Ieri come Ravenna in Comune abbiamo denunciato l’insostenibilità della situazione del trasporto pubblico collettivo a Ravenna. Di fatto, da tempo, gli utenti comprano il biglietto ma non hanno certezza che l’autobus passi dalla loro fermata. La ragione sta nelle condizioni di lavoro praticate da Start Romagna che stanno facendo letteralmente fuggire i lavoratori. Poiché il Comune di Ravenna, tramite Ravenna Holding, è il primo azionista di Start Romagna, di cui detiene un quarto delle azioni, non ha alibi per disinteressarsi del problema. Abbiamo così chiesto a Sindaco e Assessori: «Si può sapere come pensano di risolvere il problema? Oppure pensano che non sia un problema?».
Contemporaneamente è uscita sulla stampa una intervista all’Assessore alla mobilità Gianandrea Giangi Baroncini che, dal punto di vista delle deleghe, dovrebbe essere il membro della Giunta de Pascale più titolato a rispondere. E Baroncini, però, dopo una lunga tiritera, non risponde. O meglio, risponde con un lungo lancio della palla in tribuna. L’Assessore, infatti, anticipa che «è in calendario un chiarimento con Mete, il consorzio di cui fa parte Start Romagna». E aggiunge: «La situazione ci preoccupa non poco. Stiamo lavorando con Amr, l’agenzia della mobilità romagnola, per avere un quadro puntuale sul bacino e soprattutto sul servizio urbano di Ravenna nel quale si stanno concentrando le corse non effettuate. Chiederemo a Mete di metterci nelle condizioni di capire se è un problema temporaneo o se nel medio periodo non riesce a rispettare la programmazione concordata e pianificata».
Possiamo risparmiare tempo all’Assessore e rivelargli che la situazione si trascina da troppo tempo ed il rapporto tra Start e lavoratori si è talmente deteriorato che non ci sono margini perché il problema si risolva da solo. E allora? L’Assessore sa bene che questa è la situazione, per cui aggiunge che «In questo caso si cercherà di costruire risposte che in nessun modo possono scaricarsi sulle cittadine e sui cittadini che devono organizzare i propri spostamenti potendo contare sulla certezza del passaggio del mezzo pubblico». Concretamente, dunque, torniamo a chiedere: come pensano di risolvere il problema?
La risposta dell’Assessore lascia di sasso: «Valuteremo se è necessario nell’immediato rivedere alcune corse in orario di “morbida” – cioè nella fascia oraria meno frequentata – o nelle tratte più servite per riuscire a passare questo momento di criticità. Non tanto e non solo sulla base delle esigenze del gestore, quanto almeno per garantire agli utenti i passaggi previsti senza avere sorprese una volta alle fermate. Serve certezza e occorre lavorare per ripristinare al più presto la programmazione».
Bisogna ricordare che, per far fronte alla incapacità di garantire il rispetto dell’orario normale, Start Romagna giornalmente rende noto quali corse rischiano di saltare. Ad esempio ieri sera Start prevedeva ed elencava le 66 corse che sarebbero saltate oggi. La soluzione di Baroncini per risolvere il problema sarebbe quella di modificare l’orario normale eliminando definitivamente alcune corse per garantirne altre. Insomma, l’Amministrazione punta a rendere definitivo ciò che adesso è eccezionale!
Quanto a risolvere il problema alla radice, l’Assessore non fa alcun passo in avanti: «Comprendiamo le ragioni dei lavoratori e abbiamo preso atto anche delle risposte dell’azienda, capiamo anche la difficoltà che il settore sta attraversando dalla stagione del Covid in avanti, ma questo è un servizio essenziale che tra l’altro vorremmo ampliare per costruire risposte di mobilità pubblica di qualità».
Caro Assessore, lasciamo stare il Covid che, in questo caso, fa perdere solo di vista il nucleo del problema: garantire ai lavoratori condizioni di lavoro dignitose, tali da far loro cessare l’esodo da una società pubblica preferendo piuttosto aziende private. Non aiutano certo le soluzioni di rimpiazzo degli autisti ricercate da Start che, appunto, si comporta peggio del peggior privato e invece di proporre normali contatti di assunzione indirizza gli ipotetici interessati ad un’agenzia interinale “promettendo” solo contratti a breve termine e stipendi bassi mentre al lato pratico non garantisce nemmeno il rispetto delle normali regole contrattuali (ferie e simili) stando a quanto dichiarano i sindacati.
Ravenna in Comune sostiene che un datore di lavoro pubblico debba distinguersi da quello privato prima di tutto in relazione alla qualità del lavoro offerta. Quando, come in questo caso, la distinzione avviene in negativo e, addirittura, le condizioni sono considerate peggiorative di quelle offerte dal datore privato, il problema è grave ed è innanzi tutto politico. Lo ricordiamo ad un Assessore che racconta in giro di essere di sinistra e di avere a cuore temi di sinistra, come dovrebbero essere lavoro e servizi pubblici. Se non verrà immediatamente aggredito alla radice il problema, raccontare, come fa Baroncini, che il trasporto pubblico «è un servizio essenziale che tra l’altro vorremmo ampliare per costruire risposte di mobilità pubblica di qualità» equivale ad una presa in giro sia dei lavoratori che della cittadinanza. Ravenna in Comune torna a sollecitare il Comune di Ravenna ad occuparsi seriamente del problema senza ricorrere a inutili palliativi e a vergognose mistificazioni.
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«La situazione ci preoccupa. Agli utenti servono certezze»
Fonte: Corriere Romagna del 14 aprile 2023