La globalizzazione ce l’aveva già insegnato. E già si trattava di un insegnamento impartito a suon di bacchettate e di punizioni corporali. Nessuno può più considerarsi un’isola: tutte le vite sono economicamente interconnesse. Così accade quando ci congratuliamo per il buon affare compiuto acquistando online dall’altra parte del mondo, ad un prezzo veramente basso, un prodotto che, fatto sotto casa nostra, ci costerebbe molto di più. E poi ci ritroviamo che i redditi forniti dal lavoro necessario a realizzare quel prodotto, fatto sotto casa nostra, scompaiono assieme ai posti di lavoro e alle fabbriche chiuse, perché fallite o trasferite dall’altra parte del mondo. Questa che conosciamo è la globalizzazione dello sfruttamento, ma anche la globalizzazione climatica si ripercuote sull’economia oltre che sull’ambiente. E anche quelle della globalizzazione climatica sono lezioni dure.
Ne sa qualcosa l’Argentina e, conseguentemente, anche il porto di Ravenna. Il nostro porto lavora prevalentemente in importazione. Per avere un riferimento direttamente ricollegabile alle merceologie in arrivo dall’Argentina, nel 2022 la categoria delle “Derrate alimentari/mangimi/oleaginosi” ha visto entrare in porto merci per 3.381.200 tonnellate ed uscirne solo per 183.955. L’Argentina è il primo esportatore di soia lavorata e il terzo esportatore di mais del mondo dunque, ordinariamente, il suo peso nel traffico merci ravennate e, conseguentemente, come fattore di lavoro collegato al porto, è estremamente rilevante. Per fare un solo esempio, Ravenna rappresenta il porto di elezione per più della metà di tutte le farine proteiche argentine importate in Italia.
Forse, però, sarebbe più corretto parlare al passato. Dopo più di un anno di gravissima siccità la produzione cerealicola argentina è ai minimi storici. «È una fase drammatica per l’Argentina, per le conseguenze della siccità sull’economia nazionale, sulle esportazioni e sulle entrate di valuta estera», ha dichiarato il responsabile argentino della Camera dei porti per l’industria della soia. «Il flusso di cereali negli scali marittimi – ha rivelato – è ai minimi storici perché non c’è merce». Gli esperti dicono che la siccità è figlia di molte cause ma è il riscaldamento globale ad aver reso più severo l’impatto del fenomeno. L’Argentina è stata colpita da una serie di ondate di calore e queste hanno reso anche più limitata la disponibilità idrica, poiché suolo e piante si sono trovate a perdere più velocemente l’umidità.
A Ravenna intanto Sindaco & co. continuano a dipingere un futuro radioso che arriverebbe trasformando il territorio e innanzi tutto il porto nell’hub per il gas europeo. Eppure ormai cosa causi il riscaldamento climatico lo sappiamo bene: si tratta dei gas serra e tra loro spiccano CO2 e metano. Il metano, in particolare, è divenuto il peggior nemico della nostra sopravvivenza in quanto produce CO2 bruciando ma la sua stessa dispersione in atmosfera innalza la temperatura.
Ed eccoli qua alcuni degli effetti della globalizzazione climatica illustrati da un esempio fatto in casa. Il gas su cui il Sindaco vorrebbe incentrare l’economia di Ravenna, facendo un gran favore alla lobby del fossile, causa il riscaldamento climatico. Questo a sua volta provoca la siccità che ferisce Ravenna ma anche l’Argentina perché il cambiamento del clima non conosce confini. E così la siccità danneggia l’agricoltura sul nostro territorio ma arriva a colpire pesantemente anche dall’altra parte del mondo: crolla la produzione argentina e si azzera l’export da quel Paese. Il porto di Ravenna vede così sparire di punto in bianco un’importantissima voce dei suoi traffici e, naturalmente, di profitti. E il cerchio della globalizzazione si chiude.
Ravenna in Comune ricorda al Sindaco che quando nel 2019 ha ottenuto l’approvazione da parte di tutto il Consiglio alla Dichiarazione di emergenza climatica, aveva promesso per Ravenna un cambio di passo. Vogliamo rammentargli che la transizione alle rinnovabili è il cambio di passo promesso. Non così nuove estrazioni di gas sotto costa, non così uno due chissà quanti rigassificatori, non così la truffa della CCS. Queste, invece, portano benefici a pochi e danni a molti. In Argentina ma anche a Ravenna.
[nella foto: il Po prosciugato dalla siccità la scorsa estate]
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Soia e mais senz’acqua, Argentina in recessione
Il Paese sudamericano sprofonda in una crisi economica a causa della più grande siccità degli ultimi 60 anni