasto alle ONG impegnate nel salvataggio dei migranti, tanto da aver ispirato il libro di un ravennate, Andrea Maestri, dal titolo “L’uomo nero. La guerra ai migranti di Minniti”. Proprio ieri ne è stata celebrata la figura in sede istituzionale, celebrazione dalla quale per i motivi sopra esposti ci sentiamo lontanissimi. Lo tenga bene a mente il Sindaco di Ravenna quando si prova a dare una mano di vernice alla coscienza sporca del suo partito, quello stesso PD a cui appartengono i politici sopra citati, dicendo che «Appare evidente che il Governo non ha una strategia per affrontare l’emergenza degli sbarchi». Può essere che abbia ragione, ma non è che la strategia dei governi che l’hanno preceduto brillasse per lungimiranza e umanità.
A tutte quelle donne e uomini artefici di una feroce politica anti umana (e a chi qui non nominiamo ma pure l’approva, la condivide e la porta avanti) Ravenna in Comune augura di cuore di sperimentare sulla propria pelle il viaggio da migrante invece che quello da turista almeno una volta nella vita.
Salutiamo invece l’arrivo a Ravenna di queste 69 persone, tra cui 18 minori non accompagnati, sbarcate dalla Humanity 1. Benvenuta umanità.
[Nell’immagine: a sx il viaggio della Humanity 1 fino a Ravenna; a dx il momento del salvataggio dopo l’avvistamento del gommone stracarico in piena notte]
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La nave Humanity 1 a Ravenna: sbarcati i 69 naufraghi di cui 17 minori non accompagnati, 16 alloggiati presso il Villaggio del Fanciullo